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PILLOLE DI SALUTE

Insufficienza renale: «La dialisi, trattamento salvavita possibile anche a casa»

Il dottor Gianluca Fasoli, direttore del reparto di Nefrologia dell’Asst di Crema: «Pur con delle difficoltà, la terapia consente al paziente di condurre una vita normale»

Cristiano Mariani

Email:

cmariani@laprovinciacr.it

28 Agosto 2025 - 05:30

CREMA - Laurea in Medicina conseguita nel 1996 e specializzazione nel 2002, dopo aver lavorato all’università di Pavia e fatto esperienza anche negli Usa, Gianluca Fasoli, dal 2023, dirige il reparto di Nefrologia dell’Asst di Crema.

In cosa consiste la dialisi e e che funzione ha?
«È una procedura terapeutica salvavita, che sostituire la funzione dei reni».

Quando è necessaria?
«Normalmente i reni hanno le dimensioni di un pugno e la loro funzione è di depurare il sangue dalle tossine che tutti produciamo, di controllare il bilancio dei liquidi che introduciamo e produrre ormoni. Normalmente sono due, ma qualcuno nasce con un rene solo. Si ricorre alla dialisi nei casi di insufficienza renale cronica, ossia quando la funzione renale è gravemente compromessa».

Vi sono anche patologie che possono portare all’insufficienza renale?
«Le cause più comuni di insufficienza renale cronica si distinguono in primitive e secondarie. Le primitive sono quelle che definiamo glomerulonefriti. Altre possono essere patologie familiari o genetiche. Poi esistono quelle secondarie, che colpiscono i reni come complicanze di altre malattie. Come il diabete, l’ipertensione, le malattie urologiche croniche, la calcolosi renale. Ma anche l’utilizzo di farmaci che spesso sono nefrotossici, come gli antinfiammatori assunti per lungo periodo, senza il controllo medico, qualche volta producono un danno renale anche cronico».


La dialisi può essere effettuata esclusivamente all’interno di una struttura ospedaliera o anche a domicilio?
«Viene normalmente effettuata in ospedale dal personale infermieristico, sotto il controllo medico. Però esistono programmi specifici che ci consentono in alcune condizioni, per alcuni pazienti, di effettuare le sedute a domicilio. Si possono utilizzare due modalità domiciliari: la dialisi peritoneale che utilizza un filtro fisiologico che noi abbiamo tutti: il peritoneo, appunto, che possiamo utilizzare come filtro per depurare il sangue. Mentre l’altra metodica è l’emodialisi extracorporea domiciliare, che può essere effettuata dal paziente stesso con adeguata preparazione, con una macchina che è più o meno grande come una stampante di medie dimensioni e ha una tecnologia che ci consente di fare terapia a casa. Oppure, in altre situazioni, i pazienti possono seguire la stessa terapia che farebbero in ospedale a casa, con la medesima tecnologia, ma aiutati da personale professionale adeguato».

Come cambia la vita di un paziente sottoposto alla dialisi?
«Cambia molto, perché deve adeguarsi alle necessità del suo organismo, alla necessità di fare la dialisi tre volte la settimana, oppure anche quotidianamente se parliamo della dialisi peritoneale. Condiziona la capacità di lavorare, le vacanze e quindi lo stile di vita di tutti i pazienti. Per questo, abbiamo grande interesse a portare la terapia a casa. Nella nostra Asst abbiamo la possibilità di fare tutti i tipi di trattamento, per quello ospedaliero, ci occupiamo di circa 90 pazienti tra il presidio di Crema e quello di rivolta. Abbiamo anche 16 pazienti che fanno la dialisi a casa di tipo peritoneale e attivato anche la dialisi domiciliare. Abbiamo tre pazienti che effettuano la dialisi domiciliare da soli, a casa, con tecnologie e addestramento adeguati, aiutati da un familiare. E due, invece, che vengono sottoposti allo stesso trattamento, che farebbero in ospedale, a casa con dei professionisti che fanno il trattamento al posto degli infermieri dell’ospedale».

La dialisi è una cura di fatto definitiva?
«In realtà, per un paziente che viene definito affetto d’insufficienza renale terminale, quindi con due reni che non riprenderanno più a funzionare, la vera terapia è il trapianto. Ma il trapianto di rene non è una terapia che possiamo destinare a tutti i pazienti. La dialisi, quindi, è una terapia che si deve fare per tutta la vita, quando c’è la necessità di iniziarla. Ma consente di vivere a lungo e pur con le difficoltà di cui abbiamo parlato, consente al paziente una vita sostanzialmente normale».

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