L'ANALISI
03 Settembre 2022 - 08:24
CREMA - Accendere la speranza, per mettere fine a ogni buio. Lo ha fatto ieri sera nel piazzale della stazione di Crema, sperando che possa diventare un’azione quotidiana antidoto alle sofferenze del mondo, lo spettacolo Hope, apertura dell’edizione numero 25 del Franco Agostino Teatro Festival, che sarà intitolata Tutto scorre. Hope ieri sera ha stregato centinaia di spettatori, con le soluzioni sceniche d’impatto emotivo e visivo portate da Pietro Chiarenza. Possono le stesse gabbie che negano la nostra libertà, la nostra visione aperta sul mondo, diventare strumenti di gioco, di condivisione, di solidarietà con l’altro, tanto da riaccendere la luce della speranza e illuminare ciò che nell’oscurità sembrava essersi perduto?
Ieri sera è stato possibile e può funzionare ancora, basta non smettere di sperare. Lo spettacolo è nato due anni fa, nel pieno di una pandemia che sembrava aver spazzato via la parola speranza da ogni angolo del mondo, come performance improvvisata ed estemporanea in Belgio, quando Chiarenza e i suoi figli Anders e Milo sono usciti di casa e, nel bel mezzo della via, hanno dato vita a una magia di luce, gioco e fuoco che riscaldasse i cuori impauriti. Primi spettatori, i vicini, che ne hanno testimoniato l’assoluto fascino. A breve, una proposta di collaborazione di una realtà teatrale belga molto importante e la possibilità di rendere Hope una produzione esportabile, più strutturata e in grado di comunicare il proprio messaggio anche in giro per il mondo.
L'apertura del Fatf con tanti bambini e famiglie di ieri ha voluto abbracciare a pieno il messaggio di Hope, che ha saputo sorprendere non solo con l’attrazione del fuoco, vero discrimine scenico dell’eterna lotta tra bene e male, bianco e nero, suono delle sirene e della paura e forza del sogno che combatte le avversità. Ma anche con l’immagine dei giovanissimi protagonisti, capaci di rendere molto bene i timori dei momenti di tenebra e paura e poi la spensieratezza che solo il gioco tra bambini può dare. Forse, la visione del mondo pura dei ragazzi, l’elemento da cui ripartire. Salto della corda infuocata, evoluzioni con la scala, gli overboard, il cerchio, i girotondi, le acrobazie sui pattini, equilibrismo e infine la luce che da minacciosa diventa faro nella nebbia. La grande scritta infuocata Hope, che si fa spazio e trionfa.
In scena, con Chiarenza e i figli, anche Renée Anthony, Michela Henle e Daniele Contino, su musiche originali di Michele Moi, con costumi di Marie Dries e Lieve Wouters, produzione Sprookjes Enzo in collaborazione con Theater op de markt-Dommelhof e Perpodium-Tax Shelter. Dopo Crema, Hope sarà in tour ancora fino a febbraio, ma la tappa cremasca rappresenta un passaggio particolarmente importante e sentito: «Pietro è un amico del nostro festival da sempre e il suo ritorno con uno spettacolo come questo è un enorme regalo», commenta la presidente del Fatf Gloria Angelotti, orgogliosa anche del lavoro del suo efficientissimo staff, le ormai famose magliette rosse. Lo spettacolo è stato dedicato da Chiarenza proprio a Gloria per la sua capacità di «trasformare un dolore in un girotondo di sorrisi per gli altri, come il festival è. E poi dedico Hope a tutti quelli che stanno soffrendo. La speranza c'è sempre».
VIDEO E FOTO: FOTOLIVE / JACOPO ZANINELLI
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