L'ANALISI
28 Giugno 2022 - 05:20
SONCINO/ORZINUOVI/ROCCAFRANCA/TORRE - Non succedeva da quattro anni ma adesso il Parco Oglio Nord è tornato a bruciare. L’inquietante episodio, tra Torre, Roccafranca, Orzinuovi e Soncino, sabato mattina. Al rogo un ettaro e mezzo nella riserva.
Ieri pomeriggio, poi, qualche fiamma, subito estinta, a Barco. E di mezzo non ci sarebbero (solo) le temperature estreme ma aleggia pure lo spettro del piromane.
Il presidente Luigi Ferrari sulle ipotesi investigative, ovviamente, ci va coi piedi di piombo ma non getta, per restare in tema, troppa acqua sul fuoco: «Sì, la possibilità che si tratti di un atto doloso è presa in considerazione. Anzi, potrebbe anche ritenersi probabile ma gli accertamenti e le indagini sono rispettivamente in mano ai Vigili del Fuoco e ai carabinieri e dunque non spetta a me trarre conclusioni. Volontario o meno, si trattasse anche di sigarette gettate fra le sterpaglie, l’effetto è devastante. Certo è che si tratta di una crisi che pensavamo lontana e superata ma che si è ripresentata. Come combatterla? Difficile dirlo. Fototrappole e pattugliamenti intensificati sono le nostre uniche armi a disposizione ma cogliere sul fatto un incendiario è molto raro e complicato».
Chi frequentava il Parco Oglio Nord negli anni compresi tra il 2016 e il 2018 avrà certamente avuto la pelle d’oca nel leggere di un probabile incendio doloso scoppiato sabato mattina nella zona al confine fra Cremonese e Bergamasca. Nel triennio ‘di fuoco’, infatti, furono poco meno di una decina i roghi accertati come volontari e di matrice umana appiccati nel verde a ridosso del fiume. La battaglia tra guardiaparco e piromani seguì con un crescendo di scontri tra sirene e inneschi abbandonati, culminata fortunatamente nella scomparsa degli ‘squilibrati’. Almeno fino a oggi.
Nulla di certo, sia chiaro, perché a stabilire cosa davvero sia successo in quel di Torre sabato e ieri pomeriggio a Barco saranno l’Arma e i pompieri, ma la sola idea che quel brutto capitolo possa essere in procinto di ricominciare terrorizza ambientalisti, naturalisti, agricoltori e vertici dell’ente di tutela.
Il bilancio, dopo solo due casi, è questo: più di due ettari praticamente desertificati e decine di operatori mobilitati per diverse ore al fine di contenere i danni. E, sempre che venisse confermata la pista del dolo, resta anche una gigantesca incognita sul movente: «No, non penso che ci sia qualcuno che voglia o possa guadagnarci da tutto questo – chiarisce da subito Ferrari –. Me lo sono chiesto, certo, ma non vedo quale interesse possa suscitare dar fuoco al Parco Oglio Nord. Si fa solo del male alla natura, alla comunità, all’ecosistema. Ci perdiamo tutti. Azioni di uno o più squilibrati? Forse ma non si può nemmeno escludere l’inciviltà e l’incoscienza di chi getta un mozzicone. E la siccità, mai vista prima, fa il resto».
L’unica buona notizia, nel grigio quadro di questi tre giorni di fiamme, riguarda il bilancio delle vittime: arse le piante ma non sono, almeno per ora, stati riportati casi di morti o feriti fra esseri umani o animali protetti.
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris