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Elezioni provinciali, faccia a faccia tra i candidati: «Provincia unita e protagonista»

Roberto Mariani, sindaco di Stagno Lombardo, si presenta per il centrosinistra, e Alberto Sisti, primo cittadino di Castelvisconti, corre per il centrodestra

Massimo Schettino

Email:

mschettino@laprovinciacr.it

24 Settembre 2024 - 11:41

CREMONA - Sull’eradicazione della nutria e l’abbattimento dei cinghiali va fatto di più, i progetti di rinaturazione del Po sono passati sopra i Comuni e la Provincia è stata assente e nemmeno informata, ponti e infrastrutture sono una priorità per il nostro territorio. E serve un maggiore coordinamento fra capoluogo e Comuni sull’esempio dell’area omogenea cremasca. Parlano con una voce sola il sindaco si Stagno Lombardo, Roberto Mariani, e quello di Castelvisconti, Alberto Sisti, che in realtà sono avversari nella corsa per la carica di presidente della Provincia.

All’unisono i due spiegano anche come mai non si è arrivati a presentare un’unica lista, vista la sostanziale identità delle posizioni sui principali temi: «Solo una questione politica, i partiti non sono riusciti a mettersi d’accordo». Sisti annuncia: «Se dovessi essere eletto, la prima cosa che fare il mattino dopo sarebbe chiamare i consiglieri di minoranza per attuare quella collaborazione che in questi anni non c’è stata». Fa anche un passo più avanti Mariani: «La logica della riforma delle Provincie non prevede una maggioranza e un’opposizione e la mia idea è che tutti e 12 i consiglieri eletti vengano investiti da deleghe operative».


Mariani è il candidato del centrosinistra e Sisti è quello del centrodestra alle elezioni di secondo livello per il rinnovo del presidente e del Consiglio provinciale che si tengono domenica e vedono chiamati alle urne 1.315 tra sindaci e consiglieri comunali della provincia cremonese. Sono stati i protagonisti di un forum nella redazione de La Provincia, rispondendo alle domande del direttore, Paolo Gualandris, e dei giornalisti Felice Staboli e Massimo Schettino.

Il confronto in redazione (foto: FotoLive/Paolo Cisi)

LA FAUNA DANNOSA

Sisti: «È un problema che non va affrontato in maniera ideologica e su cui vanno coinvolti i territori confinanti perché se si interviene a macchia di leopardo gli animali si spostano. Tutti gli anni viene reiterato con le necessarie modifiche il piano nutrie. Quest’anno è stato presentato il Regione il 26 aprile, siamo un po’ lunghi tenendo contro che va poi applicato. E per farlo servono professionalità, non si può sempre contare sui volontari. Segnalo però che il personale della polizia provinciale negli anni è passato da 24 a 8 unità, un numero insufficiente. Per quanto riguarda i cinghiali, la Psa c’è da due anni e mezzo e non ho visto interventi decisivi. Ho fatto il corso per volontario giusto per capire quale fosse l’approccio, poi mi sono iscritto alla piattaforma e nessuno mi ha mai chiamato. Eppure non si tratta di un problema di poco conto con una filiera importantissima minacciata. Sulla Psa c’è anche un problema di informazione: a trasportare potenzialmente il virus non sono infatti solo i cinghiali o i mezzi delle aziende, ma anche le persone che passeggiano sulle ciclabili. Se sarò eletto sicuramente la mia preoccupazione sarà di organizzare incontri che coinvolgano tutti. Nutrie e cinghiali non sono un problema di categoria, ma di tutto un territorio».


Mariani: «Si tratta di un grande tema per un territorio a vocazione agricola come il nostro. Per quanto riguarda nutrie e cinghiali, l’efficacia degli interventi di abbattimento è legata alle risorse a disposizione. Se davvero quello delle nutrie è considerato un problema importante, allora devono corrispondere risorse importanti da parte degli enti preposti. Non si può sempre chiedere ai cacciatori di fare i volontari. C’è anche il tema delle carcasse: la Regione ha stanziato 145mila euro per due punti di stoccaggio che però non sono sufficienti. E la polizia provinciale conta solo 8 fra agenti e ufficiali. Non si può pensare a interventi seri e puntuali senza risorse e serve una strategia territoriale perché gli animali si spostano. C’è anche da considerare la perdita di reddito che subiscono gli agricoltori per i danni causati dalle nutrie. E anche qui una questione di risorse».

LA RINATURAZIONE DEL PO

Mariani: «Stagno è destinatario di due interventi importanti da 9 e 12 milioni di euro. Non siamo preconcettualmente contrari e nemmeno il mondo agricolo lo è. Ma abbiamo presentato delle osservazioni per due motivi: il primo è che i progetti vanno a interessare concessioni demaniali con scadenze molto in là nel tempo su cui insistono delle colture attive e addirittura impianti di irrigazione interrati. Il secondo motivo è che nei progetti è previsto un abbassamento dei pennelli di cinque metri, il che comporta la ricreazione delle zone umide con sormonti dei pennelli passando da 8 giorni all’anno a 125 giorni anno per quatto mesi all’anno. Che vuol dire quattro mesi e mezzo. È chiaro che questo crea problemi di sicurezza idraulica. Bisogna considerare che la golena cremonese è molto diversa da quella parmense o piacentina o piemontese. Qui insistono attività produttive e di allevamento, con una rete di difesa arginale privata che preserva l’argine maestro da piene di modesta entità. Non c’è stato il coinvolgimento degli enti preposti in tutto il percorso e noi e le associazioni di categoria abbiamo appreso di questi interventi dalla stampa. Non sarebbe stato male se la Provincia avesse proposto momenti di concertazione con gli stakeholder affinché a questi tavoli arrivasse da Aipo una proposta di valutazione progettuale diversa e più consona i bisogni del territorio. Non è stato fatto e ora i tempi sono molto stretti perché Aipo ha dato tempo per la presentazione delle osservazioni fino a venerdì ed entro marzo 2025 vogliono andare alle gare d’appalto».


Sisti: «Non solo i Comuni non sono stati coordinati dalla Provincia, ma nemmeno sono stati informati i consiglieri provinciali che non sapevano nulla di questo grande progetto che comprende 460 chilometri di fiumi e quattro regioni. E dal Piemonte e fino alla foce del Po in Veneto la golena non è uguale, non è uniforme. Da noi l’alveo è stato aiutato dall’agricoltura. Se non fosse intervenuta l’agricoltura, oggi ci sarebbero delle aree golenali abbandonate. Abbiamo una vigilanza del territorio che è merito dell’agricoltore. perché di agenti di polizia provinciale che vanno a sorvegliare il territorio non ne abbiamo. Cacciatori e agricoltori sono le nostre sentinelle che non dobbiamo abbandonare. La golena va sostenuta e vissuta. E, come abbiamo visto in Emilia Romagna, dobbiamo riprendere la vecchia abitudine della pulizia delle rive».

LE INFRASTRUTTURE

Sisti: «Sul tema delle manutenzioni, il territorio va seguito. È vero che non solo la polizia provinciale, ma anche il settore strade ha talmente pochi addetti che faranno fatica a fare il minimo indispensabile. Tuttavia una programmazione ci deve essere. Abbiamo modificato il bilancio perché la Regione ha dato ancora 500mila euro per la manutenzione delle strade. Se non sono abbastanza, bisogna insistere. Adesso arriva la nebbia e non ci saranno le strisce per terra, non ci sarà il sale. È vero che la Delrio ci ha messo in questa situazione, ma queste sono le regole d’ingaggio e la Provincia deve prendere in mano le redini della situazione. Sul tema delle opere, dell’autostrada Cremona Mantova sento parlare dal 2009. E quando le opere progettate impiegano tanto tempo ad essere realizzate oppure ad essere cancellate, nel frattempo i terreni su cui insistono restano vincolati impedendone l’utilizzo ad agricoltori, industriali e comuni. Nel 2015 abbiamo presentato un’interrogazione perché la Provincia sui esprima. Anche sul tema del raddoppio, dov’è la Provincia? Ci sono Comuni che devono discutere da soli con Rfi per i passaggi a livello. Se potessero farlo con la Provincia al loro tavolo, l’impatto sarebbe diverso. E il Comune di Cremona deve fare territorio e aiutarlo. Nel Cremasco hanno l’area omogenea con i Comuni che da 50 anni hanno una società».


Mariani: «Il collegamento con Mantova è una priorità. Mi appassiona poco il dibattito su autostrada contro riqualificazione. Il punto è che il collegamento veloce con Mantova è una priorità. Il raddoppio ferroviario è un’altra necessità, anche per dare risposta alle questioni ambientali. E poi i ponti, quello di Spino ma anche quelli di Cremona, di Casalmaggiore e di San Daniele, tutti fondamentali. Poi le tangenziali di Soresina e Casalmaggiore. Anche le ciclabili sono molto importanti, una risorsa turistica. Serve un piano provinciale con mappatura verifica e programmazione degli interventi di manutenzione. Quanto al tema dell’armonia territoriale, davvero il territorio deve essere ricompattato per avere un peso nei rapporti con i livelli istituzionali più alti. E questo ruolo deve svolgerlo la Provincia. I tre comuni più importanti devono svolgere un ruolo fondamentale e dobbiamo imparare a lavorare uniti».

LISTA UNICA

Sisti: «Non si è trovata l’intesa per questioni politiche. Ma la Provincia è un organo che deve per forza collaborare con tutti. E in passato è sempre stato così. Se dovessi essere eletto la prima cosa che farei sarebbe proprio cercare la collaborazione con la minoranza, cosa non c’è stata con questa amministrazione».


Mariani: «Non ho partecipato ai tavoli per la lista unica, anche perché non una tessera di partito dal 2004, ma la mia sensazione è che non si sia trovata la quadra sul nome del presidente. Ma lo spirito della riforma delle Provincie era quello di mettere insieme amministratori del territorio che lavorassero sulla stessa lunghezza d’onda. Quindi se dovessi diventare presidente non si ragionerà in termini di maggioranza e opposizione. Il mio obiettivo è che tutti e 12 i consiglieri vengano investiti di deleghe operative. Aggiungo che i consiglieri sono volontari, mentre il presidente percepisce un’indennità pari a quella del sindaco capoluogo. Quindi credo che , anche per rispetto del ruolo che ricopre, non possa fare il presidente part-time, esserci a pezzi e bocconi. Serve la presenza fisica quotidiana negli uffici. Io sono dipendente pubblico e ho già parlato con il mio direttore perché se dovessi essere eletto domenica eserciterò il mandato a tempo pieno».


Sisti: «A questo proposito annuncio che al raggiungimento dei miei 65 anni di età, a febbraio, sarò collocato a riposo e dunque da quel momento, se sarò eletto, potrò esercitare il mio mandato a tempo pieno».

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