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L’INTERVISTA AL QUESTORE. IL VIDEO

«Presenza, controlli e l’aiuto della gente: vinciamo insieme»

Ambra: «Cremona modello virtuoso basato sulla partecipazione»

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

24 Dicembre 2025 - 08:30

CREMONA - «La sicurezza è di tutti. Se aumenta la percezione, vinciamo tutti».

Questore Carlo Ambra, lei si è insediato l’1 dicembre scorso. A Cremona c’è un modello virtuoso di collaborazione tra le forze dell’ordine?
«Assolutamente sì. A Cremona c’è un prefetto bravissimo (Antonio Giannelli, ndr) che ogni settimana convoca il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, tra l’altro allargato anche ai sindaci. Vengono discusse tutte le problematiche che ci sono sul territorio. È molto importante il confronto con le forze dell’ordine, l’Arma dei carabinieri, che è un presidio territoriale, la Guardia di Finanza, la Polizia locale e le Polizie locali dei Comuni più importanti. Poi il questore, che è l’autorità locale di pubblica sicurezza, coordina a livello operativo».

Con le amministrazioni locali com’è il rapporto?
«Vengono anche in Comitato. Vedo che c’è una volontà dei sindaci di partecipare e di confrontarsi. Proprio perché la sicurezza, l’ho sempre pensato, dev’essere a 360 gradi. Ovviamente, non si può immaginare un poliziotto in ogni strada, ma anche in una società ideale, se ci fosse un poliziotto in ogni strada, non sarebbe sufficiente, perché nel caso dei reati come il codice rosso, bisogna entrare dentro le case. Ma ci sono molte attività, molti contributi che servono».

Quali?
«L’illuminazione di una via, di un palazzo è importante. Quando nel tornare a casa si trova la via buia, o il palazzo, ci si deve attivare».

Illuminazione e telecamere.
«Non soltanto un servizio di telecamere in generale. Servono anche le telecamere con il lettore targhe, in entrata e in uscita: sono importantissime. Prevenire tutti i reati non è possibile, la telecamera funziona come prevenzione, ma laddove non ci siamo riusciti, è necessaria la repressione, perché la repressione è la migliore prevenzione. Perché se tu da un reato commesso in città ne esci impunito...».

Ci torni...
«In questo senso, i sindaci hanno un ruolo importante. Non solo. È necessario anche un controllo sulle attività commerciali. Talvolta, l’assembramento di persone moleste è collegato a un’attività commerciale. Quindi, bisogna capire qual è il collegamento. Il questore può adottare provvedimenti molto importanti per il cittadino. Quando all’una di notte, i ragazzi cominciano a urlare, a schiamazzare sotto un palazzo, ovviamente il cittadino s’infastidisce. Ed è importante che anche lo stesso commerciante, chi ha un bar, ci dia una mano, evitando di dare alcol a una persona che è in evidente stato di ebbrezza. È importante che ci chiami quando c’è un litigio all’interno del bar».

Siamo sotto le feste natalizie. Più controlli?
«Già nei week-end scorsi, abbiamo intensificato la presenza in centro della polizia; ho aumentato le pattuglie a piedi, perché la polizia deve stare tra la gente. Sono importanti anche i servizi con i titolari di un negozio. Entri e chiedi: ‘Cos’è successo? C’è qualcuno che è entrato molesto, che ha provato a rubare della merce?’. Il confronto è importante. Ho impegnato anche personale della Squadra mobile in un monitoraggio del centro cittadino. In questo periodo, le famiglie si spostano nel centro, ma anche nei centri commerciali per spendere la tredicesima per l’acquisto dei regali natalizi. È importante farsi vedere anche con le pattuglie della polizia a cavallo».

E c’è il gazebo di Youpol.
«È un’ applicazione importantissima. La telefonata è sì importante, ma oggi ci sono dei metodi più moderni. Il giovane scarica l’App in un secondo».

Tra l’altro, è garantito l’anonimato.
«Non è necessario che chi invia il messaggio si identifichi. Anche una notizia informale, anche una fotografia per noi sono importantissime. È importante che il cittadino ci aiuti. Quando leggo le denunce dei furti negli appartamenti o nelle ville, mi capita che nel 90 per cento dei casi il vicino dica: ‘Sì, effettivamente ieri ho sentito dei rumori un po’ sospetti’. Allora perché non chiama? Non devono esserci delle remore. E pazienza se su 100 chiamate una è buona. Noi lavoriamo per quella».

L’utilizzo di Youpol sta aumentando?
«Sì. Sono andato anch’io al gazebo allestito nel centro città. Le persone si avvicinano, scaricano l’applicazione. Certo, va molto pubblicizzata. Penso agli anziani: questa informazione va fatta veicolare anche nelle chiese, negli oratori».

A proposito di anziani e di fasce deboli: le truffe, soprattutto on-line, sono una piaga.
«Lancio un appello: non aprite ai tecnici delle varie società, ai poliziotti. E non aprite i link che vi arrivano sul telefonino o in email. Lancio un altro appello: giocano un ruolo i figli e i familiari, perché spesso l’anziano che subisce una truffa, si chiude e non la racconta. Mi rivolgo ai figli e ai familiari: ‘Intercettate un cambio di umore e chiamateci, perché noi non riusciamo ad entrare nelle case di tutti i cittadini».

Com’è la situazione a Crema?
«Mi sono confrontato con il sindaco. È una situazione un po’ diversa rispetto a quella di Cremona; la toponomastica è diversa. Abbiamo fatto anche lì dei servizi nei pressi della stazione che è più isolata rispetto a quella di Cremona. Ho visto che ci sono stati problemi all’interno di una discoteca. Ho approfondito al Commissariato. Mi piace analizzare il fenomeno. Perché una cosa è quando capita un episodio saltuario, un’altra è quando un episodio si ripresenta con più frequenza e disturba la cittadinanza: bisogna trovare la soluzione, per quanto sia possibile. Poi ci sono soluzioni che non sono delle forze dell’ordine. Bisogna che si attivi qualcun altro. La polizia può essere sempre di impulso affinché gli altri si muovano per trovare la risoluzione che può essere medicale, sociale, assistenziale, giuridica».

Capitolo bullismo e violenza giovanile, altro fenomeno che le sta a cuore.
«Non è facile contenere il fenomeno, ma se riesci a contenerlo il più possibile, dai fastidio alla cittadinanza il meno possibile. Io ho una mentalità investigativa. Ci vuole sempre una strategia, la sicurezza è strategia».

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