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‘Se fossi Ugo’: oggi sono ghirigoro e domani chi lo sa

Sergio Olivotti e Giulia Pastorino: inno alla libertà di essere se stessi vincitore del premio Andersen 2025 nella categoria 3-6 anni

Paolo Gualandris

Email:

pgualandris@laprovinciacr.it

18 Giugno 2025 - 05:30

CREMONA - ‘I figli sono come aquiloni: insegnerai a volare, ma non voleranno il tuo volo; impareranno a sognare, ma non sogneranno il tuo sogno’. Nelle sue opere ‘Il fiume e l’oceano’ e ‘Sui figli’, Khalil Gibran, grande poeta libanese vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento del secolo scorso, affronta il tema della crescita, in cui cambiamento e accettazione del nuovo sono visti come parte del naturale percorso della vita. Gibran incoraggia ad accettare il cambiamento, a non temere ciò che è nuovo, anche quando può spaventare, perché è un passaggio necessario per evolvere e raggiungere una nuova consapevolezza. Gli autori per bambini Sergio Olivoti e Giulia Pastorino hanno declinato questi principi in ‘Se fossi Ugo’, con il quale hanno vinto il premio Andersen 2025 nella categoria 3-6 anni, un certificato di qualità. Un libro dedicato ai bambini ma che contiene indicazioni anche per i genitori.

CRESCERE E TRASFORMARSI

Il libro, che conferma la virtuosità della scuola italiana di narrativa per ragazzi, celebra con ironia e originalità il valore dell’identità e della libertà di essere se stessi attraversando la trasformazione della crescita. Ecco cosa succede a Ugo. Si sveglia tutte le mattine in un modo diverso, il suo umore cambia a seconda di come si vede allo specchio. Un giorno si scopre ghirigoro, un altro puntinato, un altro ancora tutto tratteggiato, concentrico, geometrico, labirintico, scarabocchio e così via. Ogni cambiamento influenza il suo umore e il suo comportamento. In fondo, che gusto c’è a essere sempre tutti uguali in un traballante concetto di normalità?

«È un libro che parla un po’ a tutti a tutte - spiega Pastorino - e questa è la sua arma vincente. I libri per bambini devono essere utili, si cerca di lasciare qualcosa perché li si vuole in qualche modo accompagnare nel cambiamento. Quello che invece volevamo dire ai genitori è che questi ughetti a un certo punto prenderanno la loro strada e verranno su come devono venire, pertanto non si può sempre controllare tutto e in qualche modo cercare di costruirli secondo i propri desiderata, le proprie ambizioni. Diciamo che se sei il genitore di un piccolo calciatore non devi per forza volerne fare il Maradona dei tuoi sogni, perché lui deve essere fondamentalmente se stesso. Questo è uno dei significati di ‘Se fossi Ugo’ poi credo che gli importanti riconoscimenti ottenuti siano dovuti al fatto che in realtà ha più significati. A noi piacciono i libri che non si chiudono con un punto esclamativo ma con un punto di domanda».

Quando Ugo si svegliò geometrico, tutto dritto, spigoloso


GLI AGGETTIVI DELL'UMORE

Pastorino ha rappresentato i vari sentimenti di Ugo cambiando segno e tecnica di illustrazione, mentre Olivotti ha dato aggettivi a ogni suo umore. I cambiamenti di Ugo rappresentano, in modo divertente e didattico, le normali tappe dell’evoluzione. «Dei bambini, ma non solo, perché in realtà tutti cambiamo continuamente - afferma Olivotti - . Il finale, che è sorprendente, narra appunto che non evolvono solo i bambini e le bambine, ma anche gli adulti, che le emozioni le proviamo tutti e tutte, che svegliarsi un giorno nebuloso un giorno a zigzag appartiene a ogni età».


«Forse il primo riferimento è Kafka e le sue Metamorfosi -ammette Olivotti-, però è un tema uscito fuori in maniera naturale, senza pensarci troppo. Non è un libro nato a tavolino, forse era un’esigenza che sentivamo in maniera istintiva. Le domande che possiamo farci sono: che gusto c’è a essere tutti uguali e, soprattutto, che gusto c’è a essere sempre uguali a se stessi mentre in realtà cambiamo di giorno in giorno? Ci piace immaginare di essere sempre in cammino, come si diceva da qualche parte».

MI PERDONO, VI PERDONO

L’invito è quindi a guardare dentro se stessi ma anche il resto del mondo con occhi un po’ diversi, volti cioè a una maggiore accettazione di quanto si trova là fuori. «Proprio così. Quando si impara ad accettare i propri cambiamenti, i propri limiti e anche i propri difetti, il fatto di potersi svegliare una mattina con l’umore e la luna di traverso diventa accettabile. E si ammette che questo possa succedere agli altri. Per dirla senza voler essere troppo anarchici, a chi è più tollerante con se stesso e sa perdonarsi per i momenti negativi viene più facile perdonare agli altri gli stessi sentimenti». Illustrare il libro è stato complesso, come spiega Pastorino: «Un po’ più del solito, perché normalmente non disegno mai al tratto ma procedo per macchie di colori piene e invece Ugo doveva cambiare per forza in ogni tavola ed essere molto diverso sempre. Quindi mi sono sforzata a utilizzare tecniche, segni e tratti diversi per ogni per ogni risveglio e cambiamento».

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