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BASKET: PICK AND ROLL

Contro la Reyer la ‘Brotto-band’ sa tenere il palco. JuVi, riparti dal 1º quarto e dalla reazione

Tanti aspetti positivi nella Vanoli sconfitta a Venezia dalla corazzata. Rimini è di altra categoria, ma la Ferraroni può crescere. La regia di Garrett non convince

Daniele Duchi

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redazione@laprovinciacr.it

07 Ottobre 2025 - 08:39

Contro la Reyer la ‘Brotto-band’ sa tenere il palco. JuVi, riparti dal 1º quarto e dalla reazione

Aljami Durham della Vanoli e Billy Garrett della JuVi

CREMONA - 

Non nascondiamolo: era temuta, molto temuta, la trasferta al PalaTaliercio di Mestre (campo che in passato solo in un caso ha regalato soddisfazioni ai cremonesi) in occasione dell’esordio stagionale della Vanoli nel campionato di Serie A.
L’Umana Reyer Venezia viene considerata nel novero delle prime quattro-cinque formazioni della nuova stagione, in settimana aveva esordito anche in Eurocup (sconfitta in casa al fotofinish) e ha un roster di levatura con 13 giocatori tesserati, di cui 5 statunitensi e un canadese, e una sezione italiana davvero importante.

Che Cremona, con il suo 5+5, potesse competere a livello dell’avversaria lo pensavano in pochi e invece la Brotto band ha tenuto ottimamente il palco, pur steccando ancora qualche nota per mancanza di affiatamento (quello che si costruisce nel tempo, provando e riprovando fino allo sfinimento), e creato non pochi grattacapi ai padroni di casa.

Una prestazione, quella biancoblù, che va valutata positivamente – in considerazione anche della impossibilità di schierare il capitano Christian Burns – e che ha comunque mostrato quelli che allo stato attuale sono pregi e difetti di una squadra in cerca di continuità e crescita sulle due parti del campo.

Detto che parlare dei singoli potrebbe sembrare prematuro, però alcuni aspetti vanno sottolineati, in particolare sull’asse play-pivot: Al Durham (18 punti e miglior marcatore dei cremonesi) ha sicuramente brillato in fase realizzativa e nell’apporto sotto i tabelloni (5 rimbalzi), un po’ meno nella costruzione del gioco (zero assist), dove meglio hanno fatto Davide Casarin e Payton Willis (5 assist a testa), gli unici a servire palloni decisivi ai compagni ai fini del canestro realizzato.

“Air Ike” Anigbogu si è confermato notevole intimidatore d’area (3 stoppate rifilate agli avversari) pur recuperando 4 soli rimbalzi, ma è in attacco che ancora deve migliorare e magari essere cercato di più dai compagni. È vero che la batteria di lunghi di Venezia è completissima e che da Ike non ci si aspettano tanti punti, però un maggior impatto nel pitturato sarebbe auspicabile.

Nella buona prova d’esordio ha steccato uno degli uomini più attesi, quel Giovanni Veronesi che penso non sia mai uscito dal parquet con uno 0 su 7 nel tiro dalla lunga distanza: sono cose che purtroppo capitano ai tiratori, la classica giornata storta per un ragazzo al quale va data grande fiducia.

A quella di Veronesi va aggiunta la serata storta di Tajion Jones (1 su 5 dal campo), mentre un’ottima impressione ha fatto Ousmane Ndiaye che, nonostante i problemi al gomito delle scorse settimane e la giovane età, si è mosso con autorità trovando la via del canestro con continuità (5 su 8 al tiro con 4 triple, più 6 rimbalzi e una stoppata).

Siamo solo all’inizio: la squadra deve continuare a lavorare con grande intensità, ma le sensazioni rimangono sicuramente positive.
Certo, ora il calendario pone la Vanoli di fronte a un appuntamento al quale bisogna evitare di mancare, ovvero quello di domenica (PalaRadi ore 17.30) con il Banco di Sardegna Sassari.

Gli isolani, allenati da Massimo Bulleri, hanno subito all’esordio – tra le mura amiche del PalaSerradimigni – una inattesa sconfitta (102-105) per mano della Openjobmetis Varese, e la cronaca del match punta in particolare i riflettori sulla inefficace prestazione difensiva da parte dei padroni di casa.

Chiaro che per la Vanoli questa sfida avrà già il sapore dello scontro diretto nella lotta verso la permanenza nella categoria: per questo Burns e compagni avranno bisogno di un grande supporto da parte del pubblico amico.

JUVI FERRARONI

Un secondo quarto da incubo (parziale di 10-29) ha in pratica messo fine al match della terza giornata di Serie A2 che ha visto la Ferraroni JuVi ospitare la Dole Rimini, finalista playoff dello scorso campionato e una tra le più serie accreditate al salto di categoria a fine stagione, avendo potenziato ulteriormente il proprio roster.

Con grande autorità ed una prova difensiva sontuosa, Alessandro Panni e compagni hanno disputato un primo quarto di grande valore, tenendo sotto scacco i forti avversari romagnoli grazie all’organizzazione e alla pressione nella propria metà campo, supportata poi in attacco da ottime trame di gioco.

Il parziale di 22-19 lasciava ipotizzare un match equilibrato seppur difficile, ma la realtà dei fatti si è immediatamente palesata in avvio di secondo quarto, quando la Ferraroni JuVi è andata in tilt e gli ospiti hanno piazzato in sette minuti un tramortente 21-2 che li ha portati in men che non si dica dal meno 3 al più 16.

I ragazzi di coach Luca Bechi non sono riusciti ad arginare la mareggiata riminese, hanno perso la sicurezza sia in difesa sia in attacco, trovando a fatica azioni di pari valore rispetto al primo quarto. E quando ti scomponi, non riesci più a trovare il bandolo della matassa e tutto si fa maledettamente complicato.

Dando un’occhiata alle prestazioni dei singoli, anche in questa occasione è stata poco convincente la regia di Billy Garrett: un solo assist a statistica e tante forzature non solo a livello di conclusioni (4 su 15 con quattro zeri dalla lunga distanza). Una squadra che appare ben costruita come la JuVi ha bisogno di molta più concretezza da parte di Garrett, autore a volte di errori banali e non certo all’altezza del suo background cestistico.

Va detto che è piaciuta la reazione successiva da parte della squadra, brava a non mollare dopo la mazzata del secondo quarto e capace di riportarsi sotto la doppia cifra di svantaggio, quando ormai, però, mancava poco tempo alla conclusione del match.

Una battuta d’arresto che è sicuramente accettabile contro una Dole Rimini da prime posizioni, anche se il campionato sta dimostrando che sarà complicato pronosticare chi se la potrà giocare per l’ambito salto di categoria e per non retrocedere.

La classifica è lì a dimostrare quale livello di equilibrio ci sarà in questa stagione, con nessuna squadra ancora imbattuta dopo tre turni, ed una sola in fondo alla graduatoria ancora a quota zero (Ruvo di Puglia). Questo vuol dire che il livello tecnico, come ipotizzato alla vigilia della stagione, si è ulteriormente innalzato e che ogni risultato è possibile se ci si crede fino in fondo.

La Ferraroni JuVi – che non ha certo avuto particolare fortuna nella compilazione del calendario – è già stata in grado di sovvertire i pronostici superando all’esordio Forlì e, dopo le avversarie terribili Brindisi e Rimini, dovrà ora vedersela domani sera – primo turno infrasettimanale della nuova stagione – al PalaRadi (ore 20.30) contro un’altra avversaria particolarmente ostica qual è la Gruppo Lombardi Avellino di coach Maurizio Buscaglia e dell’ex oroamaranto Cosimo Costi.

Una squadra che può contare su tanto talento, esperienza e un’ottima fisicità, ma che comunque ha già subito due sconfitte – dopo l’esordio vincente a Rieti – in casa con l’Urania Milano e domenica a Verona.

Sulla carta gli irpini appaiono favoriti, ma a dirigenti e pubblico piacerebbe tanto rivedere sul parquet amico la determinazione, la grinta e il cuore che Panni e soci hanno mostrato contro Forlì.

Se poi Avellino dovesse conquistare la posta in palio, vorrebbe dire che ha giocato meglio, ma la Ferraroni JuVi non avrebbe proprio nulla di cui rimproverarsi.

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