L'ANALISI
17 Luglio 2022 - 18:45
CREMONA - «Papà sei il nostro supereroe». Ed è solo allora che Cesare Merlini si è commosso, dopo aver percorso 2.280 chilometri da San Daniele Po a Cascais in Portogallo, per 24 giorni di viaggio, tutto in bicicletta, tutto in solitaria. «Quando mio figlio Davide che lavora nella compagnia aerea Net Jets mi ha detto così, mi sono sciolto — racconta il fornaio di San Savino, sessantenne in pensione —. In quel momento tutta la fatica fatta e la scommessa che ho voluto giocare con me stesso hanno trovato un senso».
Appassionato di bicicletta da sempre, Merlini si era ripromesso che una volta in pensione avrebbe fatto quello che il lavoro non gli ha mai concesso: un lungo viaggio sulle due ruote e così ha fatto.
«Ho deciso di andare a trovare mio figlio in Portogallo e di farlo in bicicletta, mi sono allenato, facendo percorsi in bici di cinque o sei ore, nel periodo più caldo del giorno per abituarmi alla calura estiva — racconta —. L’essere allenato mi ha permesso di pedalare nove ore al giorno, percorrendo una media di 120 chilometri. Inizialmente avrei voluto fare il percorso di Santiago, poi ho deciso di fare una sorpresa a mio figlio Davide, d’accordo con mia moglie Lorenza e l’altro mio figlio Michele che gestisce la sua pasticceria a San Felice. Avuto il loro ok, sono partito».
E mentre racconta la sua impresa iniziata il 13 giugno e conclusasi il 6 luglio scorso non nasconde che fatica a credere che sia andato «tutto liscio, non ho avuto problemi particolari, per fortuna, mi viene da dire ora. Il percorso mi è stato di volta in volta suggerito da un’applicazione ad hoc Komoot che mi ha permesso di cadenzare il mio viaggio di giorno in giorno — prosegue nel suo racconto —. È stata un’esperienza incredibile e, a cose fatte, mi viene da dire molto fortunata. Ho fatto i conti con me stesso, mi sono fatto commuovere dalla bellezza della natura, soprattutto in Spagna, la costa francese la conoscevo di più».
Poco bagaglio, l’essenziale per non appesantirsi: «Avevo tre cambi, la tenda, a seconda dei casi e dei luoghi decidevo di accamparmi, oppure prenotare un letto in un B&B. Gli attrezzi per aggiustare la bicicletta se ce ne fosse stato bisogno, cosa che non è successa. Ho bucato solo due volte e dirlo ha dell’incredibile. Ovviamente il cellulare per seguire il percorso e per rimanere in contatto non solo con i miei familiari, ma anche con gli amici che, alla distanza, mi hanno sostenuto nell’impresa».
Sono gli incontri e i paesaggi che si sono incisi in maniera indelebile negli occhi e nel cuore di Merlini: «Ho avuto modo di scoprire una Spagna per me inedita. Sono stato a Barcellona, a Valencia, l’Andalusia mi ha letteralmente stregato. Un giorno sono arrivato in un paesino, tre case, ma dietro quelle tre case c’era un grande lago, con un mulino funzionante e la gente che faceva il bagno, una scena d’altri tempi che mi ha colpito e non scorderò mai. Quando chiedevo informazioni o semplicemente un po’ d’acqua trovavo sempre persone disponibili, accoglienti e gentili. Il mio è stato un viaggio con me stesso, ma anche un itinerario fatto di incontri. Una signora vedendomi affaticato mi ha regalato due banane, dono non fu più gradito».
I 2.280 chilometri hanno fatto conoscere a Merlini anche piste ciclabili perfettamente tenute «vere e proprie strade per il cicloturismo, perfette e manutenute come raramente accade da noi — racconta —. Anche questo aspetto ha facilitato il mio lungo viaggio, un viaggio che mi ha cambiato, che mi ha permesso di realizzare un sogno e al tempo stesso una sfida. E poi è stato bellissimo quando, al mio arrivo, ad attendermi c’era mia moglie Lorenza. Quando ci siamo visti, ci siamo lungamente abbracciati, mi sono sentito a casa, la stanchezza è improvvisamente scomparsa».
L’arrivo a destinazione di Cesare Merlini è stato non solo nella città portoghese, ma nell’abbraccio della moglie Lorenza sulla passeggiata di Marina de Oeiras in Portogallo, dopo 24 giorni di pedalate, di fatica, di lunghe ore in solitaria e di incontri inattesi e carichi di umanità: emozioni condivise con Lorenza e i figli Davide e Michele, emozioni che hanno reso papà Cesare un supereroe sulle due ruote.
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