L'ANALISI
09 Ottobre 2014 - 12:44
Una scena corale del primo atto di 'Madama Butterfly'
CREMONA — Sono passati 110 anni dalla prima di Madama Butterfly. Una prima in due fasi, se così si può dire, perché il 17 febbraio 1904 l’opera fece fiasco alla Scala per poi rialzarsi brillantemente il 28 maggio al Grande di Brescia e intraprendere un cammino di successo che non si sarebbe più interrotto. In occasione dell’anniversario — più o meno a cifra tonda — il Circuito Lirico Lombardo ha inserito il popolare melodramma pucciniano nel proprio cartellone e dopo le due rappresentazioni bresciane del 3 e 5 ottobre, ieri sera la Butterfly ha inaugurato la stagione lirica del Ponchielli (domani alle 20,30 e domenica alle 15,30 si replica).
Sul podio Giampaolo Bisanti, maestro milanese sempre presente nelle ultime stagioni (lo scorso anno ha diretto Otello, due anni fa Tosca ). L’allestimento è stato preso dal Verdi di Trieste, dove ha debuttato a marzo. Regia di Giulio Ciabatti, scene e costumi di Pier Paolo Bisleri, videoimmagini di Claudio Schmid. Ciabatti ha firmato per i teatri del Circuito il dittico I Sette Peccati Capitali di Weill e Trouble in Tahiti di Bernstein andato in scena, anche al Ponchielli, nel 2009. La versione dell’opera proposta ieri è quella corrispondente al rifacimento bresciano del maggio 1904.
Dopo la rovinosa caduta di Butterfly alla Scala il compositore si convinse ad apportare diverse modifiche più o meno sostanziali, prima delle quali la scansione in tre atti anziché in due e ritocchi vari alla partitura tra cui l’inserimento della famosa aria «Addio fiorito asil» e la lunga scena che porta al suicidio della protagonista. Significativi anche gli inserti che enfatizzano l’atmosfera folcloristica del primo atto e il maggiore rilievo dato alla figura di Kate Pinkerton, la quale da sorta di fantoccio della versione precedente viene ad assumere un’identità definita, seppur nel breve scambio di battute con l'involontaria antagonista Cio-Cio-San.
L’elemento più positivo della rappresentazione di ieri è stata la direzione di Bisanti, maestro che ha concertato da cima a fondo la ricca partitura senza tentennamenti, anzi con cura di gesto, padronanza dell’orchestra e delle voci. Così ben diretta non poteva che rispondere a dovere anche l’orchestra dei Pomeriggi Musicali. Ottimo il coro del Circuito preparato dal cremonese Antonio Greco, con il momento topico nel famoso ‘Coro a bocca chiusa’. Rassicuranti e aderenti al libretto regia, scene e costumi. Buona la prova dei due protagonisti, il soprano romeno Cellia Costea (Cio-Cio-San) e il tenore Giuseppe Varano (Pinkerton), così come quella del baritono Domenico Balzani (Sharpless) e del mezzosoprano Giovanna Lanza (Suzuki). Dignitosi i comprimari.
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