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CREMONA: IL VIDEOREPORTAGE

Capodanno con i carabinieri, missione «città sicura»

Il cronista de La Provincia racconta la notte di San Silvestro: festa, botti ed euforia sotto l'occhio vigile dell'Arma

Riccardo Maruti

Email:

rmaruti@laprovinciacr.it

02 Gennaio 2023 - 05:00

CREMONA - Mezz’ora alla mezzanotte. Dal cancello elettrico della caserma Santa Lucia, che si ritrae in un ronzio, sbuca una vettura che rinuncia al grassetto bianco della scritta «Carabinieri» per una più discreta livrea civile. Fanno a meno della divisa anche i due militari a bordo, luogotenente e maresciallo ordinario della Sezione operativa del Nucleo operativo: è a loro che, nella notte della festa a rischio di degenerare in baraonda, è affidato il compito di supportare i colleghi in uniforme.

Un intervento dei Carabinieri nel cuore della festa per il nuovo anno: la baldoria è stata tenuta sotto controllo con discrezione senza dover ricorrere al pugno duro

Tutori anonimi in borghese, invisibili nella mischia. Un po’ come Starsky & Hutch, ma con l’aplomb dei padri di famiglia: il più giovane ha messo a letto la sua bimba di due mesi appena prima di prendere servizio. L’auto civetta si dirige verso piazza Stradivari, «zona rossa» identificata con largo anticipo nel piano del «Capodanno sicuro» messo a punto dal questore Michele Sinigaglia in sinergia con tutte le forze di polizia, con il contributo, per l’Arma, del comandante provinciale, colonnello Giuliano Gerbo, e del comandante del Reparto operativo, tenente colonnello Massimiliano Girardi. Obiettivo dichiarato: prevenire qualsiasi genere di disordine.

Un carabiniere in un posto di blocco predisposto in via Mantova


Due pattuglie, coordinate dal comandante della Stazione, Gianni D’Alfonso, sono già posteggiate in un angolo della piazza: quella dei sei Carabinieri, schierati a pochi passi dal cuore dei festeggiamenti, è una presenza al contempo rassicurante, per chi cerca nient’altro che sorrisi di buon augurio, e deterrente, per eventuali «teste calde». A pochi minuti dai dodici rintocchi, la distesa di sampietrini è popolata da centinaia di persone: una piazza multiculturale pronta a esplodere di gioia. E non solo. Perché, nell’anomalo limbo di legalità compreso fra l’ordinanza anti-botti del Comune e la sentenza del Tar lombardo che lascia mano libera all’accensione dei fuochi d’artificio, i primi petardi rimbombano già da un po’.

Gli uomini dell’Arma monitorano con l’atteggiamento misurato di chi è chiamato a bilanciare i modi della prudenza con i bisogni della sicurezza. Non servono conti alla rovescia: a mezzanotte il cielo riluce di un arcobaleno di scintille e tra i palazzi del nucleo storico echeggiano scoppi, inframmezzati da rari, ma pericolosi, boati. A pochi metri dalla statua di Stradivari, rotola un fumogeno che spande nell’aria una scia rugginosa. Il comandante D’Alfonso e i suoi uomini — affiancati dai due militari «in incognito» — rompono gli indugi: neutralizzano la candela da cui si sprigiona la colonna di fumo e invitano alla cautela un manipolo di giovani su di giri. Bastano qualche sguardo severo e parole gentili per disinnescare l’eccesso di euforia.

Il comandante della Stazione di Cremona Gianni D’Alfonso riceve una comunicazione dalla centrale operativa


La sorveglianza prosegue fino al momento in cui i fuochi sono ormai spenti e a terra rimangono soltanto brandelli di carta bruciacchiata, ricaduti dal cielo come lapilli inoffensivi. Per i Carabinieri la vera notte dei controlli inizia ora. Le ricetrasmittenti diffondono le comunicazioni della centrale operativa: le segnalazioni di cittadini infastiditi dagli scampoli più molesti della festa provengono praticamente da tutti i quartieri. D’Alfonso e i suoi due «angeli» senza divisa confabulano in disparte, senza dare nell’occhio. E le pattuglie si mettono in moto. Prima meta: una laterale di viale Po, dove un residente lamenta un «concerto improvvisato» nell’appartamento al piano superiore. In una manciata di minuti, due Carabinieri sono già sull’uscio del palazzo: serve una buona dose di diplomazia per riportare l’armonia tra gli inquilini.

Da qui all’alba, non sarà l’unico intervento di questo genere richiesto ai militari. Nel frattempo, luogotenente e maresciallo si muovono come spettri attraverso la città, seguendo le orme dei colleghi: sono pronti a offrire manforte nei casi più delicati. Gli sguardi dei due compagni di equipaggio esplorano ogni angolo del tracciato stradale. Quasi disabitato, a quest’ora. Ma è proprio tra le pieghe dell’oscurità post-baldoria che possono annidarsi le situazioni più rischiose. Dalla radio ecco un nuovo allarme: una lite tra due giovani in strada, non distante dallo stadio. Con ogni probabilità, il lascito di una nottata alcolica. Una pattuglia sfreccia fino al luogo della segnalazione per sedare, con tempismo, gli animi surriscaldati.

l comandante D’Alfonso spegne un fumogeno innescato pochi istanti prima al centro di piazza Stradivari


Le «ronde» dei Carabinieri non si fermano. Il nuovo anno è cominciato ormai da due ore abbondanti quando la squadra di D’Alfonso, con il supporto di una gazzella del Nucleo operativo, predispone un posto di blocco lungo via Mantova. Casacche catarifrangenti, paletta e occhi puntati ai quattro punti cardinali. Patente e libretto: tutto regolare, per decine di automobilisti. I Carabinieri salutano i passeggeri con un cortese «buon anno». Accompagnato dal sorriso di chi sa che la missione Capodanno è compiuta.

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