L'ANALISI
13 Novembre 2024 - 05:30
CREMONA - «Ho voluto dare attenzione al fenomeno della diffusione sociale delle sostanze utilizzate in riti antropologici nati in Sudamerica o tra gli sciamani della Mongolia, spesso viste come veicolo per sballare, fuggire dalla realtà. E contemporaneamente condurre alla riflessione su un’area della cura delle malattie mentali con sostanze psichedeliche che da noi stenta a diffondersi. C’è giusto un gruppo al San Raffaele che sta facendo ricerche in tal senso. Nel resto d’Europa si è più avanti, si è visto e provato che per alcune malattie mentali come depressione, bipolarità o ossessioni, le sostanze psichedeliche possono portare al rientro dei sintomi. In Italia prevale il pregiudizio».
A parlare è lo psicologo cremonese Fabrizio Arrigoni, docente di Pedagogia e antropologia all’università di Brescia ma soprattutto - almeno per quanto ci riguarda - creatore letterario di Gabriele Fueri, psicologo con il pallino delle indagini, che arriva alla sua seconda avventura con il giallo ‘Il rito del male’.
Siamo a Parma, davanti a Fueri una donna che dice di essere una sciamana. Niente di strano, di personaggi stravaganti il dottore ne conosce parecchi. Non fosse che la donna gli confessa di essere un’assassina. Il giorno successivo si diffonde in città la notizia dell’omicidio, con un coltello nel petto, durante un rito sciamanico a base di ayahuasca, di Arturo Forzano, noto psichiatra, sostenitore dell’uso degli psichedelici a scopo curativo e immanicato a tal punto da portare avanti sperimentazioni proibite, oltre a progetti dal forte impatto politico ed economico.
Quale terribile verità si cela dietro la presunzione di poter curare il mondo dai suoi fantasmi più oscuri? Fueri, grazie anche alla complice collaborazione di una poliziotta che non lo lascia indifferente e di alcuni suoi pazienti, riuscirà a fare luce. L’ayahuasca, letteralmente liana degli spiriti o liana dei morti, è un decotto psichedelico a base di piante amazoniche in grado di indurre effetti visionari al quale sono attribuite prerogative mistiche e terapeutiche. Ora prende piede anche in Italia. Niente di spirituale o filosofico, assicura Arrigoni, solo questione di soldi.
Come nel recente caso del 25enne Alex Marangon, che potrebbe essere morto a causa di un decotto psichedelico. Era scomparso dopo una festa nell’abbazia di Santa Bona a Vidor, un rito sciamanico condotto da due colombiani. «Spesso dietro tutto questo c’è un affare economico, si propongono i riti a ragazzi e adulti che arrivano a pagare cifre importanti. Bisognerebbe trovare zone di cura giusta e non mosse da legami economici. Questi riti con la ayahuasca o i funghi peyote, altro potente allucinogeno, sono in contrapposizione a una cura medica, che invece dovrebbe essere centrale».
Il riferimento è al dibattito sull’utilizzo terapeutico delle sostanze psichedeliche tuttora in corso tra gli specialisti in Italia e che, di fatto, ha dato ispirazione ad Arrigoni, che sposa la tesi possibilista. Il giallo viene costruito sull’omicidio di uno psichiatra che portava avanti questo tipo di cura, vedendo risultati positivi, che però si pone in forte alternativa con le cure mediche ufficiali dei colossi degli psicofarmaci di big pharma. «Ho visto e studiato che gli stati indotti molto forti di dissociazione o di alterazione della coscienza possono aiutare l’evoluzione e la cura delle malattie mentali».
Fueri, spiega ancora l’autore, «entra dentro queste trame, indaga un po’ anche per motivarsi e dare nuovo senso al proprio lavoro, che non è solo sull’anima ma anche di spiegazione». Altro concetto immanente nel libro è quello, vecchio come l’uomo, della ricerca del potere del controllo del cervello delle persone, del prevalere dell’uomo sull’uomo. «Siamo una società additiva che dà dipendenza e le sostanze psichedeliche fanno perdere il controllo generando stati alterati di coscienza. Se impiegate fuori dalle terapie, il rischio è che di fatto ti fanno piombare in un contesto che ti consegna a qualcun altro. E se questi agisce solo per far soldi, sei nelle mani sbagliate».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris