L'ANALISI
14 Maggio 2025 - 08:50
CREMONA - Una chitarra classica scintillante e multiforme, capace di disegnare non solo panorami ma interi mondi sonori a cavallo fra fusion, jazz e world music. Un pubblico numerosissimo ed entusiasta ha salutato il ritorno in città di Al Di Meola, uno dei più grandi chitarristi viventi, chiamato a sei anni di distanza dalla sua ultima apparizione sullo stesso palco dell’Auditorium del Museo del Violino, per inaugurare la decima edizione di CremonaJazz. Le note di Fandango, brano tratto dall’ultimo album del chitarrista, intitolato Twentyfour e pubblicato la scorsa estate, fanno da apripista a una scaletta suddivisa in due tempi e costellata di brani raffinatissimi e pensati per una esecuzione in trio con Peo Alfonsi alla seconda chitarra e Sergio Martinez alle percussioni.
The infinite desire, composizione di fine anni Novanta che venne realizzata in collaborazione con Pino Daniele - artista che Di Meola non tralascia di ricordare presentando brevemente i primi brani in scaletta - è il secondo passo di una serata che toccherà tutti i colori della tavolozza del musicista statunitense. Arpeggi ipnotici e sognanti, urgenze flamenche, romanticismi per liriche ballad acustiche e derive jazz fanno rivivere i fasti di una carriera che, dopo gli esordi al fianco di Chick Corea, ha spostato più in là i confini del mondo chitarristico con una serie di fenomenali album da solista e grazie alla partecipazione al trio composto con Paco de Lucia e John McLaughlin.
La chitarra di Al Di Meola si conferma come una delle più formidabili interpreti di una musica ‘world’ nel vero senso del termine, sempre permeata da un’anima latina tracimante e pulsante anche quando le dita del chitarrista americano si inerpicano per le vette più alte e ventose della tecnica. Note che a volte debordano per lasciare poi spazio ad arpeggi chiari e ariosi, o a linee melodiche piene di pathos e cantabilissime. In scaletta si ascoltano Turquoise, Milonga Noctiva, una versione strumentale di Norwegian Wood dei Beatles, oltre all’immancabile Mediterranean Sundance, brano-simbolo del connubio Di Meola-De Lucia-McLaughlin.
Poche le parole pronunciate da Di Meola nel corso della serata per lasciare tutto lo spazio alla musica, anche se grande e palpabile è l’intesa con il pubblico italiano. Il chitarrista, originario di Cerretto Sannita, in provincia di Napoli, ha preso fra l’altro casa sull’isola di Capri, dove non è raro soggiorni quando non si trova negli Stati Uniti. «Diceva Lennon che la vita si conta dal numero di amici e non di anni - ha detto il direttore artistico Roberto Codazzi in apertura di serata - e la comunità che CremonaJazz è riuscita a creare ne è la bellissima testimonianza. L’idea di questa decima edizione è proporre dei debutti ma anche grandi ritorni, proprio come Al Di Meola. Non uno dei più grandi chitarristi contemporanei ma della storia. Un campione della musica fusion».
Questa speciale edizione di CremonaJazz continua i festeggiamenti per i dieci anni della manifestazione fra meno di una settimana, ovviamente sempre all’auditorium: lunedì 19 maggio arriva Ana Carla Maza, violoncellista e cantante cubana tra le più brillanti della sua generazione. Con il suo ambizioso Caribe World Tour, l’artista proporrà un viaggio musicale ricco di ritmo, energia e contaminazioni tra jazz, musica classica e tradizioni latinoamericane. CremonaJazz è promossa dal Museo del Violino e Unomedia con il sostegno di Fondazione Arvedi Buschini e Mdv friends. I biglietti per tutte le serate sono disponibili presso la biglietteria del museo oppure online sulla piattaforma Vivaticket.
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