L'ANALISI
L'ALTRA ANIMA DEL VIOLINO: IL VIDEO
13 Marzo 2022 - 12:21
CREMONA - «Ero tornato in Argentina con molti sogni romantici, il tango fece il resto». Da New York a Buenos Aires, per rifondare il tango con un suono «talmente nuovo che nessuno era pronto ad ascoltare». La storia di Astor Piazzolla, raccontata con le sue stesse parole, è andata in scena ieri sera all’Auditorium del Museo del Violino nel corso di un applauditissimo concerto-recital, un mix di parole e musica proposto dalla voce narrante di Laura Morante e dal trio formato da Marco Fabbri al bandoneon, Massimo Repellini al violoncello e Stefano Giavazzi al pianoforte. Un nuovo appuntamento della rassegna L’altra anima del violino e dedicata al musicista simbolo d’Argentina.
Un racconto vividissimo, quello goduto ieri dal pubblico dell’auditorium, grazie alla recitazione di Morante, impegnata nella lettura di alcuni stralci tratti da A manera de memorias, il libro-intervista di Natalio Gorin nel quale il Piazzolla uomo svela il Piazzolla artista. Uno spaccato di vita narrato in prima persona e senza giri di parole, in cui l’iniziale disamore fra Piazzolla e il bandoneon (così come la voglia di evadere da quel tango che ovunque si suonava ma ovunque si intepretava secondo il rigido schema della tradizione) fa sorridere rispetto al percorso artistico dell’uomo che avrebbe letteralmente deviato la storia dello strumento e rifondato l’intero genere. A metà fra concerto e drammaturgia musicale si pone la scelta dei brani in scaletta, un vagabondaggio nel repertorio dell’artista argentino d’origine italiana - con Verano porteño, Resurreciòn del Angel, Milonga del Angel, Triunfal, Adios Nonino, Los pajaros perdidos, Balada para un loco, L’Amour, Milonga sin palabras, e l’immancabile Libertango -, ma che include anche composizioni di Discepolo, Ginastera e Valendel.
Da Buenos Aires a Parigi, la città che diede a Piazzolla «apprezzamento e rispetto», fino al resto del mondo, portando il verbo del tango nuevo, accolto quasi come una eresia dai puristi e motivo di scontri non rari fra Piazzolla e le fazioni più conservatrici del suo pubblico. Una relazione progressivamente a pezzi, quella con la celebre Amelita, un periodo di residenza romana, alla fine degli anni Settanta, una parentesi molto poco felice per la solitudine sofferta nella Città eterna, e poi un fortunato ritorno in terra parigina e il rapporto con Jeanne Moreau. In mezzo, un mare di musica sanguigna ed elegantissima destinata a sopravvivere al tempo. Lo spettacolo di Morante e Fabbri suona come un magnifico concerto ma anche come un invito all’approfondimento della biografia di Piazzolla e del libro di Natalio Gorin, una storia appassionata e appassionante di uno dei musicisti più importanti del Novecento, un ritratto intimo che non nasconde ma al contrario rivela in modo umanissimo le paure, le gioie, le ambizioni e i sogni di colui che ha ridefinito il suono e la musica di un intero Paese.
L’altra anima del violino torna mercoledì 13 aprile ore 21 con Fiato al Violino!, un concerto di Teofil Milenkovic al violino con gli Ottoni della Cappella Sistina. Giunta alla quarta edizione, la rassegna esplora i lati più originali degli strumenti ad arco, facendo incontrare generi e stili. Un vero e proprio laboratorio pensato per mettere in luce tutte le sfaccettature espressive degli archi, non solo il profilo classico.
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