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CREMONA

Sisto: "Il tribunale non chiude"

Il viceministro della Giustizia in visita a Cremona. Sul carcere "c'è da lavorare"

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

14 Maggio 2024 - 17:40

CREMONA - «Mi viene chiesto se c’è un rischio di soppressione del Tribunale. La mia risposta è no». Il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, strappa applausi nella sede dell’Ordine degli avvocati, accolto dal presidente Alessio Romanelli. È la terza visita istituzionale del tour cominciato alle 15,20 di oggi in carcere con la direttrice Rossella Padula, proseguito a Palazzo di Giustizia, dove ha prima parlato con il presidente del Tribunale, Anna di Martino, poi ha incontrato l’Avvocatura. Sul piatto, la gravissima carenza di personale amministrativo. Un allarme ripetutamente lanciato da via dei Tribunali negli ultimi mesi, sinora inascoltato. Accompagnato da Gabriele Gallina, segretario provinciale di Forza Italia, e Carlo Malvezzi, capogruppo in consiglio comunale degli azzurri, il vice ministro Sisto premette: «Il motivo principale della mia visita è questo: vedere se è possibile e in quale misura, porre un freno a questo fuga dai luoghi della giustizia del personale. Abbiamo delle buone soluzioni, certo non si tratta di soluzioni decisive, ma credo un ottimo sollievo alla situazione di Cremona potremmo darla».

Barese, 69 anni, Sisto professionalmente nasce avvocato (è iscritto all’Albo da 42 anni, 9 nel civile, poi si è dedicato al penale). «I territori sono la linfa di azione del Governo, la giustizia, in particolare, ha bisogno di attenzione. So bene, quando stavo dall’altra parte, quant’era importante che qualcuno si preoccupasse e occupasse delle questioni, anche di quelle più semplici». La soluzione per dare ossigeno al Tribunale? «Si tratta di pescare del personale un po’ dappertutto, cherry picking , come direbbero gli economisti, laddove possibile raschiando qui, raschiando là, privilegiando Cremona per la gravissima situazione». Poi, nell’incontro con gli avvocati («Diamoci del tu, sono momentaneamente in quiescenza forzata, ma con la toga sempre sotto pelle») il viceministro etra nel dettaglio.

Sul ‘dossier Cremona’ è preparato («perché come ogni buon penalista, le carte bisogna studiarle»). «Ho parlato con la presidente che, ovviamente, me ne ha dette di tutti i colori. Ho incitato i miei amici (Gallina e Malvezzi) a stare fuori per evitare che le saette potessero colpire anche loro». Sisto difende il Ministero. «Non è che il ministero abbia tutte le responsabilità. I vuoti si creano per tante ragioni più inerenti alla tipologia dell’ufficio. Non è che noi diciamo a qualcuno ‘vai via’».

Le soluzioni. «Mancano i direttori. Stiamo pensando di assumere dalle graduatorie di Catanzaro, Messina, Firenze e Perugia 50 posti di direttore e di dare a Cremona la possibilità di averne certamente uno, speriamo due. L’unico limite è che ci vuole l’accettazione del dipendente. E questa è una cosa abbastanza rapida. Abbiamo 2.293 assistenti a scorrimento su graduatorie nazionali interministeriali. Se qualcuno vorrà venire, certamente Cremona sarà una delle sedi indicate. Abbiamo l’incremento di 7 posti per l’Upp (gli addetti all’Ufficio del processo). In autunno abbiamo due graduatorie per 40 dirigenti: da questi 40 proveremo a prenderne almeno uno da poter mandare a Cremona. In autunno abbiamo 2.000 posti da assistente cancelliere; 1.000 posti da autista entro l’estate e attendiamo il via libera per i funzionari contabili».

Per quanto riguarda l’Ufficio del Giudice di pace (mancano il funzionario, il cancelliere e l’operatore giudiziario, c’è un assistente su due), il viceministro spiega: «Mi sono permesso di dire ai sindaci: 102 Comuni che fanno capo a questo Ufficio. Basterebbe prendere 5 dipendenti dei Comuni e farli turnare in modo che uno ogni giorno, magari il pomeriggio, tre ore, quello che è possibile, sbrighi le pratiche amministrative».

Capitolo carcere. «In carcere - dice Sisto - c’è da lavorare. È un carcere grande, troppo grande, popolato in maniera particolare cioè con i senza dimora, una grande fetta di popolazione carceraria con delle difficoltà ambientali. Il carcere forse è l’unico luogo dove possono conoscere e riconoscersi. Bisogna quindi essere particolarmente attenti»,

Parlando con la direttrice, «le ho detto di prestare attenzione alla qualità del rapporto umano, per quanto possibile». A Ca’ del Ferro «c’è un intervento edilizio importante per risistemare tutto l’impianto energetico, ci sono delle carenze sul piano della sicurezza. Mi dicono di lancio dall’esterno di telefonini e sostanze stupefacenti. Questo un po’ in tutte le carceri, ma qui c’è l’aggravante della vicinanza della strada pubblica al muro di cinta. Qualche intervento sarà necessario, impianti antintrusione. Questo carcere è un po’ residuale, noi dobbiamo garantire un trattamento umano a questi soggetti senza famiglia. Gli agenti di polizia penitenziaria sono stati rassicuranti, li abbiamo trovati sul pezzo. È un problema di humus, di dialogo. Ho visitato le cucine, ho trovato cuochi di tutte le nazionalità, il capocuoco molto simpatico. Però, questa diversità di provenienza dev’essere uno stimolo a garantire quanto più possibile le migliori condizioni. C’è da lavorare».

Prima di ‘correre’ in piazza Roma, al comitato elettorale di Forza Italia per sostenere il candidato sindaco del centrodestra, Alessandro Portesani — l’incontro sulla giustizia è moderato dall’avvocato Andrea Carassai, candidato nella lista degli azzurri al consiglio comunale — Sisto racconta un po’ di sé. Della sua «seconda passione: il pianoforte. Ho scritto musica per il teatro». Non è la sua prima volta a Cremona. Era già venuto nel 2020, in pieno lockdown. «Ho avuto una proposta dai fratelli Crespi per la colonna sonora del loro docufilm ‘A Viso Aperto’», l’unica pellicola girata nelle zone Covid per raccontare quanto stesse accadendo.

«Ho conosciuto Cremona deserta, una cosa terrificante. Ho scritto questo pezzo — pianoforte e violino — per Cremona. Tornare qui per me è un po’ da brivido, perché averla vista in quel modo, le strade deserte. Tornarci quando la paura è passata è per me motivo di particolare, personale emozione».

Il viceministro Sisto parla del «‘Babau’ dell’intelligenza artificiale». Ne parla da avvocato: «Amici, colleghi, io lo trovo un rischio gravissimo. Voi pensate se un gip, avendo tutti gli atti in un database, dica ‘IA, io voglio arrestare tizio. Scrivi il provvedimento per arrestarlo’. L’IA in 3 minuti e 42 secondi ti scrive un provvedimento di 56 pagine in cui ti motiva puntualmente perché tu devi arrestare Tizio. È un gesto barbaro, perché capovolge la prospettiva. Il giudice di solito prima legge tutti gli atti, poi valuta criticamente se arrestare qualcuno. L’IA ha un difetto: non cambia idea».

Sulla separazione delle carriere, è netto: «Si farà. È la riforma delle riforme. Ma chi l’ha detto che mina l’autonomia e l’indipendenza della magistratura? Serve solo a dire che nel triangolo isoscele della giustizia, il giudice è sopra e alla stessa distanza hai il pm e il difensore. Il punto di riferimento di tutto questo non siamo noi, è quel povero Cristo che quando entra in un’aula deve vedere chi lo giudica diverso da chi lo accusa».

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