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MUSICA. IL VIDEO

Cremona Jazz, atmosfera swing di Caputo all'auditorium dell'MdV

Gli anni Ottanta di una Roma notturna e nottambula: viaggio nel tempo

Luca Muchetti

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20 Maggio 2023 - 08:36

CREMONA - Gli anni Ottanta di una Roma notturna e nottambula e, ovviamente, un mare di swing. Il concerto di Sergio Caputo all’Auditorium del Museo del Violino è un viaggio nel tempo capace di portare dritti al cuore di Sabato italiano, l’album (il primo del musicista romano) che quarant’anni fa esatti costituì uno dei capitoli più freschi e originali di un modo tutto jazz di intendere la musica pop e la canzone italiana.

Il tempo è passato, ma il fascino di quelle canzoni - anche dal vivo - rimane intatto, nonostante alcuni importanti problemi tecnici che hanno costretto il cantante e la band a interrompere più volte nel corso della serata cremonese la scaletta del concerto. Imprevisti non da poco e che hanno portato il gruppo (composto da Paolo Vianello alle tastiere, Lorenzo De Luca al sax, Alberto Vianello, al sax, Luca Iaboni alla tromba, Fabiola Torresi al basso, Alessandro Marzi alla batteria) ad abbracciare ampi momenti di improvvisazione completamente avulsi dalla setlist originale per permettere ai fonici di riprendere il controllo della situazione. Una impasse mai vista prima in Auditorium, con qualche sonoro reclamo da parte del pubblico, ma che la band ha gestito con l’esperienza di musicisti navigati, trasformando parte della serata in una sorta di jam session.

«Mi dividevo tra la musica e il lavoro ‘vero’ - ha ricordato Caputo in una intervista a proposito dei tempi in cui l’album fu concepito -, quello di art director di una grande azienda pubblicitaria con un cluster di clienti importanti curati proprio da me, dalla Perugina alla Heineken. Il tabellino di marcia prevedeva: mattina e pomeriggio in ufficio fino alle 18,30, ritorno a casa per dormire con sveglia impostata alle 23, schizzavo fuori dal letto e in giro tutta la notte per locali, veloce passaggio da casa poco dopo l’alba e ingresso in ufficio. Durò per qualche annetto».

Dopo diciannove album Caputo ha deciso di festeggiare i quarant’anni del disco che ha segnato l’inizio della sua lunga carriera musicale con un tour che, oltre ai brani di Un Sabato Italiano, ha visto nel programma anche le hit che lo hanno seguito, quali Italiani Mambo, L’Astronave che arriva, Il Garibaldi Innamorato ed altri successi cari al pubblico. L’esibizione, diretta dalla voce e dalla chitarra di Sergio Caputo, ha dato ampio rilievo alla sezione fiati, più volte impegnata in un dialogo sempre aperto con gli assoli di chitarra di Caputo, alternativamente alle note di pianoforte per i momenti più jazzy della serata.

Tanti, tanti gli applausi all’indirizzo della band nonostante i problemi tecnici che hanno restituito (romanticamente parlando) un po’ di quella dimensione avventurosa dell’imprevisto che ci piace immaginare non così rara sui palchi dei club notturni della Capitale quando Caputo muoveva i suoi primi passi.

La settimana prossima, venerdì alle ore 21, si arriva al gran finale di Cremona Jazz: Tony Esposito propone un ritorno alle sue origini musicali, radici che hanno attraversato gli anni Settanta con produzioni discografiche mischiando i primi vagiti della world music, funky e una fusion che metteva sempre in primo piano il gusto della melodia e le percussioni. Il repertorio include un doveroso omaggio all’amico Pino Daniele. Un progetto che è una vera e propria riscoperta e che prevede la presenza di un altro esponente di spicco della musica partenopea, Gigi De Rienzo, oltre che la special guest Antonio Faraò, Lino Pariota, Claudio Romano.

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