L'ANALISI
07 Novembre 2022 - 09:14
CREMONA - «Noi che abbiamo osato dire la fede nel nostro linguaggio». Sta tutto in una frase di dieci parole l’unico, implicito ma chiaro riferimento del Vescovo Antonio Napolioni a polemiche e perplessità che avevano accompagnato le prime immagini elaborate al computer del nuovo presbiterio della Cattedrale, e che - pure in un consenso quasi generalizzato - non sono del tutto svanite dopo la solenne dedicazione di ieri. «Abbiamo osato», ha rivendicato Napolioni nel corso della cerimonia, consapevole di uno ‘strappo’ per diversi aspetti legato ai dettami del Concilio Vaticano II e che sembra comunque aver colto nel segno.
Per il Cavalier Giovanni Arvedi, «l’emozione più grande è stata quella di rivedere il Redentore su queste bellissime realizzazioni. Una manifestazione straordinaria della grandezza di Dio: che ci conduce, ci segue, ci supporta, ci compatisce e ci vuole bene. Quello di oggi è un evento molto importante».
Di «momento storico per il quale ringraziamo il Vescovo, la Diocesi di Cremona e la Cei» ha parlato il sindaco, Gianluca Galimberti. «La nostra Cattedrale si arricchisce così di un altro straordinario elemento di arte e spiritualità, che parla a tutti ed a ciascuno di noi: l’altare è il luogo nel quale si spezza un pane; è insegnamento e stimolo a continuare a nutrirci del pane della solidarietà, delle relazioni, della cura delle fragilità e delle povertà».
«Un avvenimento straordinario per la nostra comunità», ha commentato il commissario della Camera di Commercio, Gian Domenico Auricchio. «E non mi riferisco solo alla città, ma a tutta la diocesi. È stata una cerimonia particolarmente emozionante. Mi ha poi colpito una partecipazione così ampia e compatta alla dedicazione di un altare che rende ancora più bella la nostra già bellissima cattedrale».
Gianni Rossoni, sindaco di Offanengo e presidente dell’Area Omogenea Cremasca, ha molto apprezzato il nuovo altare. «Penso che ci sia stato un grande lavoro da parte dei progettisti, della Curia Cremonese e del suo Vescovo per arrivare a questo momento, che segna anche un cambiamento nel segno dell’attualità e della fedeltà al Concilio».
«Il nostro Duomo - ha ricordato Massimo Rivoltini - presidente di Confartigianato Cremona - non è solo né soprattutto uno stupefacente ‘museo’ che ospita opere artistiche di inestimabile valore. È la casa della comunità cristiana cremonese: ne racconta - testimoniandolo - il percorso centenario, che è giusto rappresentare anche attraverso opere tangibili come questa. L’ho apprezzata, come apprezzo aver voluto portare l’altare in mezzo ai fedeli. Naturalmente una novità, in un contesto così ‘storico’, all’inizio può risultare molto impattante. Ma sono convinto che col tempo tutti ne riconosceranno l’assoluta coerenza con quanto la circonda».
«Di fronte alla novità - concorda Carlo Malvezzi, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale - c’è sempre il rischio di una ‘lettura’ un po’ schematica. A me il nuovo altare è piaciuto. Mi sembra inserito correttamente nel contesto di riferimento, pur essendo portatore di un approccio diverso rispetto al precedente percorso storico. Questa celebrazione ha poi visto tutta la comunità cremonese riunita in Cattedrale: un segno assolutamente positivo. Mi auguro che questo nuovo altare ci richiami tutti all’unità della quale abbiamo estremamente bisogno».
Franco Verdi, esponente di spicco del laicato cattolico cremonese, ha parlato di «una cerimonia di straordinaria intensità e bellezza. Anche l’altare è bellissimo. Quindi complimenti a chi l’ha pensato e sostenuto. Polemiche o visioni differenti? Non trovo motivo di polemiche; comunque stiamo trattando una materia opinabile, non c’è un dogmatismo dell’arte».
Secondo l’assessore comunale Barbara Manfredini - infine - il nuovo presbiterio rappresenterà una fonte di riflessione ed insieme un motivo in più di attrazione anche per i turisti. Una nuova luce, un segno di attenzione ed accoglienza per tutti». Il ‘centuplo’ rispetto al sostegno finanziario garantito dai turisti a questa stessa iniziativa, grazie alle visite al Torrazzo, al Battistero ed al Museo Diocesano.
VIDEO: SALVO LIUZZI
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