L'ANALISI
14 Gennaio 2025 - 09:18
La delusione della Vanoli al termine della gara persa al PalaRadi contro Venezia. A fianco, le indicazioni di coach Luca Bechi alla guardia americana Isiah Brown
CREMONA - Il percorso lungo un campionato, quando il gap tecnico e fisico è notevole tra te e la tua avversaria di turno, necessita si concretizzino alcune circostanze favorevoli. Nella sfida di domenica tra la Vanoli e l’Umana Venezia, credo tutti i presenti al PalaRadi si siano resi conto di quale differenza di caratura vi sia tra le due compagini. Nonostante questo, per poter vincere la squadra di Gigi Brotto avrebbe dovuto giocare una partita al limite della perfezione, avere un contributo importante da tutti i giocatori, magari un arbitraggio più equo (ma di questo parleremo dopo). Trevor Lacey e compagni hanno affrontato la squadra lagunare che sta ritrovando, dopo i molti infortuni patiti nei mesi scorsi, quasi tutti i suoi atleti ingaggiati a comporre un roster importante per affrontare il doppio impegno in campionato e in Eurocup.
Una cosa va detta immediatamente: nonostante il risultato finale, la Vanoli è sembrata una squadra che ha ritrovato quella gioia di giocare che sembrava persa; il cambio di allenatore ha portato i giocatori ad essere più liberi mentalmente e maggiormente coinvolti in campo. Certo, se il quintetto può dare certe garanzie (l’inizio di gara è stato davvero efficace, così come il recupero dal meno 16 al meno 1), è innegabile che contro avversarie decisamente più dotate di centimetri e tonnellaggio si faccia molta fatica. È successo con la Reyer dove la differenza a rimbalzo è stata notevole e decisiva (23 per Cremona, 38 per Venezia), con il centrone Mfiondu Kabengele (coadiuvato da Amedeo Tessitori) a dominare fisicamente contro Tariq Owens e Federico Poser. La Vanoli, contro questa tipologia di giocatori, ha sempre fatto fatica in questa prima parte di stagione regolare e per il girone di ritorno è chiaro si debbano trovare soluzioni di squadra per arginare lo strapotere fisico di certi avversari.
Dicevamo, per battere questa Venezia serviva una gara al limite della perfezione da parte di tutti, ma nel momento topico del match, quando la Vanoli si è riportata sul meno 1, è mancato il contributo di lucidità e punti da parte, in particolare, di Tajion Jones (1 su 9 dal campo con 0-5 da tre punti), così come da Dario Dreznjak troppo penalizzato dai falli commessi. In generale, da tutti sarebbe dovuto arrivare un qualcosa in più, un contributo maggiore alla causa (bene Federico Zampini e il ritrovato, guarda caso, Payton Willis). Eppure, nonostante il kappao finale, ripeto, si è vista una squadra viva, unita più che mai, che ha saputo recuperare lo svantaggio dopo il blackout a cavallo tra secondo e terzo quarto.
L’espressione del volto, per chi sa coglierla, non mente; e la Vanoli, pur con le proprie carenze arcinote, può davvero giocarsi la permanenza nella categoria. La classifica, alla fine dell’andata, vede al momento quattro formazioni invischiate nella lotta per evitare le ultime due posizioni: Scafati a quota 8, Pistoia e Cremona a 6, Napoli a 4. L’obiettivo primario per la Vanoli nel girone di ritorno è continuare sulla strada intrapresa, cercare di sfruttare al massimo le gare casalinghe e tentare qualche blitz esterno. Il prossimo match vedrà i ragazzi di Gigi Brotto affrontare lunedì prossimo (ore 20) alla Segafredo Arena Bologna una Virtus che, con diversi problemi di roster causa infortuni, sarà reduce dal doppio impegno in trasferta di Eurolega (domani a Kaunas e venerdì a Monaco di Baviera). Potrebbe essere una grande occasione per i biancoblù e bisogna fare di tutto per coglierla.
In ultimo dobbiamo affrontare l’argomento dell’imbarazzante arbitraggio di domenica scorsa e lo faccio citando quanto scritto sui social da una grande figura della pallacanestro italiana qual é Maurizio Mondoni: «Io non scrivo mai sull’arbitraggio ma oggi scrivo. I giocatori Vanoli e Venezia sono professionisti, gli arbitri sono tre dilettanti allo sbaraglio, non in grado di gestire la partita. Fischiano a caso e spesso in ritardo, inguardabili. Sono in tre e su un fallo fischiano in tre modi differenti...». Aggiungo solo che in questa stagione non è la prima volta che succede, ed è inaccettabile!
Si sapeva sarebbe stata una autentica missione impossibile quella da svolgere sul campo della Flats Service Fortitudo Bologna dell’Artiglio Attilio Caja, in quel PalaDozza che ogni volta che gioca la ‘F’ si riempie di passione, di orgoglio, di amore per quei colori sociali. E il pubblico caloroso dell’impianto storico di piazza Azzarita sa come farsi sentire dagli avversari di turno, sa come ‘condizionare’ l’ambiente e mettere sotto pressione col proprio tifo rumoroso i giocatori in visita. Certo, ci sono state ancora pecche nella costruzione del gioco e a rimbalzo, in certi frangenti anche un po’ di confusione, ma la JuVi Ferraroni è riuscita a comandare il match per oltre metà gara, ha saputo isolarsi dal caldo clima tropicale all’interno del palasport bolognese e affrontare i padroni di casa sullo stesso piano, creando non poche difficoltà ai giocatori di Caja almeno fino al 25° minuto.
A questi livelli, però, ad un certo punto esce sempre (o quasi sempre) alla distanza la formazione dotata di maggiore esperienza, di una superiore caratura tecnica; e sebbene la Fortitudo non fosse al completo (il ‘crac’ della serie A2 Kenny Gabriel si è infortunato, è stato operato al menisco e ne avrà per almeno due mesi), con Pietro Aradori ancora lontano dalla condizione migliore, è stato Deshawn Freeman a giganteggiare nella sfida (doppia doppia per il lungo di Rocky Mount con 27 punti e 10 rimbalzi) e dare la spallata alla JuVi Ferraroni. Un risultato nella norma sulla carta, che ha confermato le aspettative della vigilia, ma che altrettanto ha messo in mostra il carattere mai domo dei giocatori di Luca Bechi, la ritrovata verve di Isiah Brown – giocatore che al PalaRadi non riesce ad incidere come succede invece lontano dalle mura amiche – che con Eddy Polanco ha tenuto in scacco a lungo i padroni di casa. Bene in cabina di regia e in difesa Gianmarco Bertetti, molto preciso anche dalla lunga distanza con 4 su 5 al tiro da tre punti.
Analizzando le statistiche a fine contesa è emersa, come peraltro visto durante la gara, la grande difficoltà incontrata dai lunghi cremonesi nella sfida con i diretti pari ruolo felsinei: la sentenza è assolutamente impietosa, 52 a 24 il conteggio dei rimbalzi a favore di Battistini e compagni (32 difensivi e ben 20 offensivi, pazzesco!), proprio nella serata in cui gli ex di turno Alessandro Morgillo (0-5 da due) e Simone Barbante (1-4 da due e 0-2 da tre) sono stati letteralmente spazzati via dalla furia dei lunghi di casa.
Una gara davvero insufficiente (non è nemmeno la prima volta, è successo anche la settimana prima contro Rimini) per i giocatori che la JuVi Ferraroni aveva individuato la scorsa estate quali possessori delle caratteristiche peculiari di esperti lottatori sotto i tabelloni. Se la compagine cara alla famiglia Ferraroni vuole raggiungere a fine stagione agonistica l’obiettivo della permanenza nella categoria, è più che evidente la richiesta di un cambio deciso di passo necessario per combattere almeno alla pari con i lunghi avversari. È questione di volontà, decisione, cuore, caratteristiche che sono nelle corde di Morgillo e Barbante, ma che vanno messe in mostra con maggiore continuità.
Non c’è tempo per rimuginare troppo su quanto successo, si deve immediatamente voltare pagina e pensare all’immediato futuro visto che la settimana in corso prevede per la JuVi Ferraroni due incontri consecutivi in pochi giorni tra le mura amiche: si parte domani sera (PalaRadi, ore 20.30) con il confronto casalingo al cospetto della forte Acqua S. Bernardo Cantù, seconda forza del campionato in coabitazione con Udine; domenica alle 18, invece, l’impianto cremonese ospiterà il sempre sentito e storico derby con la Elachem Vigevano, compagine che vincendo nell’ultimo turno di misura a Livorno ha raggiunto la JuVi (e la stessa Livorno) a quota 14 in graduatoria. Una sfida che si preannuncia decisamente importante ai fini della classifica.
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