L'ANALISI
BUON COMPLEANNO MUSEO DEL VIOLINO: IL VIDEO
01 Ottobre 2023 - 08:42
CREMONA - Alessandro Quarta o è un pazzo o è un genio. Ieri sera Auditorium Arvedi pieno e pubblico in visibilio per la prima mondiale de ‘I Cinque Elementi’, composizione dello stesso violinista che tocca quelli che per lui sono i cinque elementi dell’universo: Terra, Acqua, Aria, Fuoco ed Etere, introdotte dalla Creazione. Quarta è un sognatore, non ha paura del giudizio di nessuno, suda, balla, canta: è un istrione o un profeta. Testa rasata, camicia tipo zebrata aperta sul polsino e sul petto, quanto basta per far intravedere collane e bracciali di ogni tipo che suonano con il suo violino, anelli e orecchini, stivaloni. Per lui il frac è superato, perfino inutile, e forse non ha tutti i torti. Per lui c’è solo la musica: sua ragione di vita e stella polare. ‘I Cinque Elementi’ nasce dopo nove mesi di lavoro. Per Quarta questa partitura è un parto, con la gioia di un figlio amato. Lo testimonia la sua commozione alla fine del concerto, coronato da due standing ovation e oltre dieci minuti di applausi.
Creazione ha il ruolo di Prologo. Permette di immergersi nella contemplazione del Creato come da una condizione privilegiata di osservatori speciali. Terra è un brano narrativo: racchiude in sé la storia della Terra e dell’uomo. Acqua ha un crescendo di fortissimo impatto che viene interrotto improvvisamente per tornare al tema iniziale con uno stacco deciso ed eloquente. Aria è un movimento di ampio respiro, fortemente espressivo e tormentato. Fuoco è certamente il movimento più virtuoso, passionale: dalla scintilla del tango si spinge fino e alle lande martoriate dalle fiamme. Etere è speranza, con un andamento dolce e pacificante vuole elevare la natura ad essere metafisico e celeste.
Nel complesso, quello de ‘I Cinque Elementi’ è un linguaggio fortemente corale, dove gli episodi di genuino virtuosismo non intaccano la solidità della partitura. Ottimo il lavoro dell’Orchestra Bruno Maderna guidata da Danilo Rossi e del pianista Giuseppe Magagnino. Il punto di forza della composizione è sicuramente la capacità evocativa. È una musica che riesce ad essere diretta, senza scadere nella banalità, e comunicativa, senza appiattirsi al luogo comune. Alcune citazioni da Vivaldi e Piazzolla sono evidentissime, ma la composizione riesce a intraprendere un cammino autonomo che raccoglie il meglio delle esperienze musicali del passato e le condisce di sana contemporaneità. Alessandro Quarta è un pazzo o un genio, allora? Probabilmente entrambe le cose, di sicuro un grande musicista, un artigiano che piange ogni sua nota. Un uomo che ama.
FOTO: FOTOLIVE/STEFANO TARLAO
VIDEO: ANA VERA TEIXEIRA
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