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VERSO IL VOTO

Fiocchi: «Basta con l’ambientalismo a senso unico»

In lista per Fratelli d’Italia all’Europarlamento: «Peste suina, eradicare gli ungulati»

La Provincia Redazione

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11 Maggio 2024 - 05:10

CREMONA - «Sul fronte del Green Deal e degli obiettivi legati alla transizione energetica, i primi tre anni della legislatura sono stati pesanti, spostati verso un ambientalismo a senso unico, che spesso ha palesato la non conoscenza delle cose sulle quali si è chiamati a legiferare. Ricordo che a un tratto qualcuno puntava a imporre trattori elettrici... Poi c’è stato un cambio di passo, un nuovo approccio. La stessa Von Der Leyen ha cambiato rotta. Ho la netta impressione che nei prossimi cinque anni sarà sempre più centrale la Pac rispetto al Green Deal. Ma ci sarà da combattere su tutti i temi caldi, quelli che incidono sulla vita delle aziende e dei cittadini. Ora per far passare un provvedimento bisogna mettere d’accordo quattro gruppi parlamentari. Mi auguro che nella prossima legislatura lo si possa fare con due. Sono ottimista». Pietro Fiocchi , lecchese, 64 anni, imprenditore (è ai vertici della divisione americana della Fiocchi Munizioni Spa), europarlamentare uscente di Fratelli d’Italia e candidato alle prossime Europee nella nostra circoscrizione, ha passato in rassegna le tante questioni aperte - che di qui ai prossimi mesi caratterizzeranno l’agenda politica tra Bruxelles, Strasburgo e Roma - nell’incontro avvenuto giovedì pomeriggio nella sala briefing del giornale La Provincia: presenti il presidente della Libera Associazione Agricoltori Cremonese, Cesare Soldi e il presidente della Sec, Riccardo Crotti.

I fronti nei quali ha combattuto Fiocchi nell’ultimo lustro sono tanti. Dal provvedimento sulle case green («Frutto di un approccio ideologico; all’inizio prevedeva misure assurde - come l’impossibilità di affittare o vendere case di una determinata categoria energetica -, alla fine siamo risusciti nella cosa più importante: fare in modo che si trattasse di una direttiva e non di un regolamento»).

Altro tema sul quale Fiocchi si è speso è quello dell’Italian Sounding (l’imitazione delle nostre eccellenze enogastronomiche) per il quale si è detto pronto «a combattere una battaglia prodotto per prodotto».

Stessa fermezza sul no alla carne sintetica («La manipolazione che si effettua è inaccettabile» mentre una particolare attenzione viene rivolta all’utilizzo dei fondi europei: «Dobbiamo fare di più. La Polonia ha ottenuto quasi cento miliardi di euro, noi la metà, e il motivo è presto detto: la Polonia si è affidata a 600 super esperti ai quali viene riconosciuta una percentuale sulle somme ricevute».

Il passo successivo è quello della burocrazia: «Anche lì dobbiamo fare passi in avanti. Non è possibile rallentare le procedure. In Piemonte non sono stati fatti i lavori su un fiume che esondava di continuo perché per 4 anni un Comune non faceva la Via. Alla fine, in poche ore, si è risolto tutto con una firma.

Sbagliato, secondo Fiocchi, anche l’approccio su emergenze che rischiano di mettere in ginocchio interi settori, ad esempio la peste suina africana. «Oltre ai ritardi, che rischiamo di pagare cari, la prima risposta è stata organizzare dei corsi. Dei corsi? Bisognava e bisogna dare una risposta concreta quali l’abbattimento, l’eradicazione di ungulati nelle zone a rischio». Altrettanto decisa l’analisi del quadro geopolitico in cui si muove l’Europa.

«La guerra in Ucraina ci ha fatto capire che siamo dipendenti dall'estero su tutto, non solo sul gas e il petrolio ma anche grano, sementi, mangimi animali, semi di soia, fertilizzanti e via dicendo. Va posta molta più attenzione su quello che è l’agricoltura dell'Europa. Dobbiamo aprire gli occhi. Da un fatto negativo dobbiamo tirare fuori qualcosa di buono».

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