L'ANALISI
IL MEDICO RISPONDE: IL VIDEO
12 Maggio 2024 - 05:20
CREMONA - Protagonista della rubrica ‘Il medico risponde’ è il dottor Simone Verde, cardiologo della Cardiologia dell’Ospedale di Cremona.
Che cos’è la fibrillazione atriale?
«Si tratta di un’aritmia cardiaca molto comune, con un’incidenza dell’1-2% e stime attuali la danno in aumento nel 2025 fino al 3-4%. La fibrillazione atriale si divide in tre forme: ‘parossistica’ con un’insorgenza improvvisa e una regressione spontanea; ‘persistente’ nel caso in cui non si autolimita e necessita di una terapia farmacologica; infine ‘cronica o permanente’ quando è resistente e non recettiva a qualsiasi tipo di trattamento. È la popolazione più anziana a essere colpita da questa aritmia cardiaca. La fibrillazione atriale si caratterizza per un ritmo disorganizzato e veloce. I sintomi che i pazienti comunicano sono stanchezza, cardiopalmo, dolore toracico, astenia, intolleranza allo sforzo che è una delle cause più frequenti di accesso al pronto soccorso con richiesta di consulenza cardiologica».
Quali sono le cause?
«Visto che colpisce la popolazione anziana l’età, anagrafica ma anche biologica, incide in maniera rilevante. Ci sono poi delle comorbilità quali l’infarto, l’ipertensione arteriosa che possono favorire l’insorgenza anche in età giovanile. Esiste anche una questione genetica».
Quindi come si manifesta?
«Il paziente può avvertire malessere generale, sensazione di stanchezza, difficoltà a compiere sforzi che faceva normalmente senza problemi, respiro corto, battito veloce e irregolare. La diagnosi non è solo clinica, però, serve l’elettrocardiogramma che conferma la presenza di quest’anomalia del ritmo».
Che cosa bisogna fare in presenza di questi sintomi?
«Avvisare subito il proprio medico curante per poter fare una diagnosi precoce dell’anomalia».
Qual è il trattamento?
«Ci sono trattamenti farmacologici non sempre attuabili o risolutivi. Altre soluzioni sono una cardioversione farmacologica o elettrica. Il trattamento dipende da quanto tempo è insorta la fibrillazione atriale. È importante intervenire prima possibile perché tra le conseguenze più gravi e più drammatiche di questa aritmia cardiaca c’è l’ictus cardioembolico. Inoltre, altra conseguenza può essere un deficit della funzione contrattile del cuore del ventricolo sinistro. La pompa cardiaca si indebolisce creando nel tempo un rimodellamento delle camere cardiache, rimodellamento significa che cambia la geometria del cuore aumentandone le dimensioni e riducendone anche la forza propulsiva, quindi la forza contrattile».
La rubrica, realizzata in collaborazione con Asst Cremona, può essere ascoltata sul sito del giornale e sul suo canale YouTube.
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