L'ANALISI
16 Novembre 2023 - 22:20
CREMA - Un'orchestra di diciotto elementi e voce. La voce per eccellenza, quella da crooner di Mario Biondi. Stasera, ha incantato un Teatro San Domenico di Crema sold out da mesi, coi brani dell'ultimo lavoro, nella data zero del nuovo tour. L'inizio con My favorite Things, nuova versione del celebre brano cantato da Julie Andrews nel musical Tutti insieme appassionatamente. Atmosfera soffusa tipica del soul, luce azzurra da sfondo, spezzata solo da grandi fiori arancioni, gioco di luci riuscito e cadenzato dalle note dei musicisti. La direzione di Giordano Desiderio ha visto sul palco, archi, batteria, tastiere e un ensemble di strumenti utile, di volta in volta, a regalare i colori necessari a ciascun brano.
Tra ironia e bravura, il cantante in abito nero classico ha portato il pubblico nel suo mondo, canzone dopo canzone (che scherzosamente ha sempre definito la penultima in scaletta). La serata è decollata soprattutto con Fool for your love, una delle principali perle del nuovo album, composta più di quindici anni fa dallo stesso Biondi e rimasta in un cassetto, fino all'importante occasione e collaborazione che ha portato al completamento col testo e la proposta al pubblico. Un'alternanza equilibrata tra i diversi stili e universi che la voce di Biondi è in grado di regalare: dalle atmosfere più intime, ai ritmi sudamericani, ai brani in lingua italiana, sprazzi nazionali in un repertorio inglese e internazionale che continua però a essere l'abito perfetto cucito su misura per Biondi.
La cifra, insomma, in cui la voce del cantautore è immensamente riconoscibile e riconosciuta come unica. Nei tanti brani nuovi e di repertorio — come non citare ad esempio This is what you are — anche pezzi di storia della musica del genere congeniale a Biondi, come Smoke gets in tour eyes. Poetica la sua versione in finale di concerto. Su Hello like Before, il pubblico ha urlato a cantante e musicisti un «siete magici», che ha ancor più accorciato le distanze tra palcoscenico e platea, già anticipato dalla indiscussa delicatezza degli archi e dal clima famigliare creato dagli artisti. Dindi, pezzo definito da Biondi quasi miracoloso, ha incantato, prima di ripassare alle musicalità dell'America Latina, in una veste più ritmata e trascinante come un Rio de Janeiro può essere, ad esempio.
Comunque una parentesi importante della serata, in cui Biondi ha lasciato anche grande spazio al giro degli strumenti, magistralmente suonati. Struggente il ricordo di Burt Bacharach, con Alfie. In chiusura, A child runs free, che piace pensare il protagonista della serata possa aver dedicato a quel suo ideale di mondo in pace, con tutti e per tutti, che si è augurato nel corso dell'intervista proprio dalle nostre colonne. Ci aveva infatti confidato di annoverare tra le proprie 'cose preferite', proprio la pace, la voglia di cantare una realtà diversa dalla barbarie che sta caratterizzando questo periodo storico. E ancora, per salutare il pubblico dopo una apprezzatissima e applauditissima scaletta di ventisei brani, Jeannine. Lunghi applausi e coinvolgimento del pubblico, che non ha fatto mancare il proprio calore per l'intera serata. Ancora una volta, l'incontro tra Biondi e la città di Crema è stato un connubio riuscito.
FOTO: FOTOLIVE/MASSIMO MARINONI
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