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CALCIO SERIE A: IL PERSONAGGIO

Zerbin: «Cremo top, mi compro al Fanta e voglio la salvezza»

Il laterale: «Qua per mister Nicola, mi chiede di essere sempre decisivo»

Fabrizio Barbieri

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fbarbieri@laprovinciacr.it

05 Settembre 2025 - 18:56

Zerbin: «Cremo top, mi compro al Fanta e voglio la salvezza»

CREMONA - Alessio Zerbin sorride. Domani sera parteciperà all’asta del Fantacalcio con gli amici di sempre e ha già deciso: si prenderà. «Perché l’obiettivo è incidere in tutte le partite, così mi porto a casa qualche punto in più», racconta ridendo. In realtà dietro al sorriso c’è un ragazzo che ha scelto la Cremonese per ripartire, per mettere minuti, corsa e giocate decisive. Arrivato dal Napoli in estate, Zerbin è già diventato protagonista: l’assist a San Siro contro il Milan, il recupero palla e il cross perfetto allo Zini contro il Sassuolo. Episodi che raccontano molto meglio delle parole quanto possa spostare un giocatore con la sua freschezza. Con lui parliamo di Cremonese, nazionale, obiettivi personali e... Fantacalcio.

L’avvio di stagione ha mostrato subito la sua importanza: assist a San Siro, palla rubata e cross vincente contro il Sassuolo. Cosa le chiede il mister?
«Il mister mi ripete sempre che devo essere incisivo. Non basta correre, devo lasciare un segno ogni volta. Quando ho recuperato il pallone a Doig, contro il Sassuolo, dalla panchina Nicola mi urlava di andare, di crederci. Sono quelle situazioni che possono cambiare una gara, ed è quello che voglio fare con continuità».

Lei sembra ormai a suo agio nel ruolo a tutta fascia. È quello che sente più suo?
«Sì, assolutamente. Già dallo scorso anno ho iniziato a giocare con continuità a destra, e adesso posso dire che è il ruolo che sento più mio. Mi piace poter correre tanto, attaccare e difendere, essere utile in entrambe le fasi. È faticoso, ma dà grandi soddisfazioni».

Lo scorso anno la salvezza non è arrivata a Venezia. Cosa le ha insegnato quel campionato?
«L’obiettivo è lo stesso: salvarsi. L’anno scorso abbiamo dato tutto, ma ci è mancato qualcosa nei dettagli. E quei dettagli, nel calcio, fanno la differenza. Quando butti via punti, magari per una disattenzione, poi alla fine li paghi tutti. Quest’anno dobbiamo essere più attenti e concreti, senza mai rilassarci».

La Cremonese è stata la prima squadra a cercarla in estate. Perché ha scelto di venire qui?
«Già a giugno ho ricevuto i primi contatti. Poi ho iniziato la preparazione a Napoli, ma la trattativa è sempre rimasta viva. A convincermi più di tutto è stato il mister Nicola: il suo lavoro, la sua passione, la sua idea di calcio. Mi ha trasmesso fiducia e motivazioni. E poi le ambizioni della società: le promesse sono state mantenute, lo dimostrano gli acquisti e la qualità della rosa. Qui c’è un centro sportivo bellissimo, condizioni di lavoro perfette. Insomma, tutti gli ingredienti per fare bene».

Parlando di acquisti: è arrivato addirittura Jamie Vardy. Che effetto fa averlo come compagno?
«Un grande effetto, inutile negarlo. Parliamo di un giocatore conosciuto in tutto il mondo, che ha vinto la Premier. Però la cosa più bella è come si è presentato: umile, con una grande voglia di mettersi a disposizione. Questo è l’aspetto che colpisce di più. Ma non dobbiamo dimenticare che il nostro obiettivo resta la salvezza: avere Vardy ci dà un’arma in più, ma la strada è ancora lunga».

La concorrenza in fascia è alta. Come la vive?
«Fa parte del calcio e ti stimola a dare qualcosa in più. Penso a Romano (Floriani Mussolini, ndr): è entrato contro il Sassuolo e ha deciso la partita. È uno che va sempre a mille, spesso me lo trovo davanti in allenamento e mi costringe a spingere al massimo. Questo alza il livello di tutti».

Il pubblico dello Zini si è fatto sentire subito. Cosa percepisce dalla città?
«Fin da quando sono arrivato ho capito che Cremona ha una passione enorme per la squadra. Già dallo stadio, ma anche semplicemente camminando per strada, senti quanto ci tengono i tifosi. Dobbiamo cavalcare la spinta dello scorso anno, trasformarla in energia positiva. E soprattutto dobbiamo essere noi a trascinare ancora di più i tifosi, con le prestazioni».

Ha già vestito la maglia della Nazionale maggiore. Cosa rappresenta per lei l’azzurro?
«Un sogno, che credo sia il sogno di ogni bambino che inizia a giocare a calcio. Il livello della Nazionale è altissimo, da top mondiale. Con Mancini ho fatto un’esperienza bellissima, mi ha dato tanto. Però la realtà è che tutto parte da qui, da Cremona, dal lavoro quotidiano. Se faccio bene qui, allora tutto il resto arriverà di conseguenza».

Ha avuto allenatori importanti nel suo percorso. Cosa le hanno lasciato?
«Tutti qualcosa. Lo dico sempre: sono stato fortunato con i tecnici che ho incontrato. Da ognuno ho cercato di prendere un dettaglio, un insegnamento. Mi hanno fatto crescere a livello tecnico, ma anche umano. È questo il bello del calcio: arricchirti non solo come giocatore, ma come persona».

In particolare, il suo percorso è iniziato con mister Viganò, grande ex della Cremonese. Lo ha sentito?
«Sì, ci siamo sentiti al telefono e presto ci vedremo a cena. A Napoli gli ho già offerto una pizza. Con lui ho fatto il salto dai ragazzi ai grandi, a Gozzano, quando ero ancora un bambino. Mi ha dato fiducia e non lo dimenticherò mai. Ho letto la sua intervista e mi ha fatto molto piacere».

Le prime prestazioni hanno già mostrato un giocatore diverso, più maturo. Lei come si sente?
«Ho capito che si poteva fare qualcosa di importante, sia come persona che come professionista, sul campo. Ma non dobbiamo lasciarci trasportare dai risultati positivi: non è il momento di volare. Anzi, dobbiamo lavorare ancora di più per arrivare alla meta finale. La stagione è lunga e difficile, e solo restando concentrati riusciremo a toglierci soddisfazioni».

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