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BASKET: PICK & ROLL

Vanoli: le individualità esaltano il gruppo. Juvi: quanti errori, ora serve la svolta

i biancoblù con Trieste altra grande prova, e Willis raggiunge quota 1.000 punti in Serie A. Per la Ferraroni gara buttata con Rieti, e Garrett sta diventando un problema

Daniele Duchi

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redazione@laprovinciacr.it

18 Novembre 2025 - 15:58

Vanoli: le individualità esaltano il gruppo. Juvi: quanti errori, ora serve la svolta

Payton Willis nella morsa di Candussi e Ross di Trieste. A fianco, la difesa di Pascolo su Garrett nell’ultima azione

CREMONA - Uno tsunami che travolge tutto e tutti. Una Vanoli straripante ha dominato in lungo e in largo il secondo tempo della gara casalinga – quattro su quattro le vittorie al PalaRadi in questo avvio - contro la sempre temibile Trieste. La chiave di volta è stato il dominio a rimbalzo (44 di cui 20 in attacco, contro una squadra che non brilla nelle statistiche in questo fondamentale e che a Cremona ne ha catturati 27), supremazia che ha permesso ai ragazzi di Brotto di far partire la staffetta 5 per 28, e quando la Vanoli vola in contropiede, sul parquet non ci sono limitazioni possibili a disposizione degli avversari.

Cinque giocatori in doppia cifra con Jones a un solo punto da quota 10, percentuali anche stavolta sopra la media (61% nel tiro da due, 41% da oltre l’arco), un Al Durham in veste di mvp (24 punti con 3 triple, 9 assist e 6 rimbalzi) con il prezioso supporto di Ndiaye (24 punti e 11 rimbalzi per il 21enne talento senegalese). Ma il segreto del successo biancoblù rimane lo spirito che anima tutti i ragazzi del patron Aldo Vanoli, la voglia che capitan Burns e compagni mettono sul parquet ogni volta vengono chiamati dal coach, senza tirarsi indietro.

Quella di quest’anno – e non è facile quando a ogni fine stagione devi riprogrammare la squadra ripartendo quasi da zero come roster – è una Vanoli che ha trovato equilibri e sta bene insieme, che si completa qualunque sia il quintetto schierato, un gruppo che grazie alle individualità (tutte importanti ai fini del gioco) riesce a essere molto efficace su entrambe le parti del campo, risultando indigesto – questo gruppo mix di esperienza, atletismo e brillante gioventù – alla maggior parte dei competitor.

Dopo 8 giornate il bilancio è importante – 5 successi ottenuti tra cui il clamoroso (nelle dimensioni) blitz di Bologna casa Virtus –, ma fa bene il Gigi da Cittadella a tenere tutti con i piedi saldi a terra, ricordare che il cammino è lungo e che il traguardo su cui tenere puntati i fari rimane la permanenza nella categoria. Se Durham e Ndiaye sono stati i migliori marcatori contro Trieste, è bene fissare nella memoria quello che hanno fatto i compagni di squadra, dalla prestazione difensiva che ha coinvolto i giocatori della Vanoli, ai singoli spunti quali la classe di Willis (con Payton ha raggiunto e superato il traguardo dei 1.000 punti in A), le percussioni a canestro di Casarin, Veronesi e Jones, il lavoro oscuro nel pitturato di Burns e Grant, la straripante condizione fisica di ‘Air Ike’ Anigbogu autore di due stoppate stellari sul centro Sissoko e autentico intimidatore d’area.

Insomma, è una Vanoli concreta (113 punti realizzati sono il terzo miglior bottino dopo i 119 con Capo d’Orlando nella stagione 2017-18 e i 117 con Torino nel 2016-17), che gioca bene, diverte e si diverte, ma soprattutto è fortemente concentrata sul proprio obiettivo: crescere tutti insieme e dimostrare che passare a Cremona quest’anno sarà un grosso problema per chiunque. E chi non viene al PalaRadi non sa cosa si perde.

Con queste premesse arriva ora, prima della pausa per gli impegni della Nazionale, l’anticipo di venerdì alle 20.30 al PalaLeonessa A2A, il sempre difficile derby di Brescia con la Germani, compagine che ha mantenuto pressoché inalterato il roster dello scorso anno e che nonostante il cambio di allenatore (coach Cotelli ha raccolto l’eredità di Poeta) sta viaggiando al vertice della graduatoria con il bilancio di 7 successi e una sola sconfitta. Questa Vanoli però non può essere presa sottogamba da nessuno; perché come ha detto un mio ex compagno di squadra sabato scorso all’uscita del PalaRadi, quella di Gigi Brotto è una delle formazioni biancoblù più forti degli ultimi anni: tecnicamente, fisicamente e mentalmente.

SERIE A2

Una partita gettata letteralmente al vento (per non dire di peggio), con una lunga serie di errori tra decisioni prese malamente in campo, autostoppate a canestro (mai visti così tanti appoggi... sotto il ferro) e decisioni arbitrali avverse per tutto l’arco della gara, quella più clamorosa proprio a fil di sirena. Un pomeriggio stregato quello di domenica al PalaRadi dove la Ferraroni JuVi ha giocato alla pari contro uno dei top team del campionato, Rieti del tecnico Franco Ciani che si conferma seconda forza alle spalle di Pesaro.

Eppure, la squadra di Bechi ha avuto un’opportunità gigantesca di cancellare in un solo colpo la brutta e opaca prestazione del turno precedente infrasettimanale con la Tezenis Verona (gara giocata senza convinzione, senza il coltello tra i denti e persa con uno scarto pesante) e soprattutto conquistare due punti importanti mentre la situazione di classifica – dopo il buon avvio stagionale – si avvicina al segnale di pericolo. Invece è stato sprecato il vantaggio prima di 4 punti poi di 3 lunghezze a poco più di un minuto dal termine, concedendo due triple consecutive all’indisturbato Guariglia e un canestro che più facile non si può all’esperto Pascolo sotto canestro.

Scelte tattiche poco intelligenti (cestisticamente), errori pacchiani, difesa che sul più bello è diventata colabrodo: tutto questo, ripeto, dopo aver tenuto a bada per 38’ (ma a questi livelli non basta) la forte compagine avversaria. Non è possibile che dai due giocatori statunitensi la Ferraroni JuVi abbia avuto così poco; lo zero in tabellino di McConico, in 18 minuti di utilizzo, fa pensare che la guardia-ala di Jacksonville non fosse fisicamente a posto, tenuto conto che Travis viaggiava a una media di 12.6 a partita.

Il problema vero, inutile continuare a bendarsi gli occhi, è il rendimento di Garrett, arrivato a Cremona con ottime credenziali, ma mai convincente fino in fondo. Contro Rieti coach Bechi lo ha schierato in quintetto da guardia con Zugno in cabina di regia e McConico da ala piccola, ma dopo due soli minuti di gioco il play siciliano aveva già commesso due falli e il tecnico livornese ha dovuto anticipare di molto l’inserimento di Panni. Quello che appare il problema più evidente di questa squadra è la mancanza di un regista vero in grado di gestire con oculatezza la squadra e in particolare le situazioni più calde, magari evitando di perdere in modo banale palloni importanti. Mentre sul fronte opposto, l’mvp Perry (20 punti e 7 assist) ha fatto tutto ciò che ha voluto.


Con Rieti poi, Allinei è stato tenuto a bada molto bene dalla difesa avversaria che ne conosce le qualità nel tiro dalla lunga distanza e deludente è stato l’apporto dell’intero pacchetto di lunghi – bene il solo Barbante – con Bartolin che dopo l’impatto iniziale dal suo arrivo, ora appare sempre più lento e macchinoso; Bartoli e Del Cadia hanno continuamente sbattuto contro avversari e anello, fallendo canestri davvero facili per foga.


Inevitabile dopo 12 giornate disputate, analizzare la classifica che vede la Ferraroni al 13° posto a quota 10, risucchiata verso il fondo (Torino e Ruvo di Puglia 8, Urania Milano 6, Roseto 4) in seguito all’uno su cinque nelle ultime gare e alla vigilia di ben tre match esterni consecutivi che rischiano di far diventare ancora più complicata la situazione se non si inverte la rotta. Si parte sabato sera a Mestre (PalaTaliercio, ore 20), per poi viaggiare il 26 novembre a Livorno e sabato 29 a Milano. Non ci sono più scusanti, adesso è il momento di tirare fuori gli attributi, senza se e senza ma. 

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