L'ANALISI
STRADIVARIFESTIVAL: IL VIDEO
24 Ottobre 2022 - 09:07
CREMONA - Gran finale per lo Stradivarifestival, che ha chiuso ieri sera la rassegna 2022 con un Auditorium da tutto esaurito. Debutto assoluto al festival e all’Auditorium Arvedi per uno dei violinisti più famosi e acclamati del mondo, lo statunitense Joshua Bell, che in duo con il pianista Peter Dugan ha impaginato un programma che veleggia tra tardo Settecento, Ottocento e Novecento storico e che pone al centro della serata la più importante forma della letteratura musicale: la Sonata. Joshua Bell è una star. Con una carriera di quasi quarant’anni, Bell vanta esibizioni con tutte le orchestre più importanti del mondo e continua a intrattenere collaborazioni come solista, concertista, musicista da camera e direttore d’orchestra. Il suo accompagnatore, Peter Dugan è un artista multigenere, un pianista di altissimo calibro che si trova ugualmente a suo agio nella musica classica, jazz e pop.
In scaletta quattro grandi sonate che trovato il loro punto di partenza con un Beethoven, quello della Sonata n.2 per violino e pianoforte, che ancora guarda al repertorio neoclassico e soprattutto alla pesante eredità mozartiana che solo più tardi sarebbe riuscito a superare. Un Beethoven tardo settecentesco che gioca con violino e pianoforte, i quali si rincorrono per tutta la sonata con un'arguzia capricciosa e ironica. Segue la Grosse Sonate (Sonata n.2 per violino e pianoforte) di Schumann, testimone di un linguaggio espressivo febbrile e allo stesso tempo introverso proprio del compositore tedesco, per tutta la vita tormentato dalle sue condizioni psicologiche instabili. Apre il secondo tempo del concerto la Sonata n.3 di Claude Debussy, eseguita un anno prima della morte del compositore e caratterizzata dall'ombra della malattia che stava logorando Debussy e dalla Guerra mondiale che stava lacerando l'Europa. Una pagina, come scrisse il critico francese Antoine Golea, «fatta col sangue».
Chiude il concerto la Rapsodia n.1 di Béla Bartók, con un tono più leggero e giocoso rispetto ai brani precedenti. «My violin says grazie!» scherza Bell al termine del concerto: il suo è un violino Stradivari Huberman 1713. Un ritorno a casa. Annuncia poi due bis: il primo è il famoso Notturno Op.9 n.2 di Chopin, arrangiato per violino e pianoforte da Bell stesso. Una riscrittura che dona sfumature inedite a un brano conosciutissimo. La voce affidata al solo pianoforte dalla partitura di Chopin viene traslata al violino, e il pianoforte fa da eco, come un dolce canto nella notte. Il secondo bis, «the fast one», è lo Scherzo-Tarantelle di Wieniawski, che diventa l’occasione di Bell per mostrare virtuosismo, fantasia e versatilità. Tutti in piedi: lo Stradivarifestival si chiude con una standing ovation e un applauso infinito.
FOTO E VIDEO: FOTOLIVE/SALVO LIUZZI
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