L'ANALISI
03 Aprile 2025 - 05:30
CREMA - Gianluca Tomasello, laurea in medicina e specializzazione conseguite all’università di Parma, ma anche attività di ricerca svolta a Bruxelles, è il direttore della struttura complessa di oncologia dell’Asst di Crema.
Dottore, quali sono le principali patologie tumorali riscontrabili nel Cremasco?
«I numeri che abbiamo a disposizione sull’incidenza delle neoplasie, innanzitutto, sono in linea con i dati regionali, che non si discostano dal trend italiano ed europeo. Per quanto riguarda gli uomini, la neoplasia più frequentemente diagnosticata è il tumore della prostata, seguita dal tumore al polmone e del colon retto, poi il tumore della vescica. Per quanto riguarda invece il sesso femminile, la neoplasia più diffusa è il tumore della mammella, seguito dal tumore del colono retto, quello al polmone e dal tumore dell’utero. La particolarità del territorio cremasco e in generale della provincia di Cremona è, invece, che un gruppo di neoplasie sia maggiormente rappresentato, rispetto alla media nazionale: sono i tumori dello stomaco».
Come riconoscere i primi segnali d’allarme per il tumore della mammella?
«È fondamentale una diagnosi precoce. Per fortuna, in Lombardia, c’è un programma capillare di screening rivolto alle donne, dai 45 ai 50 anni ogni anno e poi, dai 50 ai 75 anni, ogni due anni. Il tumore della mammella si può riconoscere da alcuni segnali precoci: è fondamentale l’autopalpazione che, nelle donne in età fertile, dovrebbe essere fatta al termine del ciclo. Altri segnali sono rappresentati da alterazioni della cute, oppure alterazioni del capezzolo».
Vi sono nuovi farmaci, che vengono utilizzati nel trattamento di questa tipologia di neoplasie?
«Sì, per fortuna, oggi abbiamo a disposizione molti farmaci che hanno cambiato quella che è la storia di questa neoplasia. Negli ultimi 20 anni, nuove molecole e strategie terapeutiche hanno cambiato in meglio la prognosi. La chemioterapia, ancora oggi, viene utilizzata, ma sempre di meno; perché abbiamo a disposizione terapie ormonali, ma soprattutto la immunoterapia».
Mentre per quanto attiene al cancro al colon, quali sono i sintomi?
«A volte sono molto sfumati ed è importante lo screening per una diagnostica precoce, con la ricerca del sangue occulto nelle feci. I sintomi possono essere il dolore addominale e un cambiamento delle abitudini intestinali. Il trattamento cardine è comunque rappresentato da quello chirurgico. Negli stadi invece più avanzati, i trattamenti medici vengono scelti, sulla base del profilo molecolare della malattia. Oggi abbiamo a disposizione farmaci di nuova generazione, che si associano alla chemioterapia».
Il cancro della prostata, diceva, è il più diffuso, per quanto riguarda gli uomini. Quali sono i sintomi e come avviene il trattamento?
«Si presenta soprattutto dopo i 50 anni e spesso non dà segnali nelle fasi iniziali. In fasi più avanzate, invece, possono comparire disturbi come un’alterazione della diuresi e la comparsa di sangue nelle nelle urine, o una difficoltà ad urinare con un flusso debole».
Quali gli stili di vita da adottare, per prevenire il rischio di patologie oncologiche?
«Gli stili di vita sono importantissimi: circa il 40% di tutti i tumori può essere prevenuto. Quindi è importante mangiare frutta e verdura e cercare di ridurre il consumo di zuccheri raffinati. Favorire i cereali integrali, i legumi, ma soprattutto cercare di limitare al massimo il consumo di alcol e poi il fumo. Sappiamo tutti che il fumo di tabacco è uno dei fattori principali di rischio, per il tumore del polmone: non solo il fumo di sigarette tradizionali, ma anche il fumo delle sigarette elettroniche e quello passivo. Bisogna cercare di limitarli il più possibile. E poi è importantissima, comunque, l’attività fisica regolare, quindi almeno venti minuti di attività moderata al giorno. Si è visto, dagli studi, che sono capaci di ridurre in maniera significativa il rischio di tumori, oppure rallentarne il percorso».
Il Centro oncologico offre un servizio di natura psicologica, nel momento in cui venga diagnosticata una neoplasia?
«Sì, abbiamo a disposizione, ormai da diversi anni qui nel nostro reparto, un servizio di psiconcologia ed è un servizio rivolto sia ai pazienti sia ai loro familiari. Del resto, sappiamo benissimo quanto sia frequente, anzi quasi inevitabile, la presenza di uno stress psicologico, al momento di una diagnosi di neoplasia. Quindi pazienti e familiari, spesso, soffrono di ansia e di depressione. Abbiamo a disposizione, nello specifico, un servizio che segue pazienti e famiglie e ci permette di migliorare la loro qualità di vita».
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