L'ANALISI
26 Ottobre 2022 - 05:00
CREMONA - Naso in su e planimetrie alla mano: sono 46 studenti che arrivano da tutto il mondo e che studieranno come dare nuova vita alla chiesa dei santi Marcellino e Pietro. C’è chi arriva da New York, chi dalla Russia, dalla Cina, dall’Armenia, dalla Polonia, come dalla Serbia, dal Belgio e dalla Grecia e naturalmente da tutta Italia.
Sono gli studenti del corso del Politecnico «Architectural Preservation Studio», percorso di formazione attivato presso la Scuola di Architettura, Urbanistica e Ingegneria delle costruzioni - Corso Architecture - built environment - interiors. I docenti sono Angelo Giuseppe Landi per il modulo di Restauro Architettonico e Fausta Fiorillo per il modulo di Tecniche avanzate di rilievo, affiancati dagli assistenti Raúl Musiate Arellano, proveniente dal Messico, Davide Bruneri, Valentina Cinieri e Simone Teruggi.
I ragazzi, seguiti dai loro docenti, hanno cominciato ad esplorare e misurare la grande chiesa che faceva parte del collegio dei Gesuiti, sede oggi del liceo Manin. Ma non si tratta di una semplice esercitazione accademica: c’è di più e c’è una nuova vita all’orizzonte per l’edificio che negli anni passati è più volte stato utilizzato come spazio per i concerto del Festival Monteverdi.
La chiesa fa parte della parrocchia di Sant’Agostino e proprio il parroco dell’Unità pastorale di Sant’Agostino, Sant’Agata e Sant’Ilario dichiara: «Abbiamo deciso di affidare al Politecnico l’incarico di fare i rilievi e studiare la chiesa dei Santi Marcellino e Pietro con l’obiettivo di immaginare in un prossimo futuro una sua funzione culturale per la città — spiega don Irvano Maglia —. Siamo solo all’inizio e per ora è solo un progetto, che speriamo possa avere seguito per offrire alla città uno spazio, magari pensato per la musica sacra, dedicato a chi studia e fa musica. Certo, per ora la nostra unità pastorale ha deciso di chiedere ai tecnici del politecnico uno studio di fattibilità. Vediamo se troveremo la rete di enti e soggetti cittadini e le risorse per passare poi dal progetto alla realizzazione».
Con il sogno di un nuovo auditorium vocato alla musica sacra, San Marcellino è ora un osservato speciale, un luogo magico e unico davanti al quale il gruppo internazionale di studenti del Politecnico promette di mettere alla prova le proprie capacità e la propria creatività, ma, si immagina, con una precauzione: pensare a soluzioni percorribili, perché all’orizzonte c’è la volontà di fare della grande chiesa uno spazio deputato alla musica.
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