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‘La suggeritrice’: l’amicizia perfetta, l’egoismo da artista

Da Emanuela E. Abbadessa una storia di amori e abbandoni, la rinascita è nell’arte

Paolo Gualandris

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pgualandris@laprovinciacr.it

27 Novembre 2024 - 05:25

CREMONA - Sorriso accattivante ed energia vitale, la scrittrice siciliana Emanuela Abbadessa, che vive di letteratura e di musica, conquista «musicando sensualmente passioni escludenti, drammi da feuilleton ed egoismi d’artista» (la citazione è da Il Sole 24 ore), seduce il lettore e lo porta dentro una potente storia d’amore e di sentimenti in un mondo dominato dall’arte. Il suo nuovo romanzo ‘La suggeritrice’ è una storia di musica, bellezza e sentimenti, tutt’altro che sdolcinata. Al contrario, è un testo sulla vita e soprattutto sull’arte come linguaggio universale di speranza e ricrescita.

STORIE UNIVERSALI

«Quando si ha davanti una donna le si chiede se si tratta di un romanzo d’amore e si presuppone che sia una storia rosa, più rosa del mio maglione di oggi. In realtà Anna Karenina è un romanzo d’amore e l’ha scritto un uomo, così come Madame Bovary. Sono una persona a cui piace raccontare storie e che cerca la possibilità di universalizzarle attraverso un altro linguaggio, quello musicale». Abbadessa ne parla con Paolo Gualandris nella videointervista ‘Tre minuti un libro’.

Siamo a Palermo nel 1955. Ormai infranto il sogno di diventare una solista, la vita di Franca scorre sempre uguale. Il suo lavoro è accompagnare al pianoforte le alunne di una scuola di danza diretta da Madame, ex étoile russa, e le note, che potrebbero uscire piene di senso dalle sue dita esperte, sono ridotte a semplice ritmo stancamente ripetuto. Soltanto a sera, nella sua stanza, si riappropria della musica, del ‘suo’ Chopin, e di ogni languore di cui la sua esistenza è priva. Sentimenti che rinnova con i libri, da lettrice onnivora.

IN VOLO SULLE NOTE

Così finché nella scuola entra una giovane che pare un giunco, flessibile quanto gracile, la pelle di porcellana. Un talento assoluto della danza. E quando le mani di Franca iniziano a muoversi sulla tastiera, quel corpo prende vita, il movimento nasconde e sublima la fatica. Tra le due si crea un’intesa spirituale immediata, un legame strettissimo: Cristiana adora Franca, e Franca nel prendersi cura di quella creatura dal talento straordinario, nel suggerirle la via fra gli scogli della vita, trova una luce che non l’ha mai sfiorata prima. L’amicizia è limpida, senza segreti, fino al giorno in cui Carlo, professore universitario di storia appassionato d’opera, irrompe in quell’equilibrio. E sarà Franca, ancora, a trovare le parole giuste per la competizione che si insinua tra loro. Come dice Madame, «in tutte le cose c’è amore», quindi intendiamoci sul significato di amore per l’autrice.

«Sono una di quelle persone che hanno superato la paura di dire: ‘ti amo’. È accaduto molti anni fa, con la lettura de ‘Il giardino degli amanti’, antico saggio persiano in cui si elencano gli oltre cento modi che la lingua araba ha per significare la parola amore. Uno dei problemi di noi italiani è che lo diciamo con un solo verbo in cui dobbiamo racchiudere tutto. Se conosco un uomo e dopo una settimana gli dico ‘ti amo’ questi immagina che sto pensando a un futuro di domeniche al centro commerciale... Il libro dimostra che esistono molti modi di esprimere amore. Che è cura, fascinazione capace di imbrigliare i nostri sensi, è amicizia privilegiata o condivisione di una passione che può essere la musica, l’arte la bellezza».

L'INCONTRO DEGLI OPPOSTI

Le protagoniste di questo romanzo sono due giovani che poi crescono e vengono accompagnate sino alla fine. Dal punto vista intellettuale sono agli opposti ma, come si legge: «il loro incontro era avvenuto proprio nel momento giusto: quello in cui Cristina aveva bisogno di una guida e lei, Franca, di luce. Fosse anche luce riflessa». Due metà che potrebbero fare un’unica donna, «perché - spiega la scrittrice-, l’una trova nell’altra ciò che non le appartiene. Franca ha trovato nella cultura il modo per restare abbarbicata alla terra. Cristiana è una donna che vola, salta, cammina sulle punte, ha quindi bisogno di qualcuno che la tenga con i piedi per terra». Franca è praticità, sa come gestire la sua vita negli anni ’50, è autonoma e ha deciso di avere un lavoro, di vivere da sola, via da una madre oppressiva. Cristiana ha continuamente bisogno di qualcuno che la riporti sulla terra non solo nelle cose pratiche ma anche nei rapporti interpersonali e in quelli d’amore, perché lei non ha altra grammatica che quella della danza».

L'INTESA MERAVIGLIOSA

Franca invece, pensando di non avere abbastanza talento, ha dovuto trovare un modo per essere una persona soddisfatta di sé e scoprirà soltanto dopo che modi per esserlo ce ne sono tanti perché il percorso di crescita di ciascuno di noi non si interrompe mai, anche se e spesso è doloroso. «Credo che fra gli artisti esistano delle magie particolari. Pensiamo al legame creatosi tra le grandi coppie di librettisti e compositori: Verdi e Piave avevano un’intesa meravigliosa, dove finivano le parole di Piave iniziava la musica di Verdi. E così è stato tra Bellini e Romani, se restiamo nell’ambito dell’opera. Si tratta di altri tipi di colpi di fulmine». Nel nostro caso, però, l’amore rischia di travolgere un’amicizia.

«Il sentimento così puro tra queste due donne conosce un momento di problematicità con l’arrivo, seppure in momenti cronologicamente diversi, di un terzo incomodo. Carlo non è il belloccio della situazione ma uomo piacente, intelligente anche se noioso. Vede in Franca ciò che lei stessa non capisce di sé ma soprattutto viene travolto dalla vampata di luce che è l’arte di Cristiana». Franca cede alla supremazia dell’amicizia. La sua insicurezza la porta a pensare che l’unico modo per vivere il sentimento per Carlo è attraverso la mediazione di un corpo più bello del suo». Alla fine però si scopre che, come sempre, nulla è scontato.

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