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CREMONA: IL VIDEO

Cattedrale, una casa di pietra e luce più «prossima» ai fedeli

Progetto e princìpi che l’hanno ispirato presentati in Curia. Il 6 novembre la dedicazione

Mariagrazia Teschi

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mteschi@laprovinciacr.it

27 Ottobre 2022 - 05:25

CREMONA - «Incertezza, trepidazione, ansia, paura, dolore, fino alla gioia immensa, ecclesiale. Un parto durato ben più di nove mesi questo adeguamento liturgico della Cattedrale, nel quale si rivela l’opera dello Spirito che ha ispirato coloro che hanno contribuito alla sua realizzazione. Perché viviamo in un tempo sinodale, nessuno deve fare le cose da solo affinchè possa consegnare alle nuove generazioni di oggi e domani la bellezza ricevuta. Ora bisogna viverla questa chiesa più moderna ripensata in rapporto con l’antico e ancora più prossima ai fedeli. Bisogna viverla con quella curiosità intellettuale capace di parlare al cuore».

Com'è

Così il vescovo Antonio Napolioni che ieri in Curia ha presentato ai giornalisti la dedicazione dei tre nuovi poli liturgici (mensa eucaristica, ambone, cattedra) che avverrà durante la solenne concelebrazione di domenica 6 novembre. Con il vescovo sono intervenuti l’incaricato diocesano per l’Ufficio dei Beni culturali e l’edilizia di culto don Gianluca Gaiardi, l’architetto Massimiliano Valdinoci coordinatore del gruppo di lavoro vincitore del progetto, l’artista e designer Gianmaria Potenza autore degli arredi sacri e il direttore dell’Ufficio Liturgico don Daniele Piazzi.

Come sarà


A don Gaiardi il compito di delineare brevemente le tappe di un lungo percorso iniziato nel 2007 al tempo del vescovo Enrico Assi e le prospettive liturgiche che hanno guidato l’adeguamento, «nato dalla necessità di ripensare un presbiterio in armonia con l’antico edificio e uno spazio liturgico in accordo con le indicazioni del concilio Vaticano II». Prossimità e distinzione sono stati i fili conduttori della fase progettuale e successivamente, durante i sopralluoghi in Cattedrale, nel rispetto dei materiali esistenti e della riconoscibilità del nuovo. Nel 2018 il bando della Cei ha segnato lo spartiacque: sei le diocesi italiane ammesse, tra cui proprio Cremona che ha usufruito dei fondi dell’8 per mille (300 mila euro, il 75% dell’importo) a cui si sono aggiunti i proventi della associazione Battistero, l’ente che gestisce gli ingressi del sistema museale diocesano a coprire interamente le uscite.


«Domande, riflessioni, ripensamenti, soluzioni provvisorie, fino a giungere a quella attuale, definitiva, che si inserisce nella stratificazione degli interventi e degli stili che fanno della Cattedrale una chiesa viva, non un Museo», come ha ricordato anche l’architetto Massimiliano Valdinoci, illustrando le tappe della progettazione, con il passaggio dal progetto vincitore del bando a quello definitivo che verrà svelato il 6 novembre. «Un progetto — ha spiegato - che si ispira al valore della prossimità dell’assemblea dei fedeli al cuore della celebrazione da un lato, e alla identificazione di un linguaggio contemporaneo, capace di rispettare il contesto aggiungendo però a quella stessa stratificazione le espressioni più belle del nostro tempo». Quelle uscite dal linguaggio contemporaneo dello scultore Gianmaria Potenza, che ha progettato e realizzato le parti decorative di altare, cattedra e ambone. Nelle decorazioni realizzate — con lastre di marmo Limestone persiano, marmo Bronzetto e lastre di bronzo in fusione a cera persa - l’iconografia è apparentemente nascosta e elementare: quadrati, cerchi, rettangoli, spirali dialogano insieme e con i significati universali. «Mi sono fatto guidare dalla luce. Tutto qui - spiega l’artista —. Sono tanti i lavori realizzati nella mia lunga vita, ma oggi provo una soddisfazione unica, una gioia commovente».


Don Daniele Piazzi ha quindi illustrato il significato della Dedicazione secondo la prospettiva liturgica che vuole si mantenga l’antico uso di deporre, sotto l’altare, le reliquie dei santi. Così, durante la celebrazione, nel sepolcreto ricavato sotto la mensa, sarà deposta l’urna con le reliquie dei santi Imerio e Facio, da secoli venerati in Cattedrale, e le reliquie dei più recenti santi e beati cremonesi, dediti all’educazione e alla carità: Paola Elisabetta Cerioli, Francesco Spinelli, Vincenzo Grossi, Arsenio da Trigolo, Enrico Rebuschini. Nell’urna, insieme alle reliquie, sarà inserito anche l’atto di dedicazione per datare l’altare e attestarne la dedicazione per le generazioni future, scritto sulla pergamena realizzata da monsignor Pibetro Bonometti, maestro d’arte e canonico del Capitolo della Cattedrale.

La «capsella» in ottone argentato che contiene le reliquie è stata disegnata da don Gaiardi ispirato dall’arca di pietra che nella cripta della Cattedrale custodisce le reliquie dei santi Imerio e Archelao. Sul frontale sono incisi gli stemmi di papa Francesco, del vescovo Napolioni e la cifra MMXXII, data del rito di dedicazione e deposizione dell’urna. A Cremona si ha memoria di sole due dedicazioni, la seconda 530 anni fa: nella sua cronaca, il vescovo Sicardo annota che il 16 giugno 1196 pose in un’arca di pietra le reliquie dei santi Imerio e Archelao e dedicò l’altare. L’altra dedicazione risale ai tempi del vescovo Speciano, il 2 giugno 1592. Lo ricorda una lapide murata all’esterno della facciata del transetto meridionale.

Don Attilio Cibolini, Massimiliano Valdinoci, don Gianluca Gaiardi, don Pietro Bonometti, il vescovo Antonio Napolioni, Gianmaria Potenza don Daniele Piazzi ieri alla presentazione in palazzo Vescovile 

Tra le indiscrezioni che si sono rincorse prima e durante i lavori di adeguamento, quella — risultata infondata — della rimozione della cancellata ottocentesca in ferro battuto e ottone. In fase di esecuzione dei lavori, come ha ricordato il vescovo, è stata sì rimossa ma per essere restaurata, ricomposta e ricollocata nella cripta ad ornare la tomba con le spoglie di Sant'Omobono. Pulite anche le cantorie, pulita e restaurata la soglia di tre gradini in marmo che separano l'assemblea dal presbiterio, così come il pavimento del presbiterio stesso. Dopo la dedicazione, in un momento successivo, saranno sostituiti banchi e sedie della navata centrale «per assicurare dignità e comodità ai fedeli».

«Finalmente questa bellissima ostrica ha la sua perla — ha chiosato il vescovo –. La consegno ai cremonesi perchè siano partecipi di una bellezza ereditata e da consegnare a chi verrà ancora più bella». Una bellezza prima da vivere, poi, se sarà il caso, da discutere.

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Commenti all'articolo

  • antonella.sacco.8

    27 Ottobre 2022 - 13:46

    Nonostante questa trasformazione all'interno della Cattedrale , la Chiesa si allontana sempre più da Colui che l'ha fatta nascere dal Suo insegnamento e dal Suo Sangue . Lavoro inutile e soldi mal spesi

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