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Silvia Mezzanotte incanta il pubblico con un omaggio raffinato a Mina

Un pomeriggio costruito su interpretazioni intense e arrangiamenti eleganti, dove ogni brano ha svelato un legame personale con un repertorio leggendario

Luca Muchetti

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redazioneweb@laprovinciacr.it

16 Novembre 2025 - 19:06

CREMONA - Un secondo trionfo annunciato. Silvia Mezzanotte di ritorno in città a un anno esatto dal suo recital dedicato a Mina tenutosi al teatro Ponchielli, stavolta strega il Museo del Violino con uno spettacolo fatto di sole canzoni, sempre tratte dal grande canzoniere della Tigre. L’ex voce dei Matia Bazar si presenta di nuovo con un gruppo tutto al femminile, Le Muse, dirette dal maestro Andrea Albertini.

«L’emozione è sempre tanta quando porto in scena questo spettacolo - spiega dopo aver aperto la serata con una intensa versione di Come tu mi vuoi -, ma in questo auditorium è ancora maggiore. Avremo la compagnia, oltre che della mia voce, anche della mia emozione quindi. Quelle che canterò sono canzoni che ormai fanno parte del nostro immaginario, sono le canzoni della più grande cantante italiana, e a lei va il primo applauso. Ho l’ambizione di prendervi per mano e portarvi in un mondo magico». Un mondo in cui le strade sono lastricate di successi senza tempo come Ancora, È l’uomo per me, Insieme, Parole parole parole.

«Le canzoni di Mina - continua Mezzanotte inframezzando i pezzi in scaletta - hanno sempre parlato di emancipazione anticipando molti temi e argomenti all’epoca considerati tabù. È stata anticipatrice di molte cose, soprattutto per noi donne».

L’approccio alla serata è simile, ma differente rispetto a un anno fa. Se allora l’impianto dello spettacolo era molto votato alla narrazione, stavolta è una Mina “secondo me” che va in scena: Silvia Mezzanotte racconta soprattutto del rapporto unico e speciale che la lega alle canzoni della Tigre. Il resto è musica cantata e suonata senza la pretesa (e nemmeno l’ansia) di rincorrere lo stile della Tigre, grazie a una interpretazione personalissima e tecnicamente sempre in vetta. Il tutto su arrangiamenti sontuosi ed elegantissimi che di quelle produzioni restituiscono tutta la ricchezza.

Il pubblico, a Cremona come altrove a giudicare dal gran numero di date già tenute in giro per l’Italia, risponde in massa anche questa volta, affollando la sala da concerti del Museo e lasciando poche poltrone libere. Domani, L’importante è finire, E se domani, Se telefonando, Grande grande grande, Amor mio sono ulteriori capitoli del lungo pomeriggio in compagnia di Mezzanotte e de Le Muse, uno show durante il quale a più riprese gli spettatori sono diventati protagonisti cantando interi spezzoni di brani.

«L’uscita dalle scene di Mina - ci aveva raccontato prima dello spettacolo Mezzanotte - è avvenuta al massimo della sua bellezza artistica. Ha poi saputo gestire la propria immagine con una tale sapienza da precorrere i tempi di ogni cosa. Non c’era ma c’era, basta pensare alle iconiche trasformazioni delle copertine degli album. Ha escogitato una chiave di presenza in assenza, sempre in grado di catturare l’attenzione. Artisticamente ha sempre avuto una contemporaneità, negli ultimi anni ha scelto un duetto con Blanco. È diventato un ologramma di se stessa restando parte integrante della nostra esistenza, almeno nel mio caso».

Un ologramma, forse, ma ancora capace di riempire sale da concerti in totale assenza e consegnando a pubblico e interpreti canzoni ormai diventate letteralmente di tutti. Forse il miglior traguardo per una cantante.

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