L'ANALISI
26 Gennaio 2024 - 05:10
CREMONA - «Non esiste fotografia o tela che raffiguri il Po, in cui non ci siano i pioppi, perché i pioppi ci sono sempre stati e, quindi, potevano essere considerati rinaturanti». E, quindi, da salvare. A Bruxelles lo hanno capito grazie all’intervento, incisivo, di Gianluca Comazzi, assessore al Territorio e Sistemi Verdi di Regione Lombardia, e alla mobilitazione, tra gli altri, delle associazioni di categoria, su tutte Confagricoltura, entrati a gamba tesa lo scorso agosto sulla Rinaturazione del Po, tra i più grandi progetti finanziati con 357 milioni di euro. «Progetto voluto a tutti i costi dall’Europa e concordato con il precedente Governo. Titolare è il Mite, il Ministero della transizione ecologica», ha detto l’assessore Comazzi, ieri in visita alla redazione del quotidiano La Provincia di Cremona e Crema, accompagnato dal presidente di Confagricoltura Lombardia, Riccardo Crotti, dal presidente della Libera Associazione agricoltori, Cesare Soldi, e intervistato dal direttore Paolo Gualandris.
Comazzi ha spiegato i retroscena del «ridimensionamento del progetto» incassato a Bruxelles grazie «all’intervento molto importante che come Lombardia abbiamo fatto sul piano politico, istituzionale, diplomatico» al fine di scongiurare «un’operazione suicida per la Lombardia e per l’Italia» che avrebbe danneggiato la filiera del legno. «Ci siamo accorti che il progetto iniziale non funzionava, perché prevedeva l’esproprio di centinaia e centinaia di proprietà, la revoca di centinaia di concessioni. Per fare poi che cosa? Spendere decine di milioni di soldi pubblici per tagliare i pioppi, comprare alberi nei paesi dell’Est Europa e piantarli. Un esborso di denaro per ripristinare, di fatto, quello che oggi già c’è: i pioppi. Abbiamo fatto capire al ministero di portare il nostro messaggio all’Europa». Messaggio recapitato e recepito. «Abbiamo ridotto gli espropri e ritrattato sulle concessioni. Abbiamo salvaguardato la nostra filiera del legno che sarebbe stata compromessa, l’attività dei nostri agricoltori, l’attività secolare di tutte quelle persone che hanno reso grande il territorio e che ogni giorno fanno da sentinella per salvaguardare il nostro ambiente, persone che conoscono bene il fiume».
L’operazione non solo ha evitato uno spreco di denaro, ma consente di investire soldi «sulla parte idraulica». Sicurezza la parola chiave. «Fare prevenzione sul dissesto idraulico è una priorità - ha sottolineato Comazzi -. Oggi, la parte di rinaturazione viene fatta sui terreni demaniali e viene esclusivamente trattata la parte legata all’asta del fiume, quindi il corpo adiacente all’acqua. Diventa molto più centrale la parte idraulica».
Salvati i pioppi, l’obiettivo «di tutti» è la bacinizzazione del Po, «progetto complessivo molto costoso. Dobbiamo procedere per fasi. La nostra Regione è assolutamente favorevole», anche perché «non ci dimentichiamo quello che è successo negli ultimi anni: l’acqua è un bene, una risorsa sempre più preziosa. Non possiamo permetterci di buttarla, dobbiamo utilizzarla per la nostra agricoltura». «Sarebbe importante non dipendere dagli impianti idroelettrici», ha evidenziato il presidente Crotti.
Comazzi, che è anche presidente dell’Aipo, Agenzia interregionale per il fiume Po, ha ricordato come «negli ultimi cinque anni, Regione Lombardia abbia messo a terra più di 1 miliardo di euro per il dissesto idrogeologico. Noi abbiamo un sistema di controllo delle frane, un sistema di reazione immediata da parte della Protezione civile, abbiamo l’Arpa che fa un monitoraggio costante dei fiumi. Abbiamo una articolazione molto organizzata». Capitolo porto di Cremona. «È un luogo strategico che ha una sua peculiarità, l’attenzione deve essere massima. Noi dobbiamo sfruttare il territorio e capire quali sono le esigenze primarie». Vi saranno interventi a breve? «C’è un tavolo interassessorile che se si sta occupando sia della mobilità sia del dissesto idrogeologico sia del tema delle acque. Ci sarà una attenzione molto forte».
«L’azione sindacale fatta dalla Libera Associazione Agricoltori», che ha portato Bruxelles a ridimensionare, in positivo, i primi progetti di Rinaturazione «è stata fondamentale - ha detto l’assessore Comazzi, rispondendo al presidente Cesare Soldi - per far comprendere alle istituzioni che si potevano risparmiare risorse pubbliche, che si poteva fare un intervento sul territorio non dannoso per l’economia locale, ma anche nazionale, pur tenendo conto della sostenibilità ambientale».
Il presidente Soldi lo ha definito «un anticipo di futuro». Da qui, «rispetto a tutti gli altri progetti, che sono moltissimi, ci sarà lo stesso approccio di ridimensionamento?».
«Intanto - ha risposto l’assessore Comazzi —, noi abbiamo ottenuto anche una proroga dall’Europa che non era banale. Questi primi cinque interventi (Aipo è il soggetto attuatore, esecutore) andavano fatti entro giugno 2024». Tempi troppo stretti. «Una delle prime richieste fatte anche come Regione - ha proseguito l’assessore al Territorio e Sistemi verdi - è di allungare questa scadenza a dicembre 2024. E ciò non solo perché era complicato farlo in pochi mesi, ma anche per dare il tempo al territorio di prepararsi, perché comunque gli interventi devono essere fatti». «Tutto il progetto complessivo — ha continuato l’assessore Comazzi — ricade principalmente su Regione Lombardia che ha la maggior parte dei progetti e delle risorse assegnate. Quindi, sicuramente il metodo che utilizzeremo anche per quelli successivi, sarà lo stesso. Vedremo cosa si riuscirà a fare e cosa no».
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