L'ANALISI
08 Novembre 2022 - 11:46
CREMONA - Lunedì davanti al carcere, oggi davanti alla Prefettura dove dalle 10 a mezzogiorno va in scena la seconda protesta degli agenti della polizia penitenziaria che, compatti sotto le sigle sindacali Sappe, Sinappe, Osapp, Uilpa, Uspp e Cisl, lamentano di essere in pochi: 180 contro i 450 detenuti, di cui «una ventina psichiatrici». Chiedono «sicurezza», stanchi «di prendere calci e cazzotti ogni giorno dai detenuti». Parlano di «carenza di educatori, medici e psichiatri: ci sostituiamo noi senza averne le competenze». Chiedono «dignità » e di essere ascoltati «dopo il silenzio a livello regionale»: Dap e Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria (Prap).
Fischietti e striscioni. Alle 11.15 una delegazione viene ricevuta dal viceprefetto vicario Roberta Verrusio. «Ha ascoltato le nostre richieste, siamo soddisfatti — commenta Vincenzo Martucci, vice segretario regionale Sinappe —. Il vicario ha sollecitato con una telefonata al direttore del carcere seduta stante, un incontro per il 16 novembre. Lei convocherà anche le nostre sindacali. E, poi, la promessa di fare un report direttamente al prefetto che sarà mandato ai ministri della Giustizia e dell’Interno». Non solo. «Da ieri ad oggi — prosegue Martucci — c’è stata una piccola svolta. Il vicario del Provveditore ha convocato per il 14 novembre i rappresentanti regionali delle sigle sindacali, ma laddove non ci siano a Cremona, chiederemo che siano affiancati dai rappresentanti provinciali».
«Questo però non toglie — aggiunge Daniele Sciaudone, segretario provinciale Uspp - che finché non avremo risultati concreti, noi andremo avanti. Ringraziamo per l’apertura e la risposta immediata di incontrarci da parte di Milano che una decina di giorni fa non ci aveva preso in considerazione. Ma noi andremo avanti finché non avremo risultati tangibili». Michele Aufiero (Cisl) si dice «contento». Ma va cauto. «Vediamo, noi vogliamo lavorare in sicurezza». E va cauto anche Antonio Loffredo (Sappe): «Ci sono delle buone soluzioni, poi si vedrà. Continuiamo l’astensione dalla mensa e andiamo avanti per la nostra strada. Vogliamo risultati e non fumo. Siamo stanchi delle solite parole e promesse, poi finisce tutto nel dimenticatoio. Noi lo facciamo per tutti, anche per i cittadini: siamo una forza di polizia, vogliamo rispetto e dignità sul lavoro».
Sergio Gervasi, segretario aggiunto Uilpa, ringrazia «i colleghi che sono in servizio e che in questo momento mantengono la sicurezza all’interno dell’istituto. Noi protestiamo per tutti i colleghi, non solo quelli di Cremona: il problema è nazionale. Non ci fermeremo sino a quando atti concreti da parte dell’amministrazione a livello locale, regionale e centrale. La polizia penitenziaria è stanca, non può essere serva di uno Stato che è assente». Gervasi lancia un appello al Governo Meloni «che si è detto disponibile a stare dalla parte della polizia penitenziaria. Aspettiamo atti concreti. Sino ad allora andremo avanti con le nostre proteste».
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