L'ANALISI
09 Aprile 2024 - 10:23
CREMONA - Ed eccolo il weekend contraddistinto dal segno positivo per le nostre formazioni che militano nei massimi campionati nazionali di basket. Due successi molto importanti, per la Vanoli che in serie A tiene a distanza le inseguitrici nella corsa salvezza, per la Ferraroni JuVi che in A2 agguanta il quinto posto in classifica nel gruppo Verde.
Non vi erano alternative: contro Scafati, già battuto all’andata, l’unica possibilità era vincere e, nonostante quel brivido finale, così è stato. È sbagliatissimo nello sport, ancora di più nella pallacanestro, dare i risultati per scontato; lo vediamo ormai da alcune settimane (in realtà è un fattore che si verifica ogni stagione agonistica) dove i valori espressi dalla classifica dopo una ventina di giornate magicamente vengono azzerati. Le ultime vincono con le prime, i pronostici sballano totalmente e il cammino si fa quanto mai intricato. Per questo è fondamentale portare più fieno possibile in cascina nel girone di andata, perché nel ritorno succede sempre di tutto. Fortunatamente il percorso della Vanoli – che ricordiamo, qualora qualcuno si fosse scordato, ha come obiettivo la salvezza - nella prima parte di stagione è stato pressoché perfetto (anche la fortissima Segafredo Bologna, prossima avversaria, lasciò penne e punti al PalaRadi), e se almeno un paio di gare dopo il giro di boa fossero andate diversamente, ora – a quattro giornate dal termine della regular season – i ragazzi del patron Aldo Vanoli sarebbero in una botte di ferro.
È andata diversamente, certo, ed ecco che conquistare la posta in palio contro Scafati era tutto fuorché scontato, soprattutto per la pressione che inevitabilmente si è appesantita ancora di più. Doveva vincere la Cavina band, e lo ha fatto puntando sul fondamentale più importante (anche se la pallacanestro moderna pare scordarlo spesso se non sempre), ovvero sulla difesa; e quella messa in campo dai biancoblù è stata preparata al limite della perfezione, con tutti i giocatori schierati da Demis Cavina artefici di giocate vincenti. Ne sarà stato orgoglioso persino il coach più titolato di Cremona, quel Guido ‘Nick’ Cabrini (presente come sempre in tribuna) che negli anni Ottanta venne definito il ‘mago delle difese’, vincendo il titolo di Allenatore dell’anno del campionato di serie A2 1986-87. Non era semplice per la Vanoli, ma era l’unica possibilità di tenere a distanza le formazioni che in fondo alla graduatoria stanno combattendo per riemergere da una situazione quasi disperata.
Consapevole di questo, capitan Andrea Pecchia (ah quei due errori finali…) e soci hanno giocato mettendo davanti a tutto il collettivo, puntando sulla coralità, tentando meno tiri del solito dalla lunga distanza e seguendo con attenzione il solco che il match stesso ha proposto nei 40 minuti di contesa. E, non è certo un’eresia, nel giocare di squadra sono emerse le caratteristiche dei singoli, ognuno ha messo il proprio mattoncino nella costruzione della vittoria finale, interpretando la gara con cuore, coraggio, determinazione. Ora il calendario mette di fronte quattro sfide terribili (domenica a Bologna, poi in casa con la capolista Brescia, a Pesaro per lo scontro diretto con l’ex Sacchetti e con Milano all’ultima giornata al PalaRadi); ma con lo spirito visto domenica nessuno può stare tranquillo nell’affrontare questa Vanoli.
Chi paventava una Ferraroni JuVi in fase di smobilitazione in seguito alle partenze verso altri lidi, per volontà dei diretti interessati, di Bernardo Musso e Daniele Magro (i due giocatori più anziani del roster, sarà un caso?) può certamente stare tranquillo. La società – e l’ingaggio di un prospetto di sicuro futuro come il classe 2003 Nicolò Virginio da Varese ne è la conferma – vuole più che mai chiudere la stagione al meglio delle proprie possibilità, e il successo sofferto ma strameritato nell’anticipo di sabato nei confronti di Nardò (formazione del girone Rosso tuttora in corsa per accedere ai playoff promozione) ha sicuramente portato linfa nuova all’interno dell’intero gruppo.
Tutti coloro scesi sul parquet di casa hanno dimostrato di volere fortemente un successo che ha permesso alla formazione oroamaranto di agguantare l’Urania Milano e di portarsi al quinto posto (grazie al doppio scontro a favore) nel girone Verde, posizione che se mantenuta al termine delle ultime due giornate della fase Orologio (Verona in trasferta e Assigeco Piacenza in casa), consentirebbe ai ragazzi di coach Luca Bechi di avere una poltrona migliore (ma sempre con fattore campo avverso) nel tabellone che varrà la promozione nella massima categoria per le prime due classificate. Si sa, i playoff (si disputeranno turni al meglio delle cinque gare) sono da sempre un terno al lotto, montagne russe dalle quali uscirà solo chi avrà maggiore sangue freddo, chi potrà contare sulla forza del collettivo (come fatto dalla JuVi contro Nardò), chi avrà il roster nelle condizioni migliori sia dal punto di vista fisico sia mentale.
Di certo la compagine cara alla famiglia Ferraroni avrà il vantaggio di non avere nulla da perdere, ma questo è un discorso che affronteremo al momento opportuno tra un paio di settimane. È interessante sottolineare invece quello che il direttore sportivo Marco Abbiati ha dichiarato al nostro giornale nei giorni scorsi, ovvero che, a conferma della categoria centrata in largo anticipo, la società si sta già muovendo – in sintonia con l’allenatore e il suo staff – nel programmare la prossima stagione e, quindi, puntare a rinforzare con oculatezza il roster. Un vantaggio non da poco, in considerazione che il prossimo anno in serie A2 ci saranno due sole retrocessioni previste, ma che al contempo si prospetta l’allargamento delle formazioni intenzionate a competere per successi importanti. Dunque, è tutta intenzione del club gigliato mettere in atto già da ora strategie per mettere a disposizione di coach Bechi un gruppo dall’alto spessore in fatto di determinazione, cuore e attaccamento alla maglia.
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