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MUSICA A CREMA

Basta un ‘Violino’ e con Lucio Fabbri il San Domenico sogna

Una rimpatriata all'insegna della musica e una vera e propria celebrazione della vita e della carriera (al suo cinquantesimo) del celebre musicista

Greta Mariani

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redazioneweb@laprovinciacr.it

22 Dicembre 2023 - 22:25

CREMA - Una passeggiata musicale tra gli anni della sua vita e carriera, nella città d'origine, sulle corde del violino che lo ha reso celebre. Violino che ha ormai nel nome e nel Dna. Lunghissimo l'applauso che alla sola apertura del sipario, ha accolto il concittadino Lucio Fabbri, da parte del pubblico cremasco. Questa sera, al Teatro San Domenico, una rimpatriata all'insegna della musica e una vera e propria celebrazione della vita e della carriera (al suo cinquantesimo) del celebre musicista. Una carrellata della canzone d'autore, alla quale Fabbri ha contribuito come artista, arrangiatore, produttore e direttore in tutti questi anni. Una musica ribelle e libera, solo per citare uno dei brani che hanno aperto il concerto, nato anni fa dalla collaborazione con Eugenio Finardi, insieme a Pane Quotidiano di Alberto Camerini.

I due cantautori che hanno aperto le porte della discografia, negli anni '70, proprio al cremasco. Sul palco, con 'Violino' Fabbri, eccezionali amici e colleghi musicisti: le chitarre Massimo Germini e Paolo Bonfanti; la batteria di Roberto Gualdi e il basso di Antonio Petruzzelli. La serata, organizzata dall'Associazione 1870 di Crema, in collaborazione con la Banca Popolare di Crema e Associazione popolare Crema per il territorio, insieme al Comune di Crema, ha visto Fabbri parlare direttamente e con il cuore al pubblico, con la promessa di tornare periodicamente nelle feste, per celebrare musica e città.

Tanti applausi, così come il battito delle mani per accompagnare il ritmo dei brani ed entusiasmo da parte degli spettatori. Momenti poetici con Una città per cantare e il ricordo di Lucio Dalla, accompagnato da aneddoti, oltre a una serie di pezzi di Roberto Vecchioni, con cui ancora oggi i musicisti collaborano. Un'occasione per coinvolgere nei cori e nei ritornelli anche il pubblico, da Velasquez a Samarcanda. Struggente, evocativo, gitano, popolare, il violino — vera voce di Fabbri — ha fatto sicuramente fatto la differenza, sebbene magistralmente amalgamato agli strumenti e dalle splendide voci e interpretazioni degli altri (come lui) polistrumentisti e cantanti.

Tra battute e scambi con gli spettatori, Fabbri ha raccontato i tanti anni con la Pfm e di come «questa sera ho 'tradito' il gruppo, in concerto ad Aosta, per essere qui con voi. Poi in questa splendida serata e con un clima in cui, a Crema, sembra quasi primavera». Nei diversi brani, Lucio ha anche abbandonato momentaneamente il violino, per esibirsi anche alla chitarra elettrica e al piano, con uno spettacolo davvero a 360 gradi e per diversi gusti musicali. Ritmo, con Tintarella di Luna, nella versione di Enzo Jannacci e Giorgio Gaber.

Spunta la luna dal monte di Pierangelo Bertoli è stata l'immersione in una nottata romantica e nostalgica. Poi via sulle verdi colline e terre di capelli rossi al vento, di gonne che girano nel sole, con Il Cielo d'Irlanda. Il capitolo Faber ha segnato il confine e l'eterno vagare tra musiche evocative e la poesia dei testi, riuscitissimo omaggio all'indimenticato Fabrizio De André. Tra Il Pescatore, Volta la carta e altri capolavori la serata è scivolata piacevolmente via. Non sono mancate le incursioni nella più recente modernità delle collaborazioni: notevole la versione acustica, chitarra e violino, di Be' dei Maneskin. Grazie Lucio, al tuo prossimo ritorno a casa.

FOTO E VIDEO: FOTOLIVE/MASSIMO MARINONI

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