L'ANALISI
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19 Maggio 2023 - 14:22
CREMONA - «È vero, stiamo entrando nell’ultima parte del viaggio e ne conosciamo l’importanza. Di fatto però per noi non cambia molto. Da quando sono arrivato, con il mio staff, ogni partita è stata quella più importante e con un solo risultato a disposizione. Quindi dal punto di vista emotivo non ci sono molte differenze. Contro il Bologna faremo di tutto per fare una grande partita». Mister Davide Ballardini è schietto, sincero e sorridente. Sa che essere ancora in lotta a tre giornate dalla fine è un piccolo successo.
Rimpianti di non essere arrivato prima. Con lei la Cremonese ha una media salvezza perfetta.
«Posso parlare per quello che abbiamo fatto da quando sono a Cremona e non di quello che è successo prima. Fino a questo momento abbiamo ottenuto 17 punti in altrettanti incontri, siamo arrivati in semifinale di Coppa Italia. Ma detto questo sappiamo che questa squadra ha qualche lacuna, siamo stati bravi a nasconderle diciamo così. La Cremonese ha i punti che si merita in classifica. Nessuno dice che se fossi stato l’allenatore dei grigiorossi da inizio stagione magari avremmo anche meno punti di quelli che abbiamo ora. Il calcio non è una scienza esatta. Lo sappiamo».
Chi ruberebbe al Bologna?
«È una squadra che mi piace tantissimo. Hanno una rosa chiara, costruita in modo funzionale. In difesa hanno gente esperta ed efficace. A centrocampo sono tutti quanti bravi e dinamici, anche quelli che partono dalla panchina. In attacco poi hanno gamba e qualità con gente come Orsolini, Barrow, Arnautovic e Zirkzee».
Si riparte dal primo tempo di Torino con la Juventus?
«Siamo stati ordinati in difesa è vero, ma abbiamo avuto poca personalità nel ripartire. Non abbiamo mai dato soluzioni ai nostri portatori di palla e questo non è bello. Nascondersi non serve a nulla se non a mettere in difficoltà i compagni. Nella ripresa siamo stati più slegati e anche meno squadra».
A questo punto meglio tentare il tutto per tutto o mantenere una fisionomia precisa?
«Giocare con più atleti offensivi può essere una strategia ma non sempre paga. Serve una squadra che giochi in modo complementare. Quando hai tanti giocatori d’attacco poi mancano quelli pronti a soffrire per recuperare un pallone e offrirlo al compagno. Faccio un esempio. A Udine siamo andati con una squadra molto sbilanciata, con tre punte. Dall’altra parte i bianconeri hanno giocato con un solo attaccante. Il risultato è stato quello che noi non abbiamo prodotto molto e i nostri avversari viceversa sono stati costantemente pericolosi».
Lei è di Ravenna. Come sta vivendo questa situazione drammatica delle alluvioni?
«C’è grande preoccupazione. La situazione è drammatica, sia per le vittime che ci sono state, sia per tutte le persone in difficoltà. C’è chi ha perso la casa, chi il lavoro. Ma noi romagnoli conosciamo solo una via per uscire dalle difficoltà ed è quella del lavoro. Appena sarà possibile sono sicuro che tutti si metteranno a pedalare in silenzio per risistemare ogni cosa».
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