L'ANALISI
ALL'OSPEDALE MAGGIORE. IL REPORTAGE
13 Gennaio 2022 - 05:30
CREMONA - Il lamento della sirena preannuncia l’arrivo dell’ambulanza — l’ennesima — che irrompe sulla rampa di cemento mentre il portone elettrico si arrotola in un ronzio, sollevandosi fino alla scritta «Emergency» tracciata a caratteri rossi sul corpo grigio dell’edificio. Il ventre del Pronto Soccorso si spalanca di nuovo: sul lato sinistro la sala d’attesa e la postazione triage, su quello destro le porte scorrevoli su cui è affisso il cartello «Area Covid+». Da tempo la prima linea anti-virus non era così sotto pressione come in questi giorni.
«La situazione è in evoluzione — commenta la dirigente del Pronto Soccorso, Francesca Co’, nell’andirivieni di infermieri e volontari —. A fronte di un numero di accessi che si mantiene stabile tra i 90 e i 100 nell’arco delle 24 ore, stiamo assistendo ad un aumento dei pazienti Covid o con problematiche Covid-correlate che, attualmente, rappresentano circa il 30% degli accessi complessivi».
In pratica è infetto uno su tre di chi si presenta al piano terra del Maggiore. «Lunedì c’è stato un iperafflusso di contagiati — prosegue Co’ —. Abbiamo avuto una mattinata e un pomeriggio intensi, raggiungendo un numero di 18 pazienti Covid presenti contemporaneamente».
«Anche tra il personale del Pronto Soccorso ci sono diversi casi di positività al Covid e ciò richiede una rimodulazione delle turnazioni così da garantire un servizio all’altezza delle necessità della cittadinanza. Questa è una ulteriore problematica da affrontare — spiega la dirigente—. Tutti i nostri operatori positivi sono in buone condizioni di salute, se non addirittura asintomatici, e questo è grazie al fatto che sono vaccinati».
(CON LA COLLABORAZIONE DI RICCARDO ROSSI)
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