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Roberta Schira e le ricette dell'anima

Caduta e rinascita di una giovane chef di successo grazie a ingredienti speciali: le parole. L'autrice domenica presenterà il romanzo a Crema a 'Mondi di carta'

Paolo Gualandris

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pgualandris@laprovinciacr.it

11 Ottobre 2023 - 05:25

CREMONA - Ci siamo passati tutti: a volte il mondo intorno crolla e non ci si sente pronti ad affrontarlo. Che fare per non soccombere? «Dentro ognuno di noi c’è la forza per ricominciare. Ognuno ha la propria ricetta speciale», assicura Roberta Schira, giornalista e scrittrice cremasca, che non parla di ricetta a caso, essendo gourmet e critica gastronomica. Stavolta, però, gli ingredienti non sono (solo) olio, pepe e sale q.b., ma parole riscoperte nel loro significato più intimo e sentimenti ritrovati nella loro essenza più profonda. Ne escono così ricette dell’anima che possono, se applicate su noi stessi e non solo sugli altri come siamo usi fare per cercare scuse fuori da noi a giustificazione dei nostri malesseri interiori. Il suo romanzo ‘I fiori hanno sempre ragione’ è una sorta di ‘Cucchiaio d’argento’ che profuma di speranza, che si gusta, pagina dopo pagina e regala ricette di cibo e di commozione. Schira ne parla con Paolo Gualandris nella videointervista ‘Tre minuti un libro’.

È il suo primo romanzo, ma si può dire che qui continua un lavoro già iniziato nel tempo con altri suoi libri, come per esempio ‘Cucinoterapia’. Stavolta la terapia è declinata in un romanzo di formazione, una storia di perdite e di ritrovamenti, di rinunce e di rinascita. Eleonora, la protagonista, una famosa chef, stringe tra le mani un bauletto che custodisce ricette con ingredienti speciali: il Coraggio, la comprensione, la Fiducia in sé stessi, la Gentilezza… Basta usarne solo un pizzico per creare l’Amore, la Speranza, il Perdono. Ma dove trovarli? Eleonora è una ex bambina ferita, con dei genitori anaffettivi, alla quale succede una cosa terribile per lei che ha il grande dono del palato assoluto e di un grande olfatto: battendo la testa perde questi due grandi questi sensi, cioè il suo dono. La sua è una caduta reale, ma anche simbolica, le fa rimettere in discussione l’intera esistenza.

«Il libro in realtà è una metafora delle cadute che tutti noi abbiamo e di come possiamo riuscire a rinascere. Ovviamente trovando più dentro di noi che all’esterno le forze. E quindi ci sono delle ricette fatte di parole alle quali poi Eleonora si affiderà per questo percorso». Ricette che sono l’ultimo ricordo di nonna Ernesta. È stata lei a insegnarle che cucinare è molto più che «far da mangiare»: è anche un atto di guarigione, per gli altri e per sé stessi. Eleonora deve trovare i suoi ingredienti unici per tornare in cucina: era il suo porto sicuro, ora le fa paura.

Quali sono le parole chiave? «Si parla di solitudine, di attesa e questa è una parola per me importante perché ho fatto un lavoro anche su di me scrivendo il libro. Ero una donna che voleva tutto subito e invece mi sono abituata a tempi lenti. Poi c’è la resilienza, parola importante che comprende la determinazione e l’ambizione, che però non deve diventare ingordigia, avidità. E quindi ecco il perché di una ricetta di parole: perché oggi la comunicazione ci porta a dimenticarne il vero significato. Il lettore noterà che sono molte le etimologie spiegate, non perché abbia voluto dare sfoggio di cultura, ma perché etimo vuol dire in greco verità, quindi andare a vedere l'etimologia delle parole è come andare a vedere il vero e la verità che c’è in esse».

Eleonora dice che se vuoi conoscere un uomo veramente, cena con lui. «È così. È dimostrato che quando mangiamo dopo circa 12-15 minuti cadono tutte le difese, non si hanno più filtri, e quindi ci si mostra per quanto siamo veramente. La tua estrazione, il rapporto che hai non solo con il cibo ma anche con il personale di servizio, se sei ingordo, se sei lento, se assapori il cibo oppure lo divori». Nel romanzo c’è anche il tema della nuova famiglia. «Non ho nulla contro la quella tradizionale, per carità. Però vorrei far capire che ci sono anche altre forme alternative, come nel caso di Eleonora, che al padre preferisce un vecchio amico di famiglia, ex giardiniere. Oppure la Brigata del ristorante, come la chiamano loro, che diventa la vera famiglia affettiva. O una nonna. Nella nuova famiglia di Eleonora ci sono gli archetipi umani: l’invidia, l’affetto, la solidarietà».

L'AUTRICE DOMENICA A CREMA A 'MONDI DI CARTA'

Roberta Schira presenterà questo suo primo romanzo, pubblicato dopo una quindicina di libri a vario titolo dedicati alla cucina, a Crema, domenica prossima, in sala Pietro Da Cemmo, al Centro Culturale Sant’Agostino del Museo Civico, in occasione del festival gastro-letterario ‘I Mondi di Carta’. L’appuntamento è per le 215,30 e l’ingresso è libero. L’intervista è a cura di Paolo Gualandris, direttore del quotidiano La Provincia di Cremona e Crema, e Walter Bruno, direttore della comunicazione del Gruppo Humanitas.

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