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Bocciodromo, la rabbia degli utenti: «Non toglieteci il punto di ritrovo»

Il rischio della chiusura preoccupa i frequentatori dello spazio comunale: «La nostra seconda casa»

Dario Dolci

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redazione@laprovinciacr.it

04 Gennaio 2023 - 05:05

CREMA - Arrabbiati sì, ma anche preoccupati. Così sono i frequentatori del bocciodromo comunale. Arrabbiati perché l’impianto sportivo è un cantiere da più di due anni, perché il promesso efficientamento energetico è ancora nei desideri, perché all’interno fa freddo, perché non si organizzano più gare e non si conoscono i tempi di chiusura del cantiere. Arrabbiati anche perché non c’è più un interlocutore (BrunoCasarini, presidente de Consorzio Unifib, responsabile della gestione e della ristrutturazione si è dimesso) e a Roma, in Federazione, sembra che nessuno si interessi alle sorti dell’impianto cremasco.

E poi preoccupati, perché sul bocciodromo incombe la spada di Damocle dell’Ats, che da un momento all’altro potrebbe ordinarne la chiusura. L’aver isolato la zona bar dalle due ali di corsie comporta la necessità di una nuova planimetria e della certificazione del riciclo dell’aria, che non c’è. E certificare ciò che non esiste è dura. I commenti raccolti ieri pomeriggio tra l’ottantina di frequentatori sono tutti di segno negativo.

«Il bocciodromo è diventato un problema – afferma Giovanni Torresani – perché l’attività sportiva è a rischio, ma anche la sua funzione sociale. In queste condizione con questa incertezza è impossibile stilare il nuovo calendario delle gare. I lavori sono fermi, niente è stato finito. Le opere prioritarie erano i nuovi impianti di riscaldamento e di illuminazione e la sistemazione dei campi. Di questo non è stato fatto nulla, cosicché i costi di gestione sono impossibili da sostenere».

A Torresani fa eco Rodolfo Bocca: «Questo impianto ha una grandissima importanza perché è un punto di ritrovo per i giocatori di bocce, per gli anziani e per i disabili. I lavori non portati a termine rendono l’ambiente per nulla accogliente, il riscaldamento non funziona, si gioca a bocce e a carte in una situazione di disagio». 

Giovanni Torresani e Rodolfo Bocca

Attualmente il bocciodromo apre solo dalle 13 alle 18, per risparmiare. Il riscaldamento viene acceso un paio d’ore al giorno per un costo di 60 euro l’ora. «Gli impianti erano la prima cosa da fare – afferma Roberto Cerioli – e invece hanno fatto la copertura dei campi all’aperto, che sta già marcendo. Viviamo in un cantiere da due anni e non si vede la fine. Di gente ce n’è sempre, ma molti hanno freddo e stanno a casa. Non ci devono togliere l’unico posto di ritrovo».

Guglielmo Gibelli, Cesare Geroldi e Roberto Cerioli

Cesare Geroldi rincara la dose: «Non c’è rispetto neanche per la funzione sociale che il bocciodromo svolge. È la nostra seconda casa, non ci possono sfrattare». In mezzo alle lamentele si dibatte il barista Guglielmo Gibelli: «Ho chiesto un aiuto al Comune per le utenze, basterebbero 6.000 euro per la stagione invernale. Non ho avuto risposte. Il Consorzio Unifib ha fatto solo promesse, ma la realtà è che i ristorante-pizzeria non è ancora stato attrezzato, la palestra nella zona sopraelevata ancora non esiste, il riscaldamento è vecchio e non funziona, i serramenti non sono isolanti, nessuno sa dire come e quando finiranno il cantiere e l’Ats minaccia di farmi chiudere».

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