L'ANALISI
20 Marzo 2024 - 05:20
CREMONA - Sanità animale e sicurezza alimentare sono i due poli tematici — strettamente collegati l’uno all’altro — attorno a cui ruota l’attività dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna. Traslando: sicurezza e bontà sono le colonne della missione operativa del neo direttore generale dell’Izsler Giorgio Varisco, bresciano classe 1965, che ha raccolto il testimone da Piero Frazzi.
«Alla sede di Cremona verrà assegnato un ruolo sempre più centrale nel quadro dell’azione strategica dell’Istituto — ha annunciato Varisco —. Il primo passo è la costruzione di un nuovo quartier generale, a ridosso dell’area fieristica, grazie a un investimento milionario. I lavori sono iniziati da poco e il completamento è previsto entro due anni. Una volta perfezionata la riqualificazione strutturale, indirizzeremo il nostro impegno agli aspetti contenutistici: l’obiettivo non è solo rafforzare il team, attualmente guidato da Massimo Boldini e composto da tre dirigenti e una dozzina di tecnici, ma anche ampliare il ventaglio delle specialità, oggi orientate in particolar modo verso la sanità animale con focus sull’export».
Varisco, ieri in visita alla redazione de ‘La Provincia’, è stato accompagnato dal presidente di Sec e di Confagricoltura Lombardia Riccardo Crotti, dal presidente della Libera Associazione Agricoltori Cremonesi Cesare Soldi e dal vice presidente nazionale e presidente lombardo della Federazione di prodotto suinicoltura di Confagri Davide Berta, che hanno rivolto al nuovo dg gli auguri di buon lavoro, elogiandone le doti manageriali (clicca qui per le informazioni).
L’Istituto Zooprofilattico, con base a Brescia e 16 sedi territoriali nelle due regioni di competenza, conta circa 700 dipendenti e vanta un bilancio da 80 milioni di euro tra finanziamenti pubblici e approvvigionamenti da attività privatistiche. Un colosso che ha in carico la ricerca sperimentale e gli esami per la diagnosi di laboratorio delle malattie degli animali, l’igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche e la sorveglianza epidemiologica nell’ambito della sanità animale.
«Ogni anno, grazie al lavoro sviluppato in collaborazione con le Ats, processiamo decine di migliaia di campioni — spiega Varisco —. Fin da quando ho assunto la direzione del Dipartimento lombardo ho avvertito l’esigenza di centralizzare l’attività sierologica. Oggi i processi sono quasi esclusivamente automatizzati con l’obiettivo di raggiungere un costante miglioramento quantitativo e qualitativo delle analisi. Il next step è rappresentato dalla standardizzazione dei prelievi per minimizzare il numero di provette difformi». Quello di Varisco è un approccio rigorosamente scientifico che punta alla sistematizzazione dei dati per offrire risposte organizzate e approfondite alla tre grandi sfide del presente: benessere animale, biosicurezza e antimicrobico-resistenza.
«Sul fronte del benessere — dichiara Varisco — la priorità è estendere progressivamente l’esperienza già avviata in un numero significativo di aziende per accrescere la consapevolezza di allevatori, veterinari e tecnici sull’importanza della qualità di vita degli animali. Abbiamo messo a punto una check-list, declinata sulla base dei criteri indicati dall’Efsa per valorizzare il nostro schema zootecnico. Definire una misura scientifica dei livelli di benessere animale è una conquista essenziale: al momento l’applicazione è già in atto per bovini, suini e ovicaprini e presto sposteremo l’attenzione anche su avicoli, conigli e api».
Il progetto pilota sulle ‘regine degli insetti’ rivela l’impegno di Varisco sul tema ambientale: «Servono investimenti importanti. Nell’ambito del tanto sbandierato modello One Health si è fatto tanto sulla salute dell’essere umano e degli animali, molto meno su quella dell’ambiente». L’Istituto Zooprofilattico è anche un osservatorio privilegiato sulle acque: «È attraverso l’analisi e il monitoraggio delle specie acquatiche che studiamo il fenomeno dell’antimicrobico-resistenza. In un recente progetto di ricerca abbiamo esaminato 1.300 campioni di acque reflue nei depuratori lombardi: grazie a questa attività oggi possiamo contare su dati certi».
Varisco ha idee chiare anche sul grande nodo della biosicurezza: «Una sfida fondamentale per la tutela del patrimonio zootecnico — afferma il dg dell’Istituto —. Nel tempo le normative hanno richiesto adeguamenti impegnativi; oggi gli allevatori hanno acquisito gli strumenti per il controllo: il passaggio successivo sarà utilizzarli al meglio». A proposito di biosicurezza, inevitabile il riferimento alla peste suina: «La guardia resta alta. Le positività sono in espansione, ma sono fortunatamente concentrate in aree abbastanza circoscritte e, per il momento, lontane dalle zone chiave dell’allevamento e della trasformazione. Con l’Unione europea si è avviato un ragionamento sulla distinzione tra selvatico e domestico: reputo essenziale un processo di razionalizzazione delle regole in modo da renderle proporzionate al rischio effettivo». Un traguardo politico ambizioso che potrà essere raggiunto soltanto grazie alla forza dell’Istituto Zooprofilattico. Solido, autorevole e science-oriented.
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris