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Scrigno Vanoli: la chiave è Burns. Blackout Juvi: manca ancora la continuità

Dopo le soste per Coppa Italia e Nazionale i biancoblù tornano in campo a Brescia. Dopo un gran periodo, ecco invece i vecchi problemi della squadra di Bechi

Daniele Duchi

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redazione@laprovinciacr.it

18 Febbraio 2025 - 08:47

Scrigno Vanoli: la chiave è Burns. Blackout Juvi: manca ancora la continuità

Christian Burns, ultimo arrivato in casa Vanoli. A fianco, Ivan Almeida in possesso palla contro Verona

CREMONA - Torna ad allenarsi oggi al PalaRadi la Vanoli dopo qualche giorno di riposo concesso da coach Gigi Brotto ai giocatori in coincidenza della disputa della Final Eight di Coppa Italia a Torino. Manifestazione vinta a sorpresa dall’Aquila Dolomiti Energia Trento di coach Paolo Galbiati (ex allenatore della Vanoli dal 2020 al 2022), che in finale ha trionfato contro la favorita EA7 Armani Olimpia Milano, dopo aver precedentemente battuto Reggio Emilia nei quarti e Trieste in semifinale. Terminata la settimana della Coppa tricolore, ora andrà in scena la tradizionale pausa dedicata alla Nazionale azzurra delct Gianmarco Pozzecco che giovedì in Turchia e domenica a Reggio Calabria contro l’Ungheria affronterà i match dell’ultima finestra di qualificazione ad EuroBasket 2025.


Dunque per rivedere in campo la Vanoli dopo la splendida (e importantissima) vittoria sulla Trapani Shark dello scorso 9 febbraio, si dovrà attendere la ripresa del campionato che per i biancoblù cremonesi avverrà al PalaLeonessa A2A (domenica 2 marzo, ore 19), ospiti della Germani degli ex Peppe Poeta, David Cournooh e Joseph Mobio, seconda forza attuale del massimo campionato di serie A alle spalle di Trento e in coabitazione con la Virtus Segafredo Bologna. Sei giorni dopo, sabato 8 marzo alle ore 20, capitan Trevor Lacey e compagni riceveranno tra le mura amiche il Napolibasket (superato 87-81 nella gara di andata in Campania) in uno scontro dal peso specifico altissimo per la corsa verso la riconferma nella categoria.


L’obiettivo al momento è quello di riprendere confidenza con la palla a spicchi dopo il periodo di giusto riposo per il corpo e per la mente; è il momento della stagione che permette di rimettersi in forma dai vari acciacchi accumulati nella prima parte di stagione regolare, ma anche di tornare rigenerati ad allenarsi e affinare, per quanto riguarda la Vanoli, l’inserimento nel roster di Christian Burns, giocatore che già alla prima uscita contro Trapani ha dimostrato di essere in grado di portare un contributo sostanziale alla causa biancoblù grazie all’esperienza maturata nella sua lunga carriera, una parte della quale proprio a Brescia in due occasioni, prima dal 2016 al 2017 (284 punti in 25 gare disputate), poi – dopo l’esperienza in Nazionale italiana e quella all’Olimpia Milano - dal 2020 al 2023 (561 punti in 81 gare).

Un giocatore, Burns, che a Brescia ha ancora tantissimi estimatori e siamo certi che per lui tornare a calcare il parquet del PalaLeonessa sarà una grande emozione; ma al tempo stesso, stiamo parlando di un grandissimo professionista che ha immediatamente preso a cuore la causa della Vanoli, diventando da subito importante sia per l’effetto avuto in campo sia per il contributo (come sottolineato anche da Gigi Brotto) in panchina e nello spogliatoio.


Il ritorno agli allenamenti e il lavoro fatto nei prossimi giorni verrà testato sabato pomeriggio quando alle 17.30 la Vanoli ospiterà al PalaRadi l’Acqua San Bernardo Cantù di serie A2 degli ex Tyrus McGee e Matteo Piccoli (una delle formazioni tra le più accreditate per la promozione in serie A), in una gara amichevole che, però, si terrà a porte chiuse per volere dei rispettivi staff tecnici. In ogni caso un test sicuramente probante per la Vanoli in vista della volata finale del campionato che prevede, da qui alla fine, undici traguardi intermedi fondamentali per la sopravvivenza del grande basket di serie A nella nostra città dopo le innumerevoli soddisfazioni regalate a tifosi e appassionati da Aldo Vanoli e dalla sua società.

SERIE A2

cremona È un bel (o brutto, fate voi) rebus la JuVi Ferraroni del post periodo ‘d’oro’ vissuto a cavallo tra il successo netto su Vigevano (92-73) della 22esima giornata e la vittoria su Cento del turno 25 (88-79), con in mezzo il blitz di misura in trasferta a Orzinuovi (89-88) e quello prima accarezzato e poi sprecato nel fotofinish a Cividale (89-90). Tre affermazioni in quattro gare, valse un discreto balzo in avanti in graduatoria e un buon distacco dalla zona calda del fondo classifica, quella assolutamente da evitare per non correre pericolosi rischi. Nel momento di maggior splendore dell’annata agonistica, ecco che si è palesato del tutto inaspettato (anche per come si era sviluppata nel suo andamento la gara) il kappao in volata a Piacenza.

Una sconfitta che ha lasciato strascichi negativi nella testa dei giocatori, facendo riaffiorare di colpo alla luce quelle carenze di gioco collettivo e di mentalità che sembravano essere state superate anche brillantemente grazie ad applicazione, cuore e tanto coraggio. Peculiarità che, invece, all’improvviso, sono state nuovamente smarrite dai giocatori della JuVi Ferraroni, scesi in campo domenica scorsa contro Verona – compagine sicuramente forte tecnicamente e molto esperta – privi di quella determinazione necessaria per affrontare un’avversaria di tale valore. Ne è scaturita, da parte degli oroamaranto, una prestazione fortemente insufficiente, una prova che non è mai riuscita a scalfire le certezze della squadra veneta e che ha visto i ragazzi del presidente Enrico Ferraroni avere una minima reazione solo negli ultimi minuti quando i buoi erano ormai ampiamente scappati dalla stalla. È come se, dopo i buoni risultati, si sia affievolita la voglia di successo da parte del gruppo.


Anche la gestione della squadra, in questa occasione, ha lasciato ben più di una perplessità a tifosi e appassionati, i quali non hanno gradito da parte di coach Luca Bechi alcune scelte tecniche come ad esempio l’eccessivo minutaggio (quasi 30 minuti) concesso a un Ivan Almeida che, forse pensando alla chiamata della sua Nazionale di Capo Verde impegnata nel prossimo weekend nelle qualificazioni per la Fiba AfroBasket 2025, ha accentrato su di sé molte azioni e forzato troppe conclusioni (5 su 14 la percentuale nelle conclusioni dal campo). Va detto anche che gli altri giocatori juvini non hanno fornito l’apporto che si attende da loro, in tutti i reparti e in particolar modo in cabina di regia dove Federico Massone e Gianmarco Bertetti (0 punti in due e soli 2 assist, uno a testa) non hanno mai trovato l’energia e la qualità necessarie per accendere la manovra offensiva della squadra.

Gli unici a cercare di spingere i compagni sono stati Eddy Polanco (19 punti realizzati di qualità e volontà, oltre a 4 assist) e Alfonso Zampogna che, nell’occasione, avrebbe probabilmente meritato qualche minuto in più. Fallito anche il tentativo di coach Bechi di giocare con il quintetto alto (nella speranza di fermare in qualche modo il dominio sotto i tabelloni di Jalen Cannon), esperimento subito colpito e affondato da Zach Copeland ed Ethan Esposito. Insomma, una brutta prestazione, quelle delle occasioni in cui vedi l’ora che la gara finisca alla svelta. Non un bel segnale da una squadra che, come si diceva all’inizio, sembra un rebus ancora da risolvere. Fortuna vuole che in classifica la JuVi mantenga la 14esima posizione, dove è stata raggiunta dalla Sella Cento che vanta però la differenza canestri negativa nello scontro diretto con i cremonesi.


Provvidenziale, viene da dire, arriva ora una pausa di campionato (si spera) rigenerante, dato che con il rinvio dei match esterni a Rimini (recupero fissato per giovedì 3 aprile) e a Brindisi (spostato a venerdì 14 marzo), la JuVi Ferraroni tornerà in campo prima mercoledì 26 febbraio e poi domenica 2 marzo per ospitare in entrambi i casi al PalaRadi, rispettivamente, l’Urania Milano e Nardò Basket. È chiaro che in queste prossime occasioni, società e tifoseria si attendono un atteggiamento maggiormente propositivo da parte di tutti i giocatori

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