L'ANALISI
15 Gennaio 2024 - 12:26
CREMONA - Lo so che Antov si chiama Valentin. Ma adesso telefono all’anagrafe di Sofia e li avverto che qui da noi si chiama Salvatore. Perché la Cremo stava affogando nel pozzo dello zero a zero, e lui l’ha salvata. Correva il minuto settantasei, la partita stava dando sui nervi allo Zini come una zanzara in una notte d’estate, ormai lo avevano capito tutti che era uno di quei giorni che ti tocca aggrapparti ai cosiddetti calci da fermo. Corner numero dieci, cross di Zanimacchia, blocco di Ravanelli, e la zuccata di Valentin ‘Salvatore’ Antov buca Micai.
Alleluia brava gente, questa era una partita che guai a non vincerla, la concorrenza va di fretta e perdere il passo anche in casa non era una grande idea. Così invece, anche grazie a Jungdal e al palo, il ritorno incomincia come si deve. In attesa di tempi migliori, lo Zini si conferma la cassaforte di famiglia. E in classifica, è tutto oro quello che luccica. Certo, chi vuole il bel gioco è pregato di ripassare in un altro momento, un po’ la rosa è risicata in attesa di Falletti e sperabilmente di qualche altro arrivo, un po’ c’è qualche elemento eccellente con la luna calante.
Volendo buttarla sul faceto, un bravo attore strappa l’applauso anche quando fa finta di balbettare, il numero migliore di un equilibrista è quando fa finta di poter cadere dal filo da un momento all’altro. Ma la Cremo domenica non faceva finta, invece di affondare i colpi girava in tondo come un pesce rosso nella boccia di vetro. E alla fine la gente sorrideva come uno che ha appena dato un morso a un limone. Però a vincere quando si gioca bene sono buoni tutti, i punti che fanno la differenza sono quelli strappati a denti stretti. Come questi, estorti a un Cosenza dignitoso nella sua modestia.
Per Stroppa c’è qualche nodo da sciogliere. Prendi Franco Vazquez. Per ottantotto minuti ha vagato per il campo come un rabdomante che ha smarrito la vena d’acqua. Ha anche sballato un tiro in modo che fa torto alla sua classe, ma sono suoi i due tiri che hanno messo alle strette Micai. Fa notizia il Coda tolto a metà partita. Sono due mesi che aspetta ‘sto benedetto gol numero dieci, la condizione è appesantita e i rifornimenti di palle da gol si sono diradati come i capelli in testa al sottoscritto. Giusto che Stroppa esplori le alternative, bello che tutti i reparti abbiano i loro quarti d’ora di gloria, ma il Lider Massimo in astinenza è ancora più pericoloso. Io, se fossi il portiere dello Spezia, dormirei preoccupato.
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