Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

L'ALTRA ANIMA DEL VIOLINO: IL VIDEO

Con Mario Brunello e Giovanni Sollima colori di fratellanza e pace

All'Auditorium del Museo del Violino l'omaggio al popolo ucraino ha aperto l'applaudito concerto dei due big del violoncello

Luca Muchetti

Email:

redazioneweb@laprovinciacr.it

28 Febbraio 2022 - 08:58

CREMONA - Inizia con un omaggio al popolo ucraino la prima serata all’Altra anima del violino, ieri sera nell’Auditorium di piazza Marconi. Mario Brunello e Giovanni Sollima hanno scelto infatti di suonare l’intera scaletta del loro concerto posizionando due custodie da violoncello proprio al centro del palco riproducendo la bandiera dell’Ucraina: l’una interamente gialla e recante l’iconico profilo della copertina di London Calling dei Clash (ma nella quale un violoncello prende il posto del basso), l’altra completamente blu e ornata dei soli versi «Questa terra è la tua terra», tratti dalla celebre canzone di Woody Guthrie. «Oggi abbiamo deciso di usare queste custodie» spiegano al microfono introducendo il concerto, salutati da un applauso.

Un inizio comunque fuori dalle ingessature e dai canoni che la classica solitamente impone, con i due grandi violoncellisti (due fra i più valenti e conosciuti musicisti italiani all’estero) a spiegare non senza una sana dose di ironia la genesi di questa particolarissima Suite Italienne. Un gioco di falsi, un castello di fake musicali che intenditori e non si sono divertiti a scoprire. Brani pensati per uno strumento differente dal violoncello, intonazioni spostate, e quattro strumenti sul palco, due dei quali violoncelli di piccola taglia, copie moderne di altrettanti strumenti originali antichi (si tratta di un Maggini XVII secolo, un violoncello piccolo a quattro corde Filippo Fasser 2017 modello Fratelli Amati, di un altro Fasser 2020 modello Rogeri e di un violoncello piccolo a cinque corde Nicola Segatta 2018 modello Girolamo Amati). Se le anomalie non fossero abbastanza, ecco una scaletta multiforme, citazionista, sempre fedelissima al filo conduttore del falso a ogni costo che Brunello e Sollima decidono di usare come chiave di lettura dell’intero spettacolo.

Giovanni Sollima e Mario Brunello all'Auditorium Arvedi del Museo del Violino

Se infatti si comincia con una spettacolare galleria verdiana che nella Traviata si muove dal Preludio, Dell’invito trascorsa è già l’ora a Libiam nella trascrizione di Antonio Melchiori, si continua con la Suite Italienne di Stravinsky, la Ciaccona in do maggiore di Bertali, e quella in re minore di Bach, dal Settecento della Sonata per due violoncelli in fa maggiore di Costanzi, alle composizioni originali di Sollima (The hunting sonata), fino all’imprevedibile classico dei Queen Bohemian Rhapsody. Un concerto che ha inaugurato nel migliore dei modi quello che il direttore artistico Roberto Codazzi ha definito «un laboratorio pensato per mettere in luce tutte le sfaccettature espressive degli archi, non solo il profilo classico. E non solo violino, ma combinazioni di organico le più diverse per una iniziativa che in qualche maniera fa da contraltare a STRADIVARIfestival, in quanto a creatività di linguaggio».

Si continua sabato 12 marzo alle ore 21 con Memorie, con Laura Morante (voce narrante), Marco Fabbri (bandoneon), Massimo Repellini (violoncello), Stefano Giavazzi (pianoforte) e la drammaturgia di Marco Fabbri, liberamente tratta da A manera de memorias di Natalio Gorin con arrangiamenti musicali Marco Fabbri nel centenario della nascita e trentesimo della morte di Astor Piazzolla.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400