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IL MEDICO RISPONDE: IL VIDEO

Bambini in salute: serve un'alimentazione corretta e far praticare sport

Il dottor Claudio Cavalli, direttore di Pediatria dell'Asst di Cremona: "L'ampia disponibilità di cibo spazzatura e la diffusione della tecnologia sono tra le cause dell'obesità infantile. Non saltare la colazione"

Cinzia Franciò

Email:

cfrancio@laprovinciacr.it

09 Giugno 2024 - 05:19

CREMONA - Protagonista della rubrica ‘Il medico risponde’ è il dottor Claudio Cavalli, direttore di Pediatria di Asst di Cremona.

Cresce anche in Italia l’incidenza dell’obesità infantile. Perché?
«Siamo di fronte a cause molteplici, sociali e generazionali. Da un lato c’è un’ampia disponibilità di junk food, cibo spazzatura, dall’altro una grande diffusione della tecnologia che porta i bambini e gli adolescenti a giocare sempre più spesso in casa sul divano, anche quando sono in gruppo, anziché scegliere attività ludiche più dinamiche magari all’aria aperta. La tecnologia è ormai irrinunciabile, ma bisogna dosarla. Oggi registriamo un 30% di bambini in sovrappeso in età pediatrica. Assistiamo al fatto che non si dà il giusto peso all’attività fisica, allo sport. Va poi sottolineato che in generale l’obesità o il sovrappeso sono un problema di famiglia, dove tutti i soggetti che la compongono - genitori, fratelli - hanno un problema di questo tipo».

Come capire se un bambino è destinato a diventare obeso?
«Sono sicuramente molto importanti le cosiddette visite filtro dal pediatra di libera scelta. L’obesità nasce nei primi mille giorni di vita perché le abitudini alimentari emergono nello svezzamento. È molto importante che il bambino venga abituato a mangiare di tutto. Inoltre, deve essere stimolato a giocare all’aperto, a correre, ad andare in bicicletta, a fare sport».

Che cosa rischia un bambino obeso?
«Al di là dell’integrazione sociale, i rischi sono oggettivi. Il bambino in sovrappeso da adulto rischia di avere una pressione arteriosa più elevata, malattie cardiovascolari, intolleranza glucidica, alterazioni osteoarticolari e ormonali. Il bambino non va messo a dieta, ma bisogna fare educazione alimentare coinvolgendo tutta la famiglia. E bisogna insistere sul punto che l’attività fisica è parte integrante della crescita fin dalla prima infanzia. Nel tempo libero bisogna andare al parco giochi, spingere il bambino a nuotare, pratica che si può fare fin dai primi mesi di vita. Per i più grandicelli vanno bene le attività marziali, il calcio che insegna a correre e la coordinazione. Bisogna spingerlo a fare un’attività regolare che gli piaccia».

Come si può risolvere?
«Bisogna dare al bambino un’alimentazione varia che contenga prodotti freschi di qualità -uova, carne, pesce, frutta e verdura, proteine vegetali se si è vegetariani - che vanno alternati nei differenti pasti. E limitare i prodotti confezionati, quali merendine, patatine, caramelle. La colazione, poi, è il pasto più importante della giornata. Vedo troppi bambini che non la fanno adeguatamente o che non la fanno addirittura. È una buona abitudine, invece, da non sottovalutare».

La rubrica, realizzata in collaborazione con Asst Cremona, può essere ascoltata sul sito del giornale e sul suo canale YouTube.

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