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LA CITTÀ DELLA MUSICA

Potente e romantico: il violino di Einstein ritorna alla vita

Lo strumento restaurato dal liutaio Claudio Amighetti consegnato al giovane virtuoso di Voghera Giovanni Viola

Nicola Arrigoni

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narrigoni@laprovinciacr.it

19 Settembre 2024 - 05:00

CREMONA - Dietro gli occhiali, gli occhi brillano di felicità per quel violino tornato alla vita, il violino che fu di Albert Einstein negli anni in cui visse a Pavia e nell’Oltrepò. Oggi quel violino ha ritrovato la sua voce, grazie all’opera di restauro di Claudio Amighetti e la condivisione del progetto di Gaspar Borchardt. Giovanni Viola, giovane virtuoso di Voghera insieme a papà Gianmario, hanno desiderato che la consegna dello strumento avvenisse all’auditorium del Museo del Violino, un modo per sottolineare l’importanza del momento. Il violino che fu fra le mani dello scienziato, è arrivato come dono al giovanissimo Giovanni che frequenta la seconda media e ha una passione bruciante per la musica.

«Ha un suono potente e scuro — racconta non senza emozione —. È uno strumento adatto a un repertorio romantico. So che suonandolo lo sentirò sempre più mio. Mi fa un certo effetto pensare che fu usato da Albert Einstein che studierò quest’anno a scuola». Mentre parla, papà Gianmario se lo mangia con gli occhi. Il giovane virtuoso riceve il violino dalle mani di Claudio Amighetti, un violino etichettato Santino Lavazza, «in realtà è uno strumento di scuola veneziana della metà del XVIII secolo, molto simile agli strumenti di Pietro Antonio Dalla Costa — spiega Amighetti —. Lo si capisce dalle f, dalla testa. L’etichetta è evidentemente un falso, oserei dire, ma va mantenuta».

Entrando nel merito del restauro messo in atto sullo strumento, il maestro liutaio sottolinea: «Si è fatto un lavoro importante sulla bombatura a cui si è ridato forma, tappando le tante fessurazioni e i danni causati dall’uso e dal tempo. Se fosse stato uno strumento di fabbrica non avrebbe avuto senso recuperarlo, ma si tratta di un ottimo violino di scuola veneta che meritava una nuova vita e non solo perché imbracciato da Albert Einstein».


L’amicizia del maestro di musica di Viola, Dimitri Chichlov e la familiarità con il liutaio Borchardt hanno portato il violino di Einstein in città e in merito l’assessore alla cultura Rodolfo Bona, invitato alla consegna, osserva: «Quest’azione di recupero è la testimonianza del proficuo intreccio fra arte, scienza e musica — afferma —. Cremona e i suoi maestri liutai ribadisce la propria vocazione a tutelare e far crescere l’arte di Stradivari nelle sue molteplici derivazioni. L’attenzione alla conservazione e al restauro dei beni liutai, la presenza delle botteghe che proseguono la tradizione del saper fare liutario e il luogo in cui siamo, il Museo del Violino raccontano di questa vocazione che, non a caso, hanno portato Giovanni e il violino di Einstein lungo le rive del Po, fiume che unisce i nostri due territori». Poi le parole lasciano spazio alla musica e all’abilità di Giovanni e del suo violino, suonato da Einstein, la cui voce potente riverbera nell’auditorium dell’MdV, voce che sa di ritorno alla vita.

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