L'ANALISI
20 Novembre 2024 - 05:30
CREMONA - Felix Kersten fu un medico finlandese esperto di medicina olistica e tecniche di massaggio noto per essere il fisioterapista personale di Heinrich Himmler, capo delle SS e tra gli uomini più potenti e crudeli del regime nazista. Grazie a questa posizione, Kersten riuscì a usare la sua influenza per salvare migliaia di vite durante la Seconda Guerra Mondiale. Si stima che abbia contribuito a far liberare circa 100mila persone, destinate al ‘macello’. Dovrebbe essere un mito, il suo nome campeggiare sui libri di storia e nel Pantheon dei premi Nobel per la Pace. Invece no. Massima ingiustizia, che conferma l’amara considerazione di Louis-Ferdinand Céline, secondo la quale «tutto quello che è interessante accade nell’ombra. Non si sa nulla della vera storia degli uomini». Perché sia finito nel dimenticatoio, lo spiega Fernando Coratelli, autore del bel romanzo storico con tinte thriller ‘Sul corpo del diavolo’, con il quale riaccende la luce sulla vita eroica, vissuta pericolosamente, di un uomo normale diventato la prima spia alleata all’interno del quartier generale delle SS. «Questo romanzo vuole essere una testimonianza per mantenere viva la memoria di Kersten. E di quelli come lui».
«Le motivazioni della cappa su Kersten sono molte», sottolinea Coratelli durante la videointervista ‘Tre minuti un libro’ con Paolo Gualandris. «La principale è che fu un finanziatore della Resistenza finlandese contro i sovietici durante la guerra d’inverno, finendo pertanto sulla lista nera del regime comunista. Così alla fine della Seconda Guerra Mondiale sul riconoscimento di chi aveva dato una mano, diciamo che i sovietici non erano certo pro Kersten. Magari lo erano i britannici, che sapevano dagli svedesi quello che aveva fatto, ma in quel momento storico era bene non fomentare divisioni. Al processo di Norimberga tra le potenze vincitrici il suo nome fu volutamente cancellato. La gloria sarebbe potuta arrivare dalla Francia, quando Charles de Gaulle scoprì che Kersten aveva salvato circa 3mila ebree francesi e dunque gli volle assegnare la Legion d’onore. Sfortuna volle, un po’ come accadde al dottor Zivago di Boris Pasternak, che mentre Kersten si preparava a prendere il treno per andare a Parigi ebbe un infarto e morì. L’onorificenza non gli fu data, il suo nome ricadde nel dimenticatoio».
«Il diavolo del titolo ovviamente è Himmler, ideatore della cosiddetta soluzione finale, con i campi di sterminio, le camere a gas e i forni crematori. Più diavolo di così - dice ancora Coratelli-. Siamo nel '41 era appena avvenuta la famosa Operazione Barbarossa, a Minsk e si devono uccidere 300 ebrei dopo aver fatto scavare a loro stessi le fosse in cui gettarne i cadaveri. Siccome sono stati quasi tutti colpiti alla testa, pezzi di sangue e cervello schizzano sulla divisa estiva delle SS immacolata, bianca. Himmler, molto impressionabile, ha quasi uno svenimento e questo è stato il vero motivo per cui poi ha ideato le camere a gas. Una soluzione approvata sia da Hermann Göring, altro braccio destro di Hitler, che da Albert Speer, ministro degli Armamenti, perché così facendo si risparmiavano le pallottole. Però il vero motivo è che lui era rimasto impressionato dagli schizzi di sangue. Questo è, se vogliamo, già un primo interessante livello della personalità di Himmler. Tutto ciò come necessaria premessa per capire come un criminale di tale fatta si potesse essere messo letteralmente nelle mani di un medico. Uno specialista dalle mani magiche che per questa sua eccezionale qualità chiama ‘il mio magico Buddha’».
«Ho seguito pedissequamente i sei anni del rapporto tra medico e Himmler come se avessi una cinepresa sulle spalle di Kersten - aggiunge Coratelli -. Si ritrova costretto da Himmler a curarlo perché soffre di fortissimi dolori addominali soprattutto allo stomaco. Un male tipico dei politici dell’epoca, tanto che colpiva anche il conte Gian Galeazzo Ciano, pure curato in alcune occasioni dallo stesso Kersten, e Benito Mussolini. Probabilmente gastriti nervose da potere». Già al primo massaggio Himmler prova sollievo, per la prima volta da mesi gli passa il dolore. Da quel momento Kersten diventa la sua droga. Il fisioterapista pian piano capisce di avere un potere enorme sul capo della Gestapo e lentamente, così come ne manipola il corpo, inizia a condizionarne anche la mente. All’inizio riesce a fare liberare alcune amici e pazienti arrestati dalla Gestapo, poi alza sempre di più la posta».
Alla fine, proprio come in un romanzo a suspense crescente, il suo capolavoro umanitario. Quando Hitler, ormai consapevole della sconfitta imminente e dopo la scoperta dell’orrore del 27 gennaio del ’45, con la liberazione da parte dei sovietici del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, per il timore che gli alleati vedano gli altri teatri della carneficina dà l’ordine a Himmler di far saltare tutti gli altri campi di concentramento con dentro i prigionieri ancora vivi. Kersten riesce a convincere Himmler a non eseguire l’ordine facendogli credere di avere delle possibilità di salvezza con gli Alleati, cosa impossibile come sappiamo benissimo. In collaborazione con il governo svedese, neutrale, e grazie all’ambasciatore Folke Bernadotte, organizza l’operazione autobus bianchi, con la quale vengono salvati migliaia di cittadini scandinavi, ma anche ebrei polacchi e francesi».
Kersten è un fine indagatore di animi, quindi ‘Sul corpo del diavolo’ è anche un romanzo psicologico, c’è l’alternarsi di diversi stati d’animo, di paura e di azione. «È questo il motivo principale per cui ho pensato che sarebbe stato bello scriverne. Non sono uno storico e mi è sembrata veramente interessante la dinamica, che aveva già di per sé dentro il thriller. Si entra in clima psicologico già dall’incipit, con le due SS che si presentano allo studio di Kersten e gli intimano di presentarsi il giorno dopo da Himmler senza spiegargli il perché. Lui ovviamente non può sapere che lo vuole come medico e passerà una notte d’ansia e d’inferno. Si chiede ‘chissà se uscirò vivo dal palazzo di Prinz Albrecht Strasse. Kersten non entra mai in un campo di sterminio, ma è sempre nel palazzo della Gestapo e spesso sul treno blindato di Himmler e quindi osserva e ascolta quello che succede». E agisce di conseguenza mettendo consapevolmente a rischio la propria vita e quella della moglie e dei figli.
Il romanzo di Coratelli esplora non solo la relazione ambigua e pericolosa tra Kersten e Himmler, ma anche il peso morale di agire in quel contesto. La trama è un mix di romanzo storico e spy-story, che permette di rivivere una pagina misconosciuta della storia.
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