L'ANALISI
13 Febbraio 2024 - 21:39
PESCAROLO - Ancora una volta il bagliore delle fiamme ha illuminato il martedì grasso di Pescarolo e il falò numero 356 ha salutato, come da tradizione, il Carnevale. Un evento che è stato un grande successo e ha coinvolto tutto il paese e non solo. In piazza tante persone e molte famiglie si sono riunite per aspettare che il calore delle braci scaldasse la serata, accolte dalla perfetta organizzazione della Pro Loco che ha anche allestito il classico punto ristoro. Alle 20 in punto, al suono delle campane, le torce, accese dagli Amici del Falò, hanno dato fuoco alle ramaglie attorno al grande rovere e molto lentamente le fiamme hanno avvolto la catasta.
Poi il rito dei tre giri in senso antiorario attorno al grande rogo e infine tutta la piazza in trepidante attesa che il fuoco salisse fino alla cima della pianta, agghindata con ombrelli colorati. Uno spettacolo suggestivo ed affascinante, un momento particolarmente sentito che ha incantato tutti i presenti. Ad allietare la serata, per tutta la durata del falò, è stato il tradizionale coro che ha cantato i canti della tradizione popolare.
Al termine del rogo propiziatorio, dopo almeno un paio di ore, i volontari hanno cominciato ad ammassare i resti alla base della quercia, indebolita, ma ancora intatta. E la magia di un rito particolarmente emozionante ha ancora una volta lasciato il segno nelle tante persone presenti e con gli occhi rivolti al cielo per godersi uno spettacolo che ha affascinato grandi e piccoli. Quella del falò è una tradizione molto antica, dai numerosi significati e che, nonostante i recenti divieti e le polemiche rispetto alla possibilità di accensione, a Pescarolo viene portata avanti con grande passione. Il giorno prima del grande rogo la pianta, precedentemente sradicata, viene portata per le vie del paese sul mitico Landini in una sfilata che vuole essere di buon auspicio per l’intera comunità.
Un giro per le strade paesane interrotto da piccoli punti ristoro e dal lancio di caramelle e dolciumi ai bambini. Poi la sistemazione nella buca in piazza Garibaldi e l’attesa del falò. Un evento che mette insieme sacro e profano poiché quel fuoco non solo segna la fine del carnevale e l’inizio della Quaresima, ma nella tradizione contadina saluta l’inverno e dà il benvenuto alla primavera, propiziando anche l’abbondanza dei raccolti. Durante la manifestazione è stato ricordato che la pianta, estirpata domenica mattina, sarà sostituita in primavera da tre nuovi alberi che saranno piantati con l’aiuto dei bambini delle scuole del paese. Soddisfatti della riuscita dell’evento i volontari di Pro loco e Amici del Falò che ogni anno mettono grande impegno per portare avanti una tradizione, è il caso di dirlo, secolare.
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