L'ANALISI
CASALMAGGIORE. IL VIDEO
13 Marzo 2023 - 16:31
CASALMAGGIORE - La curiosità era tanta e così una piccola folla ha preso parte sabato pomeriggio all’inaugurazione della originalissima mostra ‘Aqua benedicta. Le acquasantiere tra collezionismo e arte ceramica’, allestita al Museo del Bijou sino al 16 aprile.
“Ho accolto con grande piacere la proposta del professor Francesco Vitale di organizzare questa mostra con le acquasantiere realizzate dai soci di Ceramicarte - ha esordito Letizia Frigerio, conservatore del Museo del Bijou -. Anche perché ho poi trovato in un comodino dimenticato da decenni nella cantina del nonno una acquasantiera domestica, impolverata dal tempo. La sorpresa è stata trovare sul retro un marchio inequivocabile: in un ovale, la sigla FGM. Federale-Galluzzi-Maffei, le Fabbriche Riunite Placcato Oro di Casalmaggiore. E’ stato come recuperare un piccolo tesoro. Dedico la mostra a mio nonno Celestino Riccardi ma la vera dedica di questa mostra è per Giuseppe Ferrari, che ci ha lasciato da poco (il 20 febbraio, nda), che ha qui alcune acquasantiere esposte e che ha lasciato in tante persone un segno importante”.
L’esposizione è stata arricchita da collezionisti che hanno prestato le loro acquasantiere: Ferdinando Amato, Paolo Marenzi, Alfio Micheletti e Giancarla Zuelli. In tutto sono esposti 83 pezzi, compreso un fonte battesimale in marmo giallo siena realizzato da Isaia Lazzari.
La Frigerio ha ringraziato don Claudio Rubagotti, che il 15 aprile relazionerà sul senso dell’acqua santa, Marco Visioli, al suo studente Victor Severin, che si sono prodigati per la grafica, Vincenzo Raeli per le fotografie, Paolo Zani, presidente degli Amici del Museo del Bijou, Maria Adelaide Donzelli, Santina Maldotti e l’amministrazione comunale.
Apprezzamento è stato espresso dall’assessore alla Cultura Marco Micolo: “Il Museo del Bijou è un unicum in Europa, oltre che un piccolo gioiello e deve essere considerato un orgoglio per Casalmaggiore. La mostra riguarda oggetti, molto popolari tra Settecento e Ottocento, realizzati in gran parte dai soci di Ceramicarte. Questa arte meno conosciuta merita senz’altro di essere conosciuta e promossa”.
Il sindaco Filippo Bongiovanni ha portato il suo saluto: “Con Ceramicarte è aperta una viva collaborazione da tanti anni e ci sono anche progetti in vista. Quando mi è stato presentato il tema, mi si è acceso un ricordo d’infanzia, perché anche i miei nonni, in casa, vicino al letto, avevano l’acquasantiera”.
Don Rubagotti, prima di impartire la benedizione, ha ricordato di aver visto la prima volta una acquasantiera domestica da bambino, “nella mia cascina”, e ha sottolineato come sarebbe bello venisse ripristinato l’uso di un tempo.
La docente Maria Adelaide Donzelli ha ricordato che l’uso diffuso di attingere acqua benedetta per bagnarsi la mano e compiere il gesto rituale del segno della croce ha dato origine alle acquasantiere pensili da appendere alla parete.
“Questi piccoli oggetti venivano utilizzati in ambienti di carattere privato quali oratori e piccole cappelle o nell’ambito delle devozioni domestiche durante le preghiere mattutine e serali da parte dei componenti della famiglia”. Solitamente erano collocate ai lati della testiera del letto degli sposi per consentire loro di farsi il segno di croce prima della notte: così si santificavano l’unione coniugale e il meritato riposo.
“Altre volte erano poste all’ingresso delle case per invitare gli ospiti ad usarle all’arrivo e al commiato. Di ridotte dimensioni, sono formate da una piccola conca - per lo più a forma di conchiglia, secondo la tipologia diffusasi dal XVII secolo per l’acquasantiera parietale da chiesa - per contenere l’acqua santa, e da una targa variamente decorata che racchiude l’immagine sacra”.
La comparsa delle prime acquasantiere domestiche risale al periodo fra il XV e il XVI secolo, ma la loro maggior diffusione si ebbe dalla seconda metà del ‘700 e per tutto l’800, quando la produzione in serie determinò prezzi più bassi.
Il professor Vitale si è detto “particolarmente onorato” di presentare l’evento espositivo. Ceramicarte, in vent’anni di lavoro, ha realizzato circa ottanta mostre: i soci di Ceramicarte si sono dedicati allo studio ed all'approfondimento di varie tecniche della ceramica sperimentando materiali, strumenti ed elaborando linguaggi espressivi del tutto personali ed originali.
“Questa mostra si presenta come il risultato di una ricerca artistica e di approfondimento. All’origine di tutto c’è la terra, l’argilla, un materiale che ben si presta a trasferire l’idea dell’artista che la plasma e la modella”.
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