L'ANALISI
17 Febbraio 2014 - 16:34
Tra conferme e sorprese, la visita alla Trattoria Croce Bianca di Ostiano si rivela sempre un’esperienza positiva. E’ merito soprattutto della squisita ospitalità che patron Marcantonio Conzadori riserva agli ospiti, affiancato nella gestione dalla compagna Monica Bonini e dalla mamma Luigina Manfredi. Qui, nella terra di mezzo situata a cavallo delle province di Cremona, Brescia e Mantova si gustano piatti che sono il frutto di una tradizione gastronomica complessa. Le contaminazioni hanno generato una tipicità che rende unica questa zona. In questa trattoria semplice e accogliente come il suo patron, si gusta l’autentico tortello di Ostiano. Il suo gusto inconfondibile è il risultato della sapiente combinazione di grana padano, pane grattugiato, cotognata, amaretti, polpa di zucca, noce moscata, burro fuso e sale. Viene condito con conserva di pomodoro e basilico, un sugo che con la sua acidità compensa il sapore morbido e avvolgente degli ingredienti del ripieno. Custode della tradizione locale è la Confraternita, rappresentata da Sergio Tironi. L’associazione fu concepita nel 2008 e costituita nel 2011 per promuovere il riconoscimento della De.co. del salame, poi conseguita. Ora sta lavorando per ottenere la medesima certificazione per il tortello. E la sfida con i ‘cugini’ cremaschi e quelli mantovani è alle porte. La caldeggiano gli attivisti della Confraternita, Alessandro Lanfranchi e Dario Domaneschi, spinti dalla ferma convinzione che il tortello di Ostiano non tema confronti. Per esserne persuasi, basta assaggiare quelli preparati da nonna Luigina che da soli meritano la visita alla Croce Bianca. Non meno gustosi sono i marubini ai tre brodi e il risotto col pistom. Altrettanto tentatori sono gli gnocchetti al gorgonzola di capra, il risotto al salame e stracchino di Ostiano, i tagliolini al tartufo e i tortelli burro e salvia. Anatra arrosto, cotechino in camicia e brasato di manzo al Barolo con polenta è il tris di prelibati secondi che ci ha confermato la qualità della cucina del locale. Li abbiamo scelti tra la tagliata all’aceto balsamico o al rosmarino, il controfiletto ai ferri, le uova al tartufo, gli spiedini di gamberetti e i gamberoni al Grand Marnier. Il patron è anche un conoscitore di formaggi, italiani e stranieri. Ne abbiamo gustato una selezione costituita da taleggio di capra con marmellata di zucca, parmigiano reggiano vacche rosse invecchiato 36 mesi con mostarda di mele, provolone Valpadana 24 mesi con ciliegina di mostarda Cremona, Delicatesse de Bourgogne con fico fritto. Un capitolo a parte meritano gli antipasti perché i salumi sono uno dei vanti della casa, a partire dal salame per arrivare alla culaccia, alla mortadella Bettella e alla coppa cotta, accompagnati da carciofi alla romana, bruschette e ciccioli d’oca. Tra i dolci svetta il semifreddo della casa con amaretto, savoiardi, crema montata a neve con burro e caffè espresso e Marsala. Pregevoli anche la torta al cioccolato, le crostate alle marmellate e la sbrisolona con le mandorle servita con zabajone caldo. Equilibrata la cantina.
Tullio Vincenzi
(Provato l’8 febbraio 2014)
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