L'ANALISI
05 Ottobre 2025 - 21:27
Payton Willis
MESTRE - Si apre con una sconfitta la stagione della Vanoli Cremona, ma al Taliercio arriva una prestazione incoraggiante, di quelle che lasciano più certezze che rimpianti. In un clima surreale, con gli spalti vuoti per la protesta dei tifosi di entrambe le squadre contro il nuovo protocollo d’accesso ai biglietti, Venezia e Cremona si sono affrontate in una cornice quasi silenziosa, ma dentro al campo non è mancata l’intensità.
La Reyer partiva con tutti i favori del pronostico: roster profondo, ambizioni da alta classifica e la spinta dell’esordio in casa. Eppure, la Vanoli ha dimostrato fin da subito di non essere a Venezia solo per fare da comparsa. Dopo pochi minuti il tabellone segnava 2-8 per gli ospiti, grazie a due stoppate di Anigbogu che avevano acceso la difesa e alle triple di Durham e Grant che avevano zittito il pubblico (quel poco presente). Una partenza brillante, ordinata, che raccontava di una squadra concentrata e mentalmente pronta. Poi, però, la realtà del Taliercio si è fatta sentire: il timeout di Spahija ha rimesso in carreggiata Venezia, che in meno di due minuti ha ribaltato tutto con un devastante parziale di 19-0. La Vanoli ha accusato il colpo, faticando a trovare ritmo offensivo e pagando anche l’assenza di Christian Burns, fermato all’ultimo da un attacco influenzale. Senza il suo equilibrio e la sua fisicità sotto canestro, Brotto ha dovuto affidarsi alle rotazioni più giovani, ma la risposta è stata comunque positiva. Proprio nella fase più complicata è arrivata la reazione. Guidata dall’ex di turno, Davide Casarin, Cremona ha ritrovato fiducia e fluidità, riducendo progressivamente il margine.
Casarin, accolto con grande rispetto al Taliercio, ha mostrato maturità e leadership, prendendosi responsabilità importanti nei momenti caldi e riportando i suoi fino al -1 sul 36-35. A pochi secondi dall’intervallo, la tripla di Ndiaye ha regalato addirittura il primo vero sorpasso: 36-38, con la Vanoli avanti e pienamente dentro la partita. Nel secondo tempo Cremona ha provato più volte a scappare, ma Cremona non ha mai mollato la presa. Ha continuato a lottare su ogni pallone, mostrando una buona organizzazione difensiva e la capacità di reagire ai parziali avversari. La Reyer ha allungato di nuovo, ma quando sembrava sul punto di prendere il largo, è arrivata la risposta di Willis, bravo a trovare canestri pesanti e a ridare fiato ai suoi. L’americano è stato tra i migliori in campo per presenza e continuità, dimostrando di poter essere una pedina importante nello scacchiere di Brotto.
Molto interessante anche la prestazione del lungo Ndiaye, che si è fatto notare su entrambi i lati del campo: preciso nei tagli, attento in difesa e capace di contribuire in momenti chiave, confermando di avere margini di crescita importanti. Meno brillante, invece, Anigbogu: ottimo impatto iniziale con due stoppate da highlights, ma col passare dei minuti si è spento, risultando poco efficace in attacco e faticando a trovare ritmo.
Nel finale, quando l’esperienza e la profondità del roster veneziano sono emerse, Cole e Bowman hanno firmato i canestri decisivi: tre prodezze che hanno spento le speranze della Vanoli, senza però cancellare quanto di buono si è visto. Il punteggio finale premia la Reyer, ma il giudizio complessivo sorride anche a Cremona. La squadra di Brotto ha giocato con personalità, senza paura, tenendo aperta la partita fino all’ultimo possesso contro una delle corazzate del campionato. Ha mostrato tenacia, buone idee e una struttura di gioco già chiara, segno che il lavoro estivo ha lasciato tracce solide. Con Burns recuperato e qualche automatismo in più, la Vanoli potrà crescere ancora molto. Al Taliercio non sono arrivati i due punti, ma la sensazione è che questa Cremona abbia già conquistato qualcosa di importante: la consapevolezza di potersela giocare davvero con chiunque.
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