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SOLIDARIETÀ

Neonatologia di Aleppo distrutta dalle bombe, dalla Giorgio Conti una mano per ripartire

Nelle scorse settimane in Siria sono arrivate numerose attrezzature mediche destinate alla cura dei bambini. Davanti al reparto, i ringraziamenti alla Fondazione e alla città di Cremona

Elisa Calamari

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redazioneweb@laprovinciacr.it

30 Ottobre 2025 - 05:10

CREMONA - Riattrezzare la Neonatologia di Aleppo, distrutta dalle bombe: grazie alla generosità di un benefattore e alla Fondazione Giorgio Conti, questo sogno è diventato realtà. Nelle scorse settimane in Siria sono infatti arrivate numerose attrezzature mediche destinate alla cura dei bambini. E davanti al reparto, adesso, campeggia una targa con i ringraziamenti alla Fondazione stessa e alla città di Cremona, oltre che all’associazione Amar-Costruire solidarietà di Reggio Emilia, che ha a sua volta preso parte alla delicata operazione umanitaria.

«Desideriamo esprimere la nostra più profonda gratitudine per la vostra generosa donazione di attrezzature mediche – recita la lettera, appena arrivata a Cremona, del dottor Mohammed Morjan, rettore della facoltà di Medicina dell’ospedale di Aleppo –. Il vostro supporto significa per noi molto di più di quanto le parole possano esprimere».

Il presidente della Fondazione cremonese, Carlo Conti, spiega: «Siamo sempre stati abituati ad operare principalmente in ambito locale e nazionale, ma questa volta, grazie ad un benefattore che ha specificatamente voluto sostenere questa causa, abbiamo deciso di spingerci oltre i confini nazionali, per portare aiuto concreto in uno dei luoghi più provati e sofferenti al mondo».

Dal marzo 2011 una guerra civile ha infatti seminato distruzione e dolore in Siria: oltre 600mila morti, cinque milioni di rifugiati, città rase al suolo, un patrimonio culturale inestimabile cancellato. E condizioni di vita disastrose: più del 90% della popolazione vive sotto la soglia di povertà, gli ospedali sono in rovina, mancano medicine, attrezzature, energia.

In molte città i reparti pediatrici e neonatali non esistono più. È nel mezzo di questo scenario che la Fondazione è entrata in contatto con l’associazione Amar, fondata dal medico siriano Jean Bassmaji, da oltre cinquant’anni residente in Italia. Attraverso i contatti di Bassmaji con l’ospedale ha così preso corpo un’idea davvero sfidante: provare a garantire la sopravvivenza dei neonati di Aleppo, appunto ricostruendo il reparto.

«Grazie alla collaborazione intensa con Amar, è partito il progetto – spiega Conti –. Un gruppo di generosi medici italiani ha verificato le richieste pervenute dai colleghi siriani e insieme a loro ha scelto i fornitori e le attrezzature». Sono stati così acquistati numerosi macchinari salvavita, fra cui: 6 ventilatori non invasivi, 3 incubatrici da terapia intensiva, 34 kit per ventilazione assistita, 16 cateteri per ventilazione, 40 sensori di controllo flusso ventilatori, un ecografo e doppler vascolare cardiaco, tre ventilatori digitali, 25 pompe diffusione flusso, 10 laringoscopi in fibra, 5 bilance per neonati, 2 rianimatori neonatali, 2 scaldavivande per neonati, 4 dispositivi e sensori per ventilazione assistita e diverse altre attrezzature

L’ambasciata italiana a Damasco, appena riaperta e guidata da Stefano Ravagnan, ha accolto con grande interesse il progetto e assicurato una costante attenzione e vicinanza. Fino alla consegna. Grande gioia alla sede della Giorgio Conti, in via Mantova, quando nei giorni scorsi sono arrivate le prime immagini e i video tanto attesi: le attrezzature sono all’ospedale, accanto ai volti sorridenti di medici e infermieri. Nelle incubatrici ci sono già i primi neonati. I medici siriani hanno spiegato che «i macchinari miglioreranno sicuramente l’assistenza ai bimbi prematuri e gravemente malati, dando loro una possibilità di vita». I ventilatori, ad esempio, salveranno piccoli che altrimenti morirebbero per insufficienza respiratoria.

L’ecografo consentirà la diagnosi di casi di emergenza come cardiopatie congenite e lesioni al sistema nervoso centrale, eliminando così qualsiasi ritardo nell’erogazione dell’intervento corretto, mentre le unità di fototerapia consentiranno un intervento tempestivo per i neonati affetti da ittero. «Con il vostro aiuto, ora, siamo meglio attrezzati per salvare vite umane – hanno scritto i medici –, per fornire la migliore assistenza possibile e offrire speranza alle famiglie in momenti incredibilmente difficili. Grazie a voi, daremo loro un’ancora di salvezza tanto necessaria».


Conti spiega che in un contesto segnato da devastazione e povertà estrema, l’iniziativa rappresenta una piccola ma concreta rinascita: «Un segno di solidarietà che attraversa confini e religioni, per restituire dignità alla vita. Una goccia nel mare, certo, ma una goccia che, da Cremona, può portare speranza e futuro a migliaia di bambini».

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