L'ANALISI
26 Dicembre 2025 - 19:44
CREMONA - Tre giorni, tre giorni intensi, trascorsi all’insegna del teatro, dei linguaggi crossmediali e della passione per il palcoscenico: questa in estrema sintesi l’atmosfera che Paolo Ascagni, Francesca Rizzi e Danio Belloni, della compagnia QU.EM. quintelemento, selezionata al festival di Meknès, antica capitale del Marocco.
Il festival si è svolto fra il Centro Culturale Mohammed El Menouni e l’Istituto Francese, enti culturali dotati di biblioteche, mediateche, sale per esposizioni d’arte e naturalmente teatri.
Vi anno partecipato compagnie provenienti da Marocco, Francia, Italia, Lituania e Congo; sono stati attivati due laboratori, con docenti tedeschi (per la danza) e tunisini; una masterclass sulla produzione teatrale.
«La realtà teatrale del Marocco — spiega Paolo Ascagni, socio fondatore della compagnia — è estremamente interessante e di grande spessore. Anche in questo caso, bisogna uscire dalla nostra visione eurocentrica, immotivata e presuntuosa, e saper allargare lo sguardo alla complessità del mondo. In Marocco, le antiche tradizioni performative locali, che sono molto variegate, si sono incontrate e a volte fuse con il teatro di derivazione francese, spesso nelle sue espressioni più innovative. E poi, naturalmente, si sono innestate anche le influenze di altre grandi correnti culturali, non solo occidentali».
Il 4° Festival Internazionale di Meknès «Scènes des théâtres du monde» è un chiaro esempio di questa apertura all’esterno.
«Come compagnia QU.EM. abbiamo messo in scena lo spettacolo ‘Gli altri’, in quanto espressione di una modalità video-teatrale e multimediale originale. Al nostro spettacolo erano presenti il presidente della federazione del teatro professionistico del Marocco e la rappresentante del Ministero della Cultura», aggiunge Ascagni.
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